Ospedale chiuso per ferie di Bruno Quaranta

Ospedale chiuso per ferie Come si aggravano d'estate le carenze della sanità Ospedale chiuso per ferie A Corridonia (Macerata), dal 28 luglio al 24 agosto - Reparto comune uominidonne a Ostia - A Crotone un incredibile primato di guasti alle apparecchiature ROMA — L'ospedale di Corridonia, una località vicino a Macerata, è «chiuso per ferie dal 28 luglio al 24 agosto», come avvisa un cartello all'ingresso. Solo il laboratorio di analisi e radiologia non è andato in vacanza, non si è arreso al «generale agosto». Corridonia è l'esempio-limite dell'emergenza sanità nel nostro Paese, la «spia, per antonomasia di una situazione che reclama l'intervento del bisturi, e non dei soliti pannicelli caldi. La sua «radiografia» introduce il dossier che il ministro Donat-Cattin riceverà nei prossimi giorni dal Tribunale per i diritti del malato, che ha elaborato uno sconfortante rapporto sugli ospedali in agosto. Un puzzle di oltre mille tessere, tante sono le segnalazioni giunte all'organismo da ogni parte d'Italia. I degenti (e i loro familiari) nei vari centri di Roma Milano, Torino, Napoli, Carpi, Crotone, Lamezia Terme, Pistoia sono i testimoni di un'assistenza spesso lacunosa, in alcuni casi addirittura latitante. Rare le «isole felici», nelle quali il corso delle cose è soddisfacente. A Roma, dove la procura ha ordinato un'inchiesta sui diversi ospedali (la conducono agenti in borghese), si è addirittura agitata la minaccia della polizia per convincere i pazienti a traslocare. E' accaduto al «Santa Maria della Pietà». L'ottavo padiglione è stato chiuso «per ristrutturazione». Nulla di grave, se non fosse che i degenti (invitati a non opporre resistenza, pena l'intervento delle forze dell'ordine) hanno dovuto trasferirsi in reparti privi di servizi. Ma le doglianze non si fermano sulla porta del bagno. Le lamentele si estendono anche alla qualità dei pasti, «notevolmente peggiorata» dopo il cambio di camera. E prima di voltar pagina, l'ultima riga rossa sotto il «Santa Maria»: il Tribunale per i diritti del malato rammenta che l'ospedale non è dotato di un pronto soccorso. Da Roma a Ostia, dove sono cadute le barriere ospedaliere fra i due sessi. Al «Sant'Agostino», il reparto femminile di chirurgia e stato chiuso e, quindi, unificato con il reparto uomini. La fusione si è risolta in una drastica riduzione dei posti-let¬ to: da 33 a 20. quasi dimezzati, insomma. Le siringhe, invece, mancano de! tutto. Ma se «chirurgia» non ride, il pronto soccorso del «Sant'Agostino» piange. Le radio delle due ambulanze non sono collegate con l'ospedale. Ne deriva che non possono segnalare eventuali guasti, né. a loro volta, possono essere avvertite di emergenze che dovessero verificarsi. Ancora una visita nei dintorni della capitale, ad Anzio, ospedale civile. Qui il pronto soccorso esiste, ma non sembra prediligere le medicazioni: un servizio cui riserva non più di quattro ore e mezzo alla settimana. Di gran lunga più gravi i «mali» dell'ospedale di Crotone. Nella speciale classifica dell'emergenza, il Tribunale per i diritti del malato lo colloca al secondo posto, dopo Corridonia. A Crotone è successo che il primario del reparto di neonatologia ha chiesto alla direzione sanitaria e al comitato di gestione di sospendere temporaneamente l'assistenza respiratoria e la terapia intensiva per le malattie polmonari. Motivi: parte dell'apparecchiatu¬ ra è usurata; manca il respiratore automatico; le incubatrici sono insufficienti (e alcune funzionano poco o nulla); è stata interrotta la fornitura di materiali di consumo, quali tubi endotracheali e cannule nasali. E ancora (sempre a Crotone): per carenza di personale dai primi di luglio è chiusa ia sezione «infettivi. ; inattivo pure il reparto di oncologia, costruito quattro anni fa. E gli esempi continuano. A decine costellano il rapporto sul «pianeta sanità». A Lamezia le ricoverate nel reparto di ostetricia e ginecologia devono portarsi tutto da casa, financo l'occorrente per lavare i bambini. Ad Ancona, il nuovo ospedale regionale non essendo dotato di un laboratorio di analisi, invia in ambulanza i prelievi al vecchio nosocomio. A Pistoia, da aprile a settembre, ci sono due infermieri per 40 malati. Alle Molinette di Torino sino a settembre inoltrato non riaprirà l'ambulatorio di terapia del dolore. E al «Sant'Anna» fino al 1" settembre non si eseguono né colposcopie né pap-test. Bruno Quaranta

Persone citate: Donat-cattin