Sbocciano miliardi nelle serre di Pistoia di Pierangelo Sapegno

Sbocciano miliardi nelle serre di Pistoia L'industria floricola in netta ripresa dopo le disastrose gelate dell'anno scorso Sbocciano miliardi nelle serre di Pistoia Dodicimila quintali di garofani inviati all'estero - Un mercato in espansione, che presenta però parecchi problemi dal nostro inviato PISTOIA — Giusto un anno fa da queste parti si stracciavano ancora le vesti. Fiori e piante sono la ricchezza di Pistoia, i suoi biglietti da visita, e le gelate dell'85 non avevano risparmiato niente: l'ottanta per cento dei raccolti distrutto, si lamentarono gli agricoltori. Sono arrivati i miliardi dello Stato — come accade sempre quando il tempo fa disastri — ad asciugare le lacrime del floricoltori, è arrivata la nuova stagione. Ed è arrivato, magari un po' inaspettato, anche un nuovo boom. Adesso Pistoia non ha più paura, e fa i conti con il suo miracolo economico. I numeri del boom: quasi dodicimila quintali di garofani che partono per l'estero (Germania soprattutto, ma anche Svizzera, Inghilterra, Austria), e poi gladioli, crisantemi, eucalyptus: un mercato in grande espansione. Il vivaismo, invece, esporta nolto meno — solo il dieci per cento della produzione —. ma ha trovato nuovi e numerosi clienti negli enti pubblici. Pistoia, insomma, ha dimenticato in fretta. L'hanno chiamata la capitale verde d'Europa. E non a torto. Eppure solo il 5,42 per cento del l'intera superficie è investita a fiori e piante, e il sette per cento della popolazione attiva lavora in questi settori. In compenso, il vivaismo è in grado di produrre 170 miliardi di valore e la floricoltura 120. Le aziende che operano nel settore floricolo in provincia di Pistoia (secondo un censimento effettuato nell'inverno '85-86) sono 760 e coltivano una superficie di 1019 ettari: la maggiore concentrazione si ha nel comune di Pescia con 433 aziende. Dietro queste cifre, c'è una realtà economica in espansione, ma ci sono anche tutti i problemi che derivano da una crescita non programmata. La floricoltura, ad esempio, all'estero deve affrontare la concorrenza di altri Paesi sia in termini di costo che per migliori criteri di trasporto. Dice Alberto Cipriani, segretario generale della Camera di commercio: Bisoana passare da forme tradizionali e anche arretrate a quelle di terziario avanzato. Bisogna introdurre le nuove tecnologie, nuove forme di marketing, di commercializ¬ zazione, di distribuzione. Rendere più manager il fiori- coltore. il vivaista-. Solo le nuove tecnologie, sottolineano gli operatori, possono frenare i costi cresciuti in progressione geometrica. Poi ci sono i problemi legati all'ambiente e alla salute. Perché la floricoltura e il vivaismo possono inquinare. E tanto. Pochi giorni fa Alfio Fedi, l'assessore all'ambiente della . Provincia, ha- tenuto una relazione allarmata e allarmante sui fitofarmaci per dimostrare che di queste sostanze tremende viene fatto un uso eccessivo. Non ci sono dati sicuri, ma. sostengono i I Verdi, «in particolari colture floricole come quella del ga- rofano si arriva a consumare qualcosa come 350 chili a ettaro di pesticidi-. Diserbanti sotto accusa, dunque. Ma è un processo particolare, ancora tutto da fare e da chiarire, un processo con grandi accusatori e grandi difensori. Tanto per cominciare. Pistola, sostiene, uno studio della Càmera di .Commercio, ha un tasso di mortalità per tumore superiore alla media nazionale: oltre il 25 per cento dei decessi. E qualcuno ha fatto presto a collegare questi dati all'Impiego dei pesticidi. Da questi presupposti 1 Verdi sono partiti all'attacco. Mostrano cifre, analisi, indagini: dal '79 in avanti più di 700 morti per tumore all'anno, citano zone bellissime inquinate, protestano per l'uso eccessivo di antiparassitari. Tutti d'accordo? Non proprio. Dissentono, ovviamente, le case produttrici di diserbanti. Ma anche molti agricoltori: «Sono un mucchio di storie-. E se qualcuno magari durante un convegno si azzarda a parlarne, lo zittiscono subito senza troppi complimenti: .Questo è terrorismo-, urlano. Che fare, allora? 'Insegnare ai floricoltori a usare concimi organici e non chimici, per ridurre l'impiego di fitofarmaci-. Sottolinea Alberto Cipriani: «Credo si possa fare verde senza inquinamento. Facciamo politica per salvaguardare il territorio, l'ambiente, la salute della gente e i risultati verranno-. Cipriani non è solo a pensarla cosi. Non per nulla il Comune ha stabilito di costituire un alboreto alle porte di Pistoia, importantissimo sia come biglietto da visita sia come mostra permanente del vivaismo locale. «Poi, aggiunge Cipriani, la giunta ha pure preparato un documento sul 'piano verde" che però fino adesso nessun altro risultato ha avuto se non di creare un percorso sul tipo di quello della Circoscrizione n. 1 per insegnare a bambini e vecchi a'riconoscere gli uccellini. E' già qualcosa. Ma ancora poco per la capitale del verde: Pierangelo Sapegno

Persone citate: Alberto Cipriani, Alfio Fedi, Cipriani, Pistola, Verdi

Luoghi citati: Austria, Europa, Germania, Inghilterra, Pescia, Pistoia