Agosto scorrevole e tamponato

Agosto scorrevole e tamponato Quei «bollettini del traffico» su e giù per la Penisola Agosto scorrevole e tamponato Un piacere è ascoltare — da voce radio color femmina all'una — le notizie dell'Automobil Club su strade e autostrade e raccordi e svincoli che si riempiono, si svuotano, si allargano, si stringono, si gonfiano da scoppiare, resistono, si arrendono, si bloccano, si liberano, registrano un due per cento in più, o in meno, «rispetto all'anno scorso», in una grande animazione di musiche ad alto volume, roghi, sirene di ambulanze e di polizia stradale. Agosto, di nuovo... Alle sue spalle, dall'ultimo, dodici mesi allineano con orgoglio i loro disastri, quelli che gli uomini chiamano cosi e quelli, anche peggiori, che invece sono detti tappe storiche e fondamentali, successi e incrementi produttivi. Il destino non appioppa che pugni ma, cambiando il nome, ci sembra di riceverne qualcuno in meno. Un piacere, le notizie di quel faticoso, commovente spostarsi di intere armate meccanizzate lungo percorsi interminabili, bollettini formati esclusivamente di parole come «transitabile», «scorrimento», «/lussa regolare», «serie di tamponamenti» , A2-A4-A6-A18-A20-A101, «chiusa per lavori nel tratto», «in graduale aumento», «rimasta bloccata per alcune ore a seguito», «sostenuto», «scorrevo¬ le», «deviato», «più intenso nelle ore serali», e «sul Grande Raccordo Anulare»; ma un piacere che può gustare soltanto chi non ci ha niente a che fare e ne è di lontano spettatore oggettivo. Ecco una cosa che non mi riguarda per niente, le vacanze, le vacanze di massa, le partenze, i traghetti, i ritorni a casa che hanno inizio subito dopo «le ultime partenze», i Tutto Esaurito e le delusioni degli Operatori Turistici, e tuttavia non mi lascia indifferente... Mi dà una specie di serenità crudele, come, visto da terra, tra grandiose ondate, il lottare disperato di una nave per arrivare al porto durante una tempesta. Il Grande Raccordo Anulare, pur avendo rapporto con strade e con Roma, mi appare come uno smisurato strumento musicale, a corde, con una cassa armonica lunga chilometri e chilo metri, sul quale un gigante trasognato esegue concerti neroniani nelle infuocate vigilie e giornate festive. Speciale attenzione la voce riserva ai Valichi di Frontiera, ben lontani dagli struggenti concerti del Grande Raccordo Anulare. Di questi, il più importante e ambito è il Brennero, associato quasi sempre a «code nei due sensi». Presa assolutamente, la frase dà l'immagine di una bestia estremamente contraddittoria che la natura abbia dotato, per eccesso, di «code nei due sensi», una che va da Nord verso Sud, l'altra da Sud a Nord, una che partendo dal fondo della groppa punta verso la testa e l'altra che dal centro della fronte — monstrum\ — minaccia l'autonomia della coda opposta. L'uso figurato di coda prevale da tempo sul letterale: chi ne vede più, di vere code? Novantatré giovani, tra i quindici e i ventuno, sondati a tradimento da un'Agenzia sommersa: che cos'è una coda? l'hanno, su cento, definita come una fila di automobili in attesa ai Valichi di Frontiera. — E la coda del cavallo? — La ricordavano, ridendo, alcune ragazze rapate, come un modo antiquato di portare capelli ignobilmente lunghi, visto in giornali disfatti dagli anni, nel salotto del dentista. — E la coda del leone? — Il Leone, per loro, non è più che un segno astrologico — quello che precede la timida, ma geniale e civilissima. Vergine. L'altro, il ruggitore della foresta, chi sa dov'è. I protezionisti hanno chiuso lo Zoo. Guido Ceronetti V

Persone citate: Agosto, Guido Ceronetti

Luoghi citati: Roma