Tg del mattino, lotta aperta Milano-Roma I pubblicitari: «Sarà comunque un business»

Tg del mattino, lotta aperta Milano-Roma I pubblicitari: «Sarà comunque un business» Tognoli ha accusato Zavoli di emarginare la città - Che si dice nella capitale lombarda - Il presidente Rai spiega Tg del mattino, lotta aperta Milano-Roma I pubblicitari: «Sarà comunque un business» MILANO — -E-un business da almeno 4-500 miliardi il MILANO — .E'un business da almeno 4-500 miliardi il nuovo telegiornale del matti no, sia che lo confezionino a Roma oppure a Milano. A trarne vantaggio saranno la Rai, cioè Roma, e i networks privati, Berlusconi e i pochi altri che gli stanno accanto, che gravitano su Milano. Non ci saranno né vinti nè vincitori, dunque la polemica è sterile.. Questo è il parere disincantato degli esperti pubblicitari milanesi interpellati in merito al contrasto che sta montando in questi giorni tra le due citta per la sede della nuova trasmissione della Rai: il sindaco Tognoli aveva proposto, all'inizio dell'estate con una lettera a Zavoli, che Milano fosse la sede dei nuovi tg del mattino. Poiché la sua richiesta non è stata accolta, ora è passato alla discussione aperta. Il telegiornale del mattino della Rai ha illustri precedenti: negli Stati Uniti un analogo programma porta il titolo di «Good Morning, America', viene trasmesso da parecchi anni ed è seguito da milioni di telespettatori. La sua formula è ben precisa: si tratta di un contenitore gestito da uno o due anchormen, che alternano le notizie a sintetici commenti, a brevi colloqui, anche telefonici, con esperti, a rubriche che interessano per lo più l'utenza femminile e, soprattutto, a spot pubblicitari. Anche in Italia Canale S e Retequattro hanno varato a partire dal 1981 trasmissioni analoghe dal titolo .Buon Giorno Italia., ma la formula del contenitore è stata successivamente rimpiazzata da quella delle rubriche e dei giochi che si sono imposti autonomamente. Lo scopo principale di queste trasmissioni mattiniere, sia negli Stati Uniti che in altri Paesi, è quello di attirare un numero maggiore di telespettatori in ore della giornata che inizialmente erano considerate morte sotto il profilo dell'ascolto e poco redditìzie sotto quello1 piibbllcitario. "" Poche cifre chiariranno il concetto ispiratore di questa strategia. Come ha reso noto una delle ultime indagini dell'Istat, in Italia il 97,4 per cento degli italiani guarda la televisione almeno una volta al giorno. Poco più di un milione riesce a resistere al fascino del piccolo schermo. In compenso 24 milioni la guardano per un periodo inferiore all'ora, 20 milioni per almeno 2 ore e 6 milioni per 5/6 ore al giorno. Ovviamente l'audience maggiore si verifica nelle ore serali, dalle 20,30 alle 23, che sono aDDunto chiamate .ori- serali, dalle 20,30 alle 23, che sono appunto chiamate «prime Urne». In questa parte della giornata si concentrano anche gli spot pubblicitari, che riescono a raggiungere il maggior numero di persone. Ma non si può andare troppo in la con gli spot, che già assillano gli utenti, e neppure si può aumentare 11 numero di questi ultimi, che è quasi pari a quello degli italiani. n rimedio escogitato dai maghi della pubblicità e del marketing è dunque quello di attirare più utenti nelle ore al di fuori del «prime Urne., diluendo il carico pubblicitario su un periodo più lungo. Si punta dunque sul mattino. Inoltre, i programmi del mattino sono Indirizzati ver- so il nuhhltcr. femminile. mattino sono indirizzati verso il pubblico femminile, quello che nelle famiglie gestisce gli acquisti dei prodotti di largo consumo. Più ore di trasmissione significano non solo spot più mirati verso le diverse fasce di pubblico, ma anche più pubblicità in assoluto: gli attuali tetti saranno facilmente superati in quanto le tv potranno dimostrare facilmente di non aver saturato i loro programmi. La torta di 1800 miliardi gestita lo scorso anno tra tv pubbliche e private aumenterà sensibilmente, e verrà probabilmente ripartita tra Roma e Milano, con buona pace di tutti. g. mo.

Persone citate: Berlusconi, Italia Canale, Tognoli, Zavoli