Denuncia il figlio drogato che ruba di Fulvio Milone
Denuncia il figlio drogato che ruba Napoli, subito rilasciato il giovane si inietta overdose: è grave Denuncia il figlio drogato che ruba NAPOLI — Ventiquattro anni, eroinomane da sei, finisce in carcere per furto su denuncia della madre, decisa a tutto pur di salvarlo dalia droga. Giudicato per direttissima, il giovane viene condannato a sei mesi di reclusione con il beneficio degli arresti domiciliari. Ma a casa ci rimane per pochi minuti: sconvolto da una crisi d'astinenza, esce in cerca di una dose. Riesce a procurarsela, ma dev'essere droga tagliata male, perché subito dopo averla iniettata si accascia sul marciapiedi, privo di sensi. Solo dopo ore di frenetici tentativi, 1 medici riescono a salvarlo. Vito Antonio Peluso è stato strappato alla morte che forse ha anche cercato, per porre fine al suo lungo Incubo. •Sono vivo, che posso farci?', ha mormorato subito dopo aver ripreso conoscenza. Il suo incubo continuerà, come quello di Maria Abbate, 45 anni, vedova di un pensionato morto due mesi fa di diabete, che odia e ama quel figlio come solo una madre può fare. Per sei anni ha taciuto. Nell'appartamentino al primo plano di un palazzo semidiroccato, in via Cagnazzi, nel cuore del rione Stella, uno dei più fatiscenti della città, oggi Maria parla con affanno, «Ce l'ho fatta, finalmente ce l'ho fatta; continua a ripetere ad occhi bassi. E' una donna disfatta dalla vita. Vive con quattro figli in due piccole stanze le cui pareti scrostate trasudano umidità. La sua è una povertà dignitosa: 1 soldi sono pochi, c'è la pensione del marito morto e il suo magro stipendio di ausiliaria in un ospedale cittadino. 'Quanto basta per non morire di fame e per comperare le scarpe ai figli'. n resto è per Vito, primogenito, ladro per droga, perennemente affamato di spiccio¬ li o di qualsiasi cosa possa essere venduta in cambio dell'eroina. -Erano giorni che lo scongiuravo, lo supplicavo di non rubare — racconta Maria —. Ti ammazzo, o ti mando in galera, gli dicevo. Lui non rispondeva, abbassava gli occhi pieni di vergogna: pareva un cucciolo sotto le mazzate. In quei momenti avrei dato la vita per lui, ma dopo un attimo sentivo di odiarlo. Ieri mattina, l'ho fatto arrestare'. Tutto si è svolto nell'arco di poche ore. 'Erano le sette — racconta la dorma — quando ho sentito dei rumori provenienti dall'appartamento al piano superiore. Quella casa è vuota, i proprietari sono in villeggiatura, ho capito subito che c'erano i ladri. Sono uscita sul pianerottolo, ho incontrato Vito che scendeva le scale, stordito dall'eroina. Mentre si allontanava gli ho urlato che era un ladro, che l'avrei mandato in galera. Ho pregato il Padreterno perché mi facesse morire all'istante, poi sono corsa al telefono per avvertire la polizia. Vito è stato arrestato per la strada, il mio ragazzo non aveva avuto neanche il coraggio di allontanarsi: Dopo poche ore trascorse In una cella di sicurezza della questura, il processo per direttissima: sei mesi di reclusione, con la concessione degli arresti domiciliari. Ma in via Cagnazzi non c'era un poliziotto che lo controllasse. «Vito ha lasciato l'appartamento, non sono riuscita a trattenerlo — racconta la madre —. Mezz'ora dopo mi hanno telefonato dall'ospedale. Mio figlio era in rianimazione, pareva un bambino addormentato: Maria é categorica: «Lui non ha colpa, non ha nessuna colpa. Nessuno lo ha alutato, forse anch'io devo avere fatto degli errori, forse avrei dovuto parlare con lui, tentare di capirlo'. Fulvio Milone
Persone citate: Maria Abbate, Vito Antonio Peluso
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