Persone di Lietta Tornabuoni di Lietta Tornabuoni

Persone di Lietta Tornabuoni Persone di Lietta Tornabuoni Superquiz ad alto rischio Basta la pubblicità? Bastano le dichiarazioni enfatiche, le amicizie politiche? Bastano la genialità imprenditoriale, l'impegno finanziario, la voglia di vincere? Eh, no. non bastano sempre e stavolta non bastano: con il Milan e il calcio Silvio Berlusconi affronta probabilmente l'impresa più difficile della sua vita. Sinora ha lavorato con alterna fortuna nell'edilizia, dove amicizie politiche e legami bancari possono risultare essenziali Ha lavorato con successo in una forma di spettacolo come quello televisivo, che non prevede vittorie e sconfitte dirette, immediate, né riscontri subito controllabili: che può contare su un pubblico relativamente passivo influenzabile dalla novità e dalla pubblicità. Al mondo del calcio s'è avvicinato con la baldanza che gli e propria: c adesso si trova di fronte un mistero difficile da capire e da dominare. E' come per un film o una produzione teatrale. Puoi metterci un ottimo testo, attori famosi, regista eccellente, una quantità di soldi, costumi sofisticati e scintillanti, scenografie superbe: ma tutto questo non ti garantisce affatto il successo. Può andare benissimo, e può andare molto male: grandi investimenti e gente brava sono una buona premessa, ma non assicurano mai il risultato. Resta quel qualcosa di indefinito e imprevedibile che da sempre i critici hanno tentato di identificare: una speciale alchimia tra soggetto dell'opera e sentimento del tempo, un amalgama speciale fra interpreti e pubblico, un calore, un'intelligenza, un fascino del profondo, una schiettezza del cuore, chissà. Così nel calcio: una squadra è un collettivo anarchico, non sai mai cosa darà. Nessuna vittoria è mai programmabile né garantita. Puoi organizzare ricchi tornei. Puoi contare in partenza su un pubblico che nessun produttore di spettacoli ha mai avuto, cinquantamila persone che pagano in anticipo per seguire tutte le tue attività durante tutta una stagione: un sogno. Puoi disporre di giocatori anche bravi, e del migliore coreografo-allenatore. Puoi fare tutte le sbrasate pubblicitarie possibili. Puoi proclamare che la gente vive di sogni, ha bisogni di eroi c che tu vuoi darglieli, questi benedetti eroi, per alimentare il persistere del sogno: come del resto sosteneva in altre parole Andrea Rizzoli, quand'era anche lui presidente del Milan. Puoi invocare la carica morale e il furore agonistico: come del resto ha sempre fatto Herrcra quando era lo stregone dell'Inter. Puoi puntare sui dietologhi e sulla superstizione, sugli psicologhi e sullo yoga: è già tutto successo, tanto tempo fa. Ma non puoi dire: «Mi alleo ai socialisti, così Donadoni fa una rete o magari Galli para un tiro». Non ci puoi contare. Non lo puoi sistemare come vuoi, il calcio: non al di fuori del calcio. Cosi il Milan non ha forse mai avuto tante sconfitte di .seguito come da quando è arrivato Berlusconi. Può avere anche vittorie, si capisce: ma con la squadra il Padronissimo dovrà mettere a rischio continuo la sua immagine di condottiero. e , u l e e , a , : o i i : o. e i è ò l e Kitsch Una rospa di ceramica verde (che è femmina si capisce dal petto donnesco), alta circa 6 centimetri, distesa mollemente sulla sedia a sdraio. Un rospo-bagnino atletico, spalle larghe, ventre piatto, fianchi stretti, che scocca un sorriso ammaliatore. Una coccodrilla (sempre ceramica verde, sempre 6-7 centimetri) che mangia con palese delizia un cono gelato. Un gran fiore arancione tropicale finto contenuto in una bolla di plastica trasparente, per ornare i capelli delle ragazze. Una borsa-Paperino: testa in giù, e il becco spalancato all'insù è l'apertura attraverso cui riporre o estrarre gli oggetti. Serie di contenitori anatomici per diversi tipi (più intenso, meno proiettivo) di olio solare, in forma corrispondente alle differenti parti del corpo per cui vanno usati: contenitore a forma di sedere, a forma di faccia, a forma di seno, a forma di gambe. Il delirio del kitsch balneare meridionale rimane sempre sorprendente, ogni volta sempre più enigmatico: ma chi li inventerà questi oggettini, a chi verranno in mente, come fanno a pensarli, realizzarli, venderli? Eppure, niente è più cafone delle compatte collane d'oro ostentate intorno al collo e sul petto nudi da ragazzi e uomini settentrionali (Craxi compreso) in costume da bagno. Tic Nuovo tic verbale, altro eufemismo di stagione: dismissione, dismettere. Vuol dire vendere, alienare, cedere, e viene adesso usato nel linguaggio politico per indicare tutte quelle aziende pubbliche che vengono vendute ai privati oppure agli americani. Si potrebbe dire più Coattamente liquidare, smantellare, sbaraccare, dare via: ma «dismettere», pare, suona meglio. Più elegante, più manageriale, più razionale, più ipocrita.

Persone citate: Andrea Rizzoli, Berlusconi, Craxi, Donadoni, Galli, Kitsch, Silvio Berlusconi