Il nudista dimezzato di Remo Lugli

Il nudista dimezzato Si qWewte l'intolleranza, mei il naturismo non è ancora riconosciuto Il nudista dimezzato Giuseppe Ghirardelli, presidente dei naturisti: «Abbiamo il culto della salute e della natura, non diamo fastidio a nessuno» - In Europa sono 20 milioni: non si tesserano singoli, solo coppie e famiglie - Una visita al campo di La Cassa TORINO — Le cronache estive sono sempre state punteggiate di notizie riguardanti 1 nudisti: denunce, processi (con esiti spesso contrastanti), arresti. Quest'anno si sono rarefatte: due nudisti picchiati su una spiaggia delle Cinque Terre; un bagnante accoltellato sulla Riviera Romagnola perché aveva lo slip troppo basso (ma evidentemente l'aggressore ers. di basso livello mentale); quattro nudisti denunciati a Sassello, nel camping Costalunga, solitamente frequentato da naturisti, ma perché si erano mostrati a chi stava all'esterno. Forse qualche altro episodio, comunque, nessuno di risonanza clamorosa. Cosa significa: diminuiscono i nudisti o diminuisce l'osteggiamcnto contro di loro, la società incomincia ad assorbirli, a tollerarli? I nudisti italiani non diminuiscono, aumentano. Sono circa ventimila quelli tesserati nei vari club di naturisti e un milione e mezzo quelli che praticano il nudismo al di fuori di questi campi, nelle spiagge isolate o altrove dove è possibile. Appena qualche anno fa i carabinieri delle zone balneari avevano un gran daffare a raccogliere denunce contro qualcuno che prendeva il sole nudo, oppure contro donne senza reggipetto. I tempi mutano, cambiano 1 valori, anche il senso del pudore di cui parla l'articolo 726 del codice penale che punisce gli «atti contrari alla pubbli' ca decenza», appunto «secondo il comune senso del pudore». E mentre un tempo i denuncianti o i giudicanti propendevano con facilità per l'art. 527 che colpisce «gli atti osceni in luogo pubblico», adesso questo 527 non viene più utilizzato nei casi del nudismo balneare. -Non diamo fastidio a nessuno — dice ring. Giuseppe Ghirardelli, presidente dell'Anita, l'associazione naturista italiana, che ha sede a Milano — e ci si incomincia a rendere conto che i naturisti sono persone serie. Certo, ci possono essere anche i nudisti selvaggi, che si svestono in mezzo ad altri, ma questi sono casi sporadici, che noi deprechiamo. Noi e quelli iscritti alle altre associazioni — che sono una quindicina in Italia, tutte affiliate alla Fenati, la federazione naturista italiana, a sua volta inserita in quella internazionale — sìottio naturisti e di conseguenza anche nudisti, non l'inverso. Il nudista è quello che si mette nudo e basta, può anche essere un esibizionista. Il naturista, invece, è una persona equilibrata, che non si ubriaca, non fuma, ama l'aria aperta, ha il culto della salute, rispetta lo statuto dell'associazione che contempla regole fondamentali, delle quali la prima vieta di assumere atteggiamenti invitanti o audaci-. Ghirardelli osserva che non c'è osteggiamento da parte del pubblico, semmai c'è da parte dell'amministrazione statale, in quanto non si decide a riconoscere ufficialmente i naturisti. «In Europa c'è solo l'Italia che non ha campi per i nudisti. Fino a tre anni fa la situazione era analoga in Spagna e in Grecia, ma questi due Paesi ora hanno recuperato il terreno perduto aprendo decine di campeggi e facendo accorrere, in tal modo, anche naturisti stranieri. Si pensi che in Europa i naturisti tesserati sono quasi venti milioni, l francesi in testa con quasi sette milioni. Con le tessere delle varie associazioni nazionali si ha libero accesso ai campeggi e ai villaggi di naturisti in tutto il mondo (in Europa sono oltre 800)*. In Italia l'unico campeggio di naturisti sul mare è il Pizzo Greco a Isola Capo Rizzuto, in provìncia di Catanzaro, ma anche questo non è riconosciuto ufficialmente ma soltanto tollerato. Aveva una normale licenza di campeggio e da quattro anni si è andato trasformando, meglio: specializzando, in naturismo. «£' per la volontà politica degli amministratori locali e regionali — dice Ghirardelli — che ciò è possibile, ma l'autorizzazione non è scritta, è soltanto verbale. Tuttavia è un segno positivo: che ci si incomincia a rendere conto dell'assurdità di non poter offrire agli stranieri campeggi per nudisti». Sergio Rosso, piemontese, e Domenico Battaglia, calabrese, sono i gestori del Pizzo Greco. Dice Rosso: -La no¬ o , a a o o £' i e n r e o ¬ stra spiaggia è lunga 300 metri, incassata tra due pareti di rocce e gli altri lati sono recintati. A volte qualche estraneo maniaco cerca di calarsi dalle rocce per venire a curiosare o a fotografare. Per il resto non abbiamo problemi: in paese godiamo rispetto, come pure i nostri ospiti, che sono in buona percentuale stranieri, per lo più famiglie-. I pochi altri campeggi (le associazioni italiane sono una quindicina, ma solo alcune dispongono di campi, però rilasciano le tessere che sono valide anche all'estero) sono in luoghi lontani dal mare, tutti costituiti in club privati, con cancelli chiusi e reti di protezione coperte da stuoie, in modo da precludere ogni vista dall'esterno. Come a La Cassa, 25 chilometri da Torino, nel camping LOldaprcvcncucataggnsntsm Le Betulle, fondato da Tom Operti nel '69, il primo in Italia. Ottantamila metri quadrati tutti recintati, in mezzo ai boschi di betulle, larici, pini; posto per 60 auto, 50 roulotte, 50 tende; piscina, campi da ping pong, palla volo, bocce, volano, tiro all'arco, pattinaggio a rotelle; e naturalmente tutti i servizi comuni. Un camping di lusso, una clientela in buona percentuale straniera, media e alta borghesia. «Per un certo tempo veniva abitualmente anche un gesuita- dice il segretario Angelo Fiore. Alle Betulle accolgono il giornalista «tessile» (cosi i naturisti chiamano chi indossa tessuti) in un locale comune prefabbricato. Abbronzatissimi. qualche donna ha il segno dello slip, evidentemente pratica anche spiagge o camping diversi. Fuori, altri giocano a palla volo, a ping pong. Ci sono uomini e donne di tutte le età, ragazzini e bimbi. Quasi tutte famiglie. Non si entra individualmente. «Se viene un uomo solo o una donna sola e chiede liscrizione al Club, non gliela concedo — dice Fiore. — Bisogna essere in coppia o, meglio ancora, con la famiglia completa». Mi parlano dei loro principi, mi illustrano le tesi dei naturisti. Attraverso il nudismo l'uomo è più buono, più comprensivo, si eleva al di sopra delle passionalità e vede le cose da una angolazione più vasta. Assicurano che il nudismo è per loro una lezione di umiltà, non una spinta all'esibizionismo; e che ci si intende meglio fra nudo e nudo che fra nudo e vestito. «fi corpo umano non ha in sé e per sé una carica particolarmente stimolante dal punto di vista erotico — dice l'ing. Giuseppe Feroldi di Roma. — Non è il nudo che eccita, ma il modo di muoversi, di camminare. La nudità integrale, l'asetticità dell'ambiente, il massimo rispetto reciproco allontanano qualsiasi riflesso erotico-. E Giovanna Fasanaro. giovane sposa, qui col marito, aggiunge: -Nudi non si può fare alcuna ostentazione, non c'è da pavoneggiarsi con il costumino firmato dallo stilista». Il discorso passa all'aspetto economico: -Senza campi ufficiali per nudisti l'Italia perde molta valuta. — afferma Angelo Fiore. — Jugoslavia e Francia mietono a piene mani. A Koversada, 80 km da Trieste, c'è un camping da un milione e duecentomila metri quadrati, con sei ristoranti, campi da tennis. I francesi hanno creato il camping di Cap d'Agde, praticamente una città, con negozi, banche dove anche gli esercenti a volte sono nudi. In Italia, per la mancanza di camping specializzati, non solo perdiamo i naturisti stranieri, ma anche i nostrani». Remo Lugli Belgrado. Un campo naturista dell'Istria dove in estate si superano le seimila presenze giornaliere