Un mitra per il primo attore di Luciano Curino

Un mitra per il primo attore Brescia, nascono capolavori in una fabbrica d'armi centenaria Un mitra per il primo attore Da quarant'anni, Libero Daffini costruisce armi antiche e moderne per cinema e televisione - A volte, per realizzarle, è costretto a visitare musei specializzati - «La prego di inviarmi due pistole modello corsaro» DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA — A Waterloo sia francesi che inglesi hanno combattuto con le armi uscite da questa fabbrica della periferia bresciana. Adesso è chiusa per ferie, ma è rimasto il proprietario, Libero Daffini, perché gli hanno chiesto con una certa urgenza due pistole da duello. Sono quasi quarant'anni che il signor Daffini fornisce di armi il cinema e la televisione. Dagli archibugi ai Kalashnikov, dai cannoni alle bombe a mano. Dice che i Daffini sono nelle armi da sei o sette generazioni. Sono della Val Trompia, come quasi tutti gli armaioli. Possiede una fabbrica di fucili da caccia e tra i clienti ha avuto Faruk d'Egitto, lo Scià e re Hussein di Giordania. Ma più che delle forniture regali, vanta attestati come questo della televisione svizzera, che lo ringrazia degli Sten usati per uno sceneggiato e «constatato cosi l'egregio funzionamento di queste armi, è nostro desiderio chiederle la fornitura di armi diverse-. Gli chiede due pistole a pietra focaia •modello corsaro 1700: Daffini è un signore sulla sessantina mite e gentile, sta nel suo incredibile arsenale (oltre 1200 pezzi di ogni epoca) come un floricoltore nella sua serra. Viene il sospetto che parli più volentieri delle armi per usi scenici che dei fucili da caccia perché quelle sono innocue. Non è il tipo che uno si immagina in un laboratorio a confezionare bombe o a ricostruire mitragliatrici Saint-Etienne modello 1907, eppure è questo il lavoro che lo appassiona. Dice: «£' un lavoro che per farlo bene ci vuole passione'. Ha cominciato a fornire armi al cinema nel 1949. Non ricorda per che film. I film, ì registi, gli attori, per lui non hanno nome, rammenta soltanto quali armi sono state usate. Qualche nome viene fuori non dalla sua memoria, ma da vecchie lettere di ordinazione, da fatture e ricevute. E' tra queste carte che Daffini ritrova quello che considera il suo capolavoro: la preparazione del¬ le armi per La battaglia di Waterloo, filmone storico prodotto da Dino De Laurentiis negli anni d'oro di Cinecittà. -Per studiare i fucili e le pistole dei due eserciti sono andato al Museo storico di Londra. Ne ho fabbricati centoventi, quelli che venivano ripresi in primo piano e dovevano essere perfetti. Centinaia di altri, che nel film si intravedevano appena, sono stati fatti alla bell'e meglio a Cinecittà. Quei miei fucili e pistole hanno poi interessato professori di storia e studiosi di armi, e sono stati usati in altri film d'epoca*. E' maniaco della perfezione. Per Guerra e pace è riuscito a farsi mandare da Mosca una cartuccia originale per riprodurla. Nel suo disordinato archivio trova una lettera del 1979 di una casa cinematografica libica che per «La battaglia di TugrifU, film patriottico, dice: «Ci occorrono: 120 fucili mod. 91 uso scenico, 3 cannoni tipo Libia, 3 mitragliatrici epoca 1928-33, 10 pistole, 450 baionette, 450 fucili mod. 91 non funzionanti. Fiduciosi di un Vostro sollecito interessamento...'. Che differenza c'è tra un fucile uso scenico e uno non funzionante? »Il primo è un'arma demilitarizzata: ha la detonazione, la fiammata e il fumo del fucile autentico, ma può solo sparare a salve. Quello non funzionante è una ricostruzione e non spara neppure a salve, fa solo figura». Per il trasporto di queste armi inoffensive, come per la loro vendita o noleggio, occorre l'autorizzazione del questore di Brescia e del questore della provincia dove si gira il film, lo sceneggiato o lo spot pubblicitario. L'innocuo mercante d'armi continua a cercare tra le polverose carte. Ecco che vengono fuori i ricordi. Le Colt e i Winchester dei western all'italiana. 'Oltre alle armi, mi chiedono pure la buffetteria: bandoliere, cinturoni, giberne. Anche qui devo documentarmi, andare nei musei'. Per i film sulla Grande Guerra «ho rifatto i cannoni di sana pianta». Una lettera dove gli chiedono due carri armati e un elicottero, «ma non tratto questa roba». E tratta armi bianche? «Si, pugnali, spade, sciabole, scimitarre, per film di pirati e di crociati'. Anche alabarde, bastoni animati e lance africane. La televisione ha aumentato la sua attività. Daffini ricorda in particolare le armi per gli sceneggiati Notti e nebbie e Sandokan. Ecco una lettera di Canale 5 che gli chiede -6 mitra Thompson, 6 pistole Anni Trenta, 6 pistole Luger». Per un film di spionaggio della britannica Bbc ha realizzato una pistola camuffata da libro, un'edizione rilegata in pelle dei Promessi sposi. Adesso la Rai sta producendo L'isola del tesoro, e gli ha ordinato «due pistole da duello di epoca 1830 circa ad una canna retrocarica, impugnatura con scanalature ad intarsio tipo avorio'. Deve consegnarle entro agosto, sicché non è andato in vacanza. Mai avuto disavventure? 'Una notte rincasavo con le armi del film Una rapina alla banca di Vigevano. Al casello di Brescia mi hanno fermato quelli della Stradale per un controllo. Hanno trovato nell'auto mitra, bombe a mano e fumogeni. Erano allibiti e mi sono sembrati nervosi. Ho spiegato che erano le armi usate per Una rapina alla banca di Vigevano, ma non sapevano che si trattava di un film, e le cose si stavano mettendo male, poi ho mostrato i permessi dei questori». Racconta mentre andiamo tra magazzini con armi dappertutto, dal revolver Remington ai fucili garibaldini, dal Label francese al Mauser tedesco, dalla pistola Kentucky a pietra focaia alle mitragliatrici con raffreddamento ad acqua, bombe a mano ananas e balilla, baionette e mortai. C'è una cassa con dieci Kalashnikov nuovi, che Daffini ha già reso inoffensivi per uso scenico, trasformati, dice, secondo la circolare mini¬ steriale. Luciano Curino

Luoghi citati: Brescia, Egitto, Giordania, Kentucky, Libia, Londra, Mosca