Sul processo d'appello l'ombra di Carbone di Claudio Giacchino

Sul processo d'appello l'ombra di Carbone TOTONERO Il regista dello scandalo promette stavolta di deporre davanti alla Caf, che inizia oggi i lavori a Roma Sul processo d'appello l'ombra di Carbone I giudici riesaminano i verdetti della Disciplinare - Martedì le decisioni? - Chi spera in riduzioni delle pene sarà deluso DAL NOSTRO INVIATO ROMA — S'inizia oggi nei saloni dell'Hllton hotel di Roma il processo numero 2 al calcioscandalo. La Caf (Corte federale d'appello) esaminerà i 56 ricorsi di società, calciatori, allenatori e dirigenti condannati nel dibattimenti di primo grado celebrati dalla Commissione disciplinare a Milano e Firenze (per la serie C) due settimane fa. I giudici vagheranno anche i 6 ricorsi delle cosiddette «terze parti interessate': cioè, di quel club (Bologna, Catanzaro, Monza, Pescara, Piacenza e Rimini) che cercano di trarre profitto (ripescaggio in B e C, promozione in A) dalle sventure giudiziarie delle squadre punite. n procedimento si basa sulle carte e sulle disquisizioni giuridiche degli avvocati, dovrebbe essere abbastanza celere, quattro-cinque giorni. Martedì, al più tardi, sapremo quale sarà la geografia dei campionati. Il verdetto, infatti, è definitivo e inappellabile. L'udienza inaugurale riserverà forse una sorpresa clamorosa: il regista dello scandalo Armando Carbone pare intenzionato a testimoniare. Non l'aveva fatto nel giudizio di Milano, dove la sua deposizione non avrebbe di sicuro aiutato il Napoli ed Italo Allodi. Perché, adesso, Carbone sembra disposto a raccontare le «sue» verità? A lume di logica, indipendentemente dalla eventuale deposizione di Carbone, Udinese. Vicenza, Lazio e Perugia non hanno speranza alcuna di vedere modificata in meglio la sentenza di Milano (retrocessione alla serie infe riore per tutte, per 11 Perugia con anche l'aggravio di cominciare il torneo di C2 da meno 5). Nessuna possibilità dovrebbero avere anche Cavese e Foggia, che il verdetto di Firenze ha precipitato in C2. Cagliari e Palermo sono state punite con una penalizzazione di 5 punti ciascuna; la Triestina partirà nel prossimo torneo cadetto da meno 4. Anche per queste squadre è difficile immaginare mutamenti in meglio: i club, anzi, potrebbero anche andare incontro ad un castigo peggiore di quello subito dalla Disciplinare. Non sarebbe d'altronde la prima volta che la Caf trasforma una mite condanna in una bastonatura. Sei anni fa mandò in B la Lazio che in primo grado era stata punita con una penalizzazione: stessa decisione, nel '74, contro 11 Verona. Tutti i ricorsi fanno leva sulla contestazione del principio della responsabilità oggettiva. Da sempre, una delle colonne del diritto del calcio. Il presidente della Caf Alfonso Vlgorita, giudice di Corte di Cassazione in pensione (anche gli altri quattro membri della Corte d'appello sono alti magistrati) è sempre stato un assertore della responsabilità oggettiva. Come a Milano e Firenze, le udienze saranno rese pub¬ bliche da un impianto tv a circuito chiuso. Curiosi e tifosi le potranno seguire in un sala, i cronisti in un'altra. Scontato che i fans della Lazio presenteranno in forze ai lavori della Caf. Ciò preoccupa non poco i tutori dell'ordine, specie dopo l'assurda guerriglia scatenata dagli ultras laziali dopo la sentenza di Milano. Dei giocatori, presidenti e dirigenti puniti con squalifiche da 1 mese (per omessa denuncia d'Illecito) a 5 anni piti la proposta di radiazione, hanno presentato appello quasi tutti: non l'hanno fatto, accettando cosi il verdet¬ to, solo alcuni dei condannati per omessa denuncia: l'ex ds del Monza Vitali, i giocatori Benedetti, Gasparini e Bursi. Però, non si sorto rivolti alla Caf neppure Bidese e Pigino, a cui sono stati inflitti 3 anni Nel processo non si parlerà più di Napoli, Bari e Italo Allodi, anche se Carbone si presenterà. Sono stati riconosciuti innocenti grazie all'inedita e stupefacente, per 11 diritto sportivo, formula dell'.insuf ficienza di prove». Dal giudizio di Roma non hanno più nulla da temere. Allodi avrebbero avuto ancora da spasimare solo se gli accusatori dell'Ufficio inchie- ste, delusi dal fatto che il re dei general manager non è stato neppure condannato ad 1 anno per aver violato i principi di probità e correttezza, avessero fatto ricorso. Napoli e Bari, invece, avrebbero avuto qualcosa da temere solo se contro di essi si fosse costituita una «terza parte interessata'. Ma nessuna società (ad esempio poteva farlo 11 Lecce che da un'eventuale loro condanna avrebbe riconquistato la A) ha impugnato la sentenza di Milano. Scarsa fiducia nella giustizia calcistica? Certezza che contro Napoli e Bari non ci siano elementi che giustifichino una condanna? O forse, timore, rispetto, cautela verso i potenti club di Maradona e del fratello del presidente della Lega Matarrese? Monza, Catanzaro e Pescara non hanno avuto invece remore: si sono schierate contro Cagliari, Palermo e Lazio. Monza e Catanzaro sperano di tornare in B ai danni di Cagliari e Palermo; il Pescara rimane tra i cadetti solo se verrà confermata la C alla Lazio. L'elenco delle terze parti interessate comprende anche Bologna, Rimini e Piacenza. I felsinei invocano la condanna dell'Empoli e la conferma della sentenza contro Vicenza e Triestina: solo con questa tripla combinazione giudiziaria possono essere promossi in A. Degli assolti minori (Brescia, Sambenedettese e Empoli) solo i toscani quindi hanno ancora motivo di preoccupazione. Il Rimini cerca di approfittare della caduta in C2 del Perugia per essere ripescato in CI. Il Piacenza ricorre (in modo alquanto nebuloso) contro il Vicenza. Claudio Giacchino