Merli e passeri nel mirino di Remo Lugli

Merli e passeri nel mirino Mentre continuano le polemiche sui referendum anticaccia Merli e passeri nel mirino Domani (soltanto in sette regioni) preapertura della stagione venatoria limitata ad alcune specie - Ecologisti e naturalisti ritengono questa decisione disastrosa NOSTRO SERVIZIO ROMA — Domani si incomincia a sparare: merli, passeri, storni e volatili di un'altra decina di specie saranno nel mirino di duecentomila cacciatori. Perchè, fortunatamente, questa preapertura, che anticipa quella ufficiale del 21 settembre, non riguarda il totale dei cacciatori che sono circa un milione e mezzo. Soltanto sette regioni hanno deciso di avvalersi della facoltà di anticipare l'apertura prevista dalla normativa nazionale: sono Friuli-Venezia Giulia. Molise. Campania. Basilicata per la data di lunedi 18 agosto. Puglia e Calabria il 20 e Sicilia il 31. Ecologisti e naturalisti considerano queste preaperture, definite dai cacciatori "tecniche e per specie", disastrose, distruttive. Non è improbabile che siano le ultime in Italia. Il settore caccia è in grande fermento, non solo per le annualmente ricorrenti polemiche prò e contro la caccia, ma per la richiesta di due referendum per i quali gli anticaccia hanno raccolto 864 mila firme, la cui autenticità è attualmente al vaglio della Cassazione. Uno è quello cosiddetto "massimale", che prevede l'abolizione di quasi tutte le norme che attualmente disciplinano la caccia in Italia: invoca la separazione fra tutela della fauna e disciplina dell'attività venatoria, ora abbinate nella legge 968 del 1977; richiede un censimento degli animali e una rigida limitazione del numero dei cacciatori; l'aumento delle aree protette in cui la caccia è vietata; l'istituzione di un corpo di agenti venatori che facciano rispettare i divieti. Il secondo referendum, definito "minimale", ha solo lo scopo di vietare l'accesso dei cacciatori che inseguono una preda, nel fondi agricoli non recintati. Ai cittadini era data la possibilità di firmare per uno solo dei referenudm. ma quasi tutti li hanno firmati entrambi. Dopo che la Corte di Cassazione avrà controllato la validità delle firme, la Corte Costituzionale dovrà emettere entro gennaio il parere di ammissibilità, stabilire cioè se 1 referendum sono o no proponibili. In caso positivo la data delle consultazioo ni verrebbe fissata in una do menica della prossima primavera. Ma i referendum, che sono solo abrogativi, cioè possono unicamente abolire nor me esistenti e non indicarne di nuove, possono decadere (e anche slittare di un anno nel caso di elezioni anticipate) se il Parlamento, prima della data fissata per le votazioni, modificherà l'attuale legge. Anche l'Unavi. Unione nazionale delle Associazioni venatorie italiane, ha fatto una raccolta di firme, addirittura due milioni, per chiedere che il Parlamento approvi al più presto norme tali da far chiarezza nella complessa e discussa problematica ambientalistica e di riequilibrio faunistico. E' cioè un chiaro tentativo di evitare i referendum attraverso una nuova normativa. Comunque c'è. sia in chi parteggia per la fauna, sia in chi tiene in mano le doppiette, la consapevolezza che il settore ha bisogno di radicale riorganizzazione. Il sottosegretario all'Agricoltura Giulio Santarelli, socialista, ha presentato alcune proposte di modifica che riguardano la limitazione del calendario venatorio. dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, l'uso di fucili a non più di tre colpi, il divieto di tiro al piccione e parziale di caccia con le reti (uccellagione), nonché l'obbligo per i cacciatori di farsi riconoscere attraverso un cartellino. La decisione della maggior parte delle Regioni di ritardare l'apertura al settembre è la prova che ci si sta già avviando con autocontrollo verso quello che dovrà essere il punto d'incontro tra naturalisti e cacciatori. Alla data del 21 settembre la caccia si aprirà in quasi tutte le province della Lombardia, in Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna. Umbria. Toscana, Marche. Abruzzo. Lazio e Sardegna; in Alto Adige s'inizierà il ì° settembre, in Trentino il 7 e in Val d'Aosta il 14.1 calendari venatori regionali per tener conto delle diverse realtà ambientali, del clima, della "pressione venatoria'' sul territorio e del numero delle "uscite" settimanali, che di solito sono tre. esclusi martedì e venerdì, giorni considerati di assoluto silenzio venatorio, si articolano in una complessa serie di aperture e chiusure, divieti e limitazioni. Il sen. Enzo Mingozzi. presidente dell'Unavi, a proposito di limitazioni, sottolinea il fatto che la caccia è ammessa solo a circa 50 specie di fauna selvatica, fra le 600 presènti nel nostro Paese. Egli considera l'attuale calendario eccessivamente penalizzante per i cacciatori italiani. -E' da rilevare — aggiunge — che dopo l'approfondito dibattito che si è sviluppato in questi ultiini mesi sono sempre meno quelli die chiedono l'abolizione della caccia, mentre aumenta il numero di coloro die ne chiedono una pia giusta regolamentazione. Considero comunque con soddisfazione die sia la pubblica opinione, sia le forze politiche e sindacali, sia governo e Parlamento rifiutano scontri referendari preferendo, invece, soluzioni più. razionali-. In occasione dell'apertura della caccia, la Federcaccia. organo del Coni che conta 830 mila soci, ha diramato una circolare alle sue 8230 sezioni comunali, invitando i cacciatori alla massima prudenza. Il presidente della Federazione. Paolo Leporati. ha affermato che «qualsiasi incidente di caccia è e rimane solamente una disgrazia, che deve però preoccupare tutta la categoria dei cacciatori principalmente per due motivi: anzitutto percliè la caccia deve offrire sempre e comunque la gioia di praticare uno sport: in secondo luogo perchè nella pratica venatoria ogni incidente, contrariamente a quanto avviene in altre discipline sportive, viene opportunamente e pesantemente strumentalizzato per gettare discredito sulla nostra categorìa-. Leporati rivolge infine un invito alla popolazione a denunciare eventuali episodi di bracconaggio. •un reato che troppo spesso si confonde con una sana pratica sportiva-. Remo Lugli

Persone citate: Enzo Mingozzi, Giulio Santarelli, Leporati, Paolo Leporati