Mosca: Israele bara

Mosca: Israele bara Contrastanti reazioni airincontro lampo di Helsinki Mosca: Israele bara I colloqui dovevano essere «tecnici», non «politici» - «Shamir arrogante: gli ebrei sovietici non sono sua proprietà» - Esclusi nuovi contatti e il ristabilimento delle relazioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — I colloqui tra la delegazione sovietica e quella israeliana «non hanno avuto alcun risultato-; all'Incontro di lunedi a Helsinki non è stato raggiunto .nessun accordo: nemmeno sulla possibilità di tenere un prossimo incontro'. Il commento di Mosca al primo contatto ufficiale tra Urss e Israele in diciannove anni è di assoluta chiusura, di rigida asprezza. In totale contrasto con le dichiarazioni più caute, rivestite d'ottimismo, dei responsabili israeliani («é stato un buon inizio; ha dichiarato il ministro degli Esteri Shamir; «/a porta è rimasta aperta», hanno commentato funzionari del go> verno). Il portavoce del ministero degli Esteri, Ghennadi Gherasimov, non ha lasciato spazi apparenti alla prosecuzione del dialogo: 'Non ci sono progetti di continuare i contatti', ha detto: quelli per un possibile viaggio a Tel Aviv di una delegazione sovietica sono stati annullati, «fiat momento che le due parti non hanno trovato un linguaggio comune'. La prima, e più vistosa, divergenza «linguistica» — almeno a sentire la parte sovietica — è stata sulla natura stessa dei colloqui. Mosca ha sempre insistito sul carattere «non politico' degli «incontri preliminari' di Helsinki; ha più volte precisato (sempre per bocca di Gherasimov, perché mai la Tass, i giornali o la tv hanno accennato ai colloqui) che le due delegazioni non avrebbero discusso della possibilità di riannodare le relazioni diplomatiche, ma soltanto di 'problemi consolari»: dalla tutela di 'proprietà immobiliari» dell'Urss (conventi della Chiesa ortodossa russa, che a Gerusalemme ha mantenuto un ufficio per amministrare i suoi beni) all'assistenza dei cittadini sovietici (l preti ortodossi e le monache che regolarmente risiedono per lunghi periodi nei conventi). Israele invece — ha accusato ieri Gherasimov — ha chiesto l'invio di una propria delegazione nell'Urss, «per reciprocità» con quello di una delegazione sovietica a Tel Aviv: sollevando «un problema inesistente», dal momento che lo Stato ebraico «non ha proprietà in territorio sovietico». Ma, soprattutto, gli israeliani hanno voluto parlare anche d'altro: della crisi mediorientale e dei 'metodi per risolverla»; 'dei cittadini soEmanuele Novazio (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Gherasimov, Novazio, Shamir