Tirannicida in ritardo
Tirannicida in ritardo «Perché è sbagliato il monumento a Bresci» Tirannicida in ritardo La XX legislatura del periodo statutario monarchico era cominciata il 16 giugno 1900. Le elezioni avevano dato uno straordinario successo alla Estrema Sinistra, passata da 67 a 96 deputati. I repubblicani ne avevano ottenuti 29; i radicali 34; i socialisti erano passati da 11 a 33. La Sinistra costituzionale, con Giolitti e Zanardelli, aveva ora 116 deputati, ventitré in più. L'elettorato aveva dunque premiato, con un'avanzata di 52 deputati, i gruppi politici che per un anno erano stali, con diversi atteggiamenti, decisi oppositori sia del «pacchetto» di leggi repressive contro le agitazioni sociali e la stampa che le appoggiava, sia del nuovo regolamento parlamentare che ne avrebbe dovuto facilitare l'approvazione contro l'ostruzionismo delie sinistre. Il nuovo governo formato dal settantottenne avvocato Giuseppe Saracco, già presidente del Senato, capi la lezione e nominò, come primo suo atto, una commissione, con l'Estrema Sinistra ben rappresentata, per risolvere il problema, rimasto aperto, del regolamento parlamentare. Allora, le riforme si face¬ vano in fretta: e il 1" luglio venne fuori quel regolamento che doveva, nella sostanza, tramandarsi dallo Statuto del 1848 alla Costituzione del 1948. con tutte le obsolescenze che conosciamo: ma che, al tempo, rappresentò un moderno compromesso istituzionale. Dopo un anno, la paralisi del Parlamento era dunque sbloccata. Nel frattempo, la'Corte di Cassazione aveva dichiarato nulla la promulgazione con decreto reale delle leggi eccezionali repressive. L'Italia politica e sindacale del primo anno del secolo, attraverso l'uso della Costituzione e delle garanzie in essa comprese — il Parlamento, le elezioni, la magistratura — ritrovava dunque la sua stabilità democratica. 11 grave tentativo, che si era avuto, di involuzione reazionaria era stato sconfitto con i metodi costituzionali. Il Paese si preparava a sfruttare un periodo di espansione economica che sarebbe durato per un decennio. Fu a quel punto, il 29 luglio, che Gaetano Bresci ammazzò, a Monza, il re Umberto I. La Costituzione materiale conosce e ammette, come si sa, il diritto di resistenza come vl'estrema difesa della libertà», la resistenza violenta contro la violenza di Stato. «l'estremo rimedio ad estremi mali non contenibili coi mezzi ordinari di difesa delle libertà individuali e dì gruppo, e delle istituzioni democratiche delle libertà» (Barile). Ma la violenza contro un regime democratico non trova giustificazioni né nel temAndrea Manzella (Continua a pagina 2 in ottava colonna)
Persone citate: Bresci, Gaetano Bresci, Giolitti, Giuseppe Saracco, Manzella, Zanardelli
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