Padre Curran: non mi piego di Ezio Mauro

Padre Curran; non mi piego Il docente Usa «licenziato» dal card. Ratzinger passa all'attacco Padre Curran; non mi piego «Voglio battermi per legittimare il dissenso)) - «Ho un grande Dio, c'è tanto posto al suo seguito)) DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — .Sono e resto un cattolico leale e convinto. Ma non credo in coscienza di dover cambiare le posizioni teologiche che ho preso, e non voglio farlo. Continuerò a battermi per legittimare il dissenso, per cambiare alcuni degli insegnamenti ufficiali, per la libertà d'insegnamento. Tutto ciò è buono per la Chiesa Cattolica Romana, la mia Chiesa. Il mio Dio è un Dio grande e c'è tanto posto al suo seguito, per tutti'. Inquadrato da diciotto televisioni, circondato da una siepe di microfoni, bombardato dai fotografi, padre Charles Curran ha iniziato cosi ieri il suo scomodo cammino di teologo ribelle, confermando le idee e le posizioni che hanno portato 11 cardinale Ratzinger, capo dell'ex Sant'Uffizio, a decidere il suo allontanamento dalla Facoltà teologica dell'Università cattolica d'America, aprendo un caso di portata mondiale, con la prima, grave censura — dopo 1 processi a Kung, Boff e Schlllebeeckx — contro 11 mondo della teologia liberale americana. In realtà Curran, che 1 settemila studenti del campus chiamano Charley e che un fronte di studiosi cattolici sostiene con mozioni e raccolta di firme, non si considera affatto un ribelle, piuttosto un teologo •moderato: colpito dal Vaticano perché il suo dissenso riguarda i temi della morale sessuale, perché la sua figura pubblica è nota e popolare, e soprattutto per inviare un monito alla Chiesa americana, in frizione con la Santa Sede, ad un anno dalla seconda visita di Karol Wojtyla. Curran accetta, senza enfasi e con ironia, il ruolo difficile di rappresentante di una teologia critica, anche se non radicale. La gestione della conferenza stampa, in un'aula ad anfiteatro dell'università piena di gente, con curiosi e cronisti persino nei corridoi, è stata attenta e spettacolare nello stesso tempo. Una critica al Vaticano netta ma rispettosa, il rifiuto deciso di ogni ritrattazione ma accompagnato alla ricerca di un'intesa di compromesso, una contestazione completa delle tesi teologiche di Ratzinger, ma mossa sempre dall'interno dei confini della Chiesa, sottolineando come il dissenso — che è larghissimo su tutti i grandi temi wojtyliani del matrimonio, dell'aborto, dell'omosessualità, della masturbazione, del divorzio, dell'eutanasia e della sterilizzazione — si muova pur sempre dentro un quadro più ampio di consenso e di accettazione dell'insegnamento ' cattolico tradizionale. Sul palco, Cur¬ ran si è offerto ai mass media e all'opinione pubblica come un tipico personaggio americano: non una vittima, ma un campione della libertà accademica e del dissenso, solitario nella condanna ma leader di un movimento, perfettamente a suo agio nel vestito grigio elegante con cravatta rossa dell'-uomo nuovoinseguito da riti e condanne di un mondo con cui non vuole rompere, ma che vuole modificare profondamente. La decisione di non rompere, il teologo l'ha presa in due giorni di silenzio, mentre i suoi amici lo proteggevano dall'assalto di chi voleva chiedergli se già si sentiva fuori dalla Chiesa. *Non ho tagliato nessun ponte, nemmeno l'ho attraversato; ha detto ieri Curran. Sul plano universitario, il professore è in un periodo sabbatico e quindi anche se la Sacra Congregazione per la dottrina della fede lo ha dichiarato «né adatto né qualificato' per l'insegnamento della teologia cattolica, nulla può in pratica cambiare il suo rapporto contrattuale di lavoro con l'università. Ma quella di Washington è l'unica università cattolica degli Stati Uniti sotto giurisdizione vaticana, con obblighi speciali verso la Santa Sede. Il cancelliere della •Cattolica» è l'arcivescovo di Washington, monsignor James Hickey. che ha totalmente appoggiato la condanna vaticana, decidendo di darle immediata esecuzione. Ieri Curran, entrando nell'aula con il codice di diritto canonico in mano, ha diffuso la fotocopia della lettera di condanna e sospensione dall'insegnamento che Ratzinger gli ha spedito il 25 luglio, dopo il visto e l'approvazione personale del Papa. Di qui è partito per contestare la tesi di fondo del Vaticano: .Non è vero che le mie tesi, come sostiene Ratzinger, sono contrarie ed opposte all'insegnamento ufficiale: io ho sempre sviluppato la mia teologia morale alla luce dei principi cattolici'. Circoscritto il suo dissenso, Curran ne rivendica subito, apertamente, la legittimità. Il fedele, sostiene, ha diritto di dissentire dagli insegnamenti «non infallibili' della Chiesa. E il Vaticano farebbe bene a riconoscere questo diritto, se non vuole finire prigioniero di situazioni paradossali: 'Oggi 750 teologi del Nord America dichiarano di sottoscrivere le mie tesi e di sostenere la mia posizione. Sono tutti da dichiarare, come me, non adatti e non qualificati per l'insegnamento della teologia?'. Ezio Mauro

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