Un fisco da cambiare di Eugenio Palmieri
Un fisco da cambiare La riforma di Reagan riaccende il dibattito in Italia Un fisco da cambiare Tutti concordi sulla drastica riduzione di aliquote e detrazioni - Altissimo (pli): la questione centrale è il deficit pubblico - Visentin, difende le Finanze - Il psdi per una riforma globale - Il sindacato darà battaglia ROMA — Non si spegne la polemica sul fisco. Le cifre dell'evasione dalla gabbia delle tasse in Italia, dell'operaio sulla carta più ricco di molti commercianti e di molti professionisti, e la rivoluzione fiscale che si delinea negli Stati Uniti con il timbro di governo e opposizione, hanno rianimato un dibattito finora confinato tra gli argomenti da spiaggia. Lo stesso ministro delle Finanze, Visentin!, ha riconosciuto nei giorni scorsi che il rafforzamento delle Finanze richiede molto tempo, ma ha difeso la sua azione ricordando la difficile battaglia dei registratori di cassa, l'accorpamento delle aliquote Iva, la semplificazione dell'imposta di registro. Ancora un terremoto ferragostano apparente? Il disegno di Reagan, drastica riduzione del numero delle aliquote e cancellazione di importanti detrazioni, piace un po' a tutti: al segretario liberale Altissimo, al socialista Benvenuto, al direttore generale della Confindustria Paolo Annibaldl, ai sindacalisti comunisti, come ci ha confermato il segretario confederale della Cgil, Edoardo Guarino. Non pochi sarebbero i be¬ nefici: uno snellimento del lavoro per il ministero delle Finanze, dichiarazioni dei redditi senza impazzimenti e senza più parcelle per 1 rabdomanti dei modelli 740, un prelievo assai meno pesante per i redditi medi. Stando ai calcoli diffusi in questi giorni mettendo meccanicamente a confronto i due sistemi (ma il raffronto non è cosi omogeneo) un lavoratore con un reddito di 25 milioni annui, moglie e due figli a carico, pagherebbe al fisco meno di due milioni contro gli attuali 4 milioni e 700.000. Ma la ricetta che sta maturando nel Parlamento americano è trasferibile davvero nel sistema italiano? Con la stessa franchezza gli interlocutori delle varie estrazioni politiche rispondono di no. Al di là dello scandalo dell'evasione fiscale ancora molto consistente, per non dire generalizzata tra le categorie che non vengono sottoposte alla ritenuta sullo stipendio, in Italia c'è una carenza di fondo che ostacola qualsiasi tentativo di spingere il sistema ad una definitiva giustizia fiscale: l'amministrazione Eugenio Palmieri (Continua a pagina 2 In quinta colonna)
Persone citate: Edoardo Guarino, Reagan, Visentin
Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti
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