Dalla canta per i detenuti e paga il concerto da sé

Dalla canta per i detenuti e paga il concerto da sé Eleganza, rose e camorristi pentiti al concerto di Bellizzi Irpino Dalla canta per i detenuti e paga il concerto da sé AVELLINO — «No, non mi sembra proprio il caso di parlare di me. Piuttosto scrivete dì loro, ascoltateli perché sono i veri protagonisti della serata»; Lucio Dalla alza appena la larga tesa del Panama calato sul capo. Poche frasi cortesi, una brevissima interruzione della lettura di Tiberio, il libro di Antonio Spinosa, che sembra interessare molto l'artista emiliano, seduto nella sua .Golf» bianca. Tra poco inizia il concerto. Loro, i veri protagonisti della serata, sono già seduti ai piedi del palco, allestito al centro di un Campetto di calcio. Sono i 300 detenuti del carcere di Bellizzi Irpino, un moderno complesso sorto due anni e mezzo fa alla periferia di Avellino. Per giorni hanno atteso il concerto, realizzato a spese dello stesso Dalla e di due cooperative di lavoro avellinesi. L'atmosfera è curiosa, a metà tra la serata di gala in una città di provincia e l'iniziativa a sfondo politico e sociale, in perfetta sintonia con lo spirito della riforma carceraria. Il contrasto è netto. In prima fila si notano le signore in abito da sera: sono le mogli di funzionari dello Stato, di politici locali, di magistrati. Per entrare nel campo sono passate dinanzi ad una bancarella dove un detenuto ha distribuito rose rosse. Più indietro, nell'improvvisata platea, siedono i detenuti, allegri e caciaroni, sorvegliati discre¬ tamente dagli agenti di custodia con le divise grigie, che ce la mettono tutta per non essere notali. Clorinda Bevilacqua, direttrice del carcere, dispensa sorrisi a tutti. I reclusi ne parlano bene e con rispetto, sostengono che «direttori di altri istituti di pena dovreb bero incoraggiare come lei l'applicazione troppo spesso disattesa della riforma carceraria-. Alle 20.50 un'ovazione: Lucio Dalla sale sul palco illuminato a giorno, il viso barbuto seminascosto dal Panama, il corpo minuto infagottato in un camlcione viola, stile hawayano. Da professionista serio, l'artista è qui per fare il suo mestiere: concede poco ai convenevoli, risponde con un semplice grazie al detenuto che gli consegna un ingombrante fascio di rose e alla direttrice che lo saluta con un breve intervento. Dal campo erboso, applausi, grida e fischi d'entusiasmo si rincorrono fino al palco. Il piccolo uomo al centro delle luci dei riflettori è seduto al pianoforte, comincia con i brani tratti dal suo ultimo long-playing, Bugie. Seguono i motivi più noti, arrangiati nei modi più incredibili, modulati su una voce capace di ogni suono. In un momento di pausa un recluso trova il coraggio di salire sul palco. «Maestro, permette due canzoni?-, chiede, e Dalla si fa da parte. L'uomo canta motivi tristi, di malavita, di carcere e di madri morte di dolore. Il compito più arduo è riservato agli .Stadio», che accompagnano come possono. Terminata l'esibizione, tra applausi e urla di approvazione, Dalla commenta con un «bravo, bella voce, buona interpretazione». La vita del carcere sembrerebbe lontana mille miglia da quel campo erboso, se non fosse per le pallide luci che filtrano dalle finestre dell'infermeria, dove sono ospitati cinque .pentiti» della camorra. Per ovvi motivi di sicurezza sono esclusi dal concerto, organizzato da un comitato di detenuti nato da pochi mesi, ma già estremamente attivo. Il progetto del comitato è ambizioso: per la prossima primavera i detenuti sperano infatti di realizzare con la collaborazione dell'Unicef una grande manifestazione tra le mura del carcere. Tra gli ospiti, gli attori Peter Ustinov e Liv Ullman. e Antonello Venduti; e Dalla, naturalmente. Fulvio Mitone «Permette due canzoni?», e un detenuto si esibisce durante una pausa del concerto di Dalla

Persone citate: Antonello Venduti, Antonio Spinosa, Bevilacqua, Dalla, Fulvio Mitone, Liv Ullman, Lucio Dalla, Peter Ustinov

Luoghi citati: Avellino, Panama