Cova, i frutti del lavoro di Giorgio Barberis
Cova, i frutti del lavoro ATLETICA Con fiducia verso gli Europei Cova, i frutti del lavoro DAL NOSTRO INVIATO ZURIGO — Sorridente come nei giorni migliori, nonostante le ore di sonno non fossero state molte, Alberto Cpva si è trasferito ieri a Berlino dove stasera affronterà il test conclusivo della sua preparazione per i campionati europei di Stoccarda affrontando un 3000 nel quale avrà come principali avversari il tedesco Est Kunze (ammesso che non dia forfait all'ultimò momento come il suo collega Schildauer a Zurigo), il belga Rousseau, lo svizzero Ryffel e il keniota Kipkoech. I motivi di soddisfazione del brianzolo sono evidenti: il suo successo nei 5000 del Letzigrund (nel tempo di 13'1S"8G) ha dimostrato che anche questa volta ha centrato la preparazione per l'appuntamento che conta: la sicurezza con cui si è imposto nello sprint sul temibile Deleze (13'16"), Mei (13'16"2S), Ryffel (13'16"28) e Buchner (13'16"49), dice tutto sulla bontà del lavoro completato in Finlandia negli ultimi venti giorni. «Gli allenamenti sono stati quelli giusti — sottolinea Cova —, già ora penso di valere un-tempo, inferiore a quello ottetrìtito mercoledì seraj.fntorno alu13'f(5'V rjfò'è ab1 bondantemente sotto il mio primato italiano (13'10"06). Molto positivo nella mia preparazione è stato il perido trascorso in aprile in Colorado: gli allenamenti in altura si sono rivelati assai produttivi». «A questo punto però — interviene il tecnico Rondelli — non avrebbero più senso: un fondista necessita di verifiche cronometriche del lavoro che svolge che non possono essere falsate dalle condizioni ambientali: ecco perchè, dopo la gara di Berlino, torneremo in Italia dove completeremo la preparazione». Cova, al rientro, andrà a casa, a Mariano Comense. Quindi venerdì 22, il giorno prima della partenza per Stoccarda, sosterrà il test di Conconi. «Agli europei — ribadisce Alberto — correrò 5 e 10 mila sperando che una partecipazione limitata sulla distanza maggiore ci eviti le batterie. La gara più breve sarà anche la più difficile: agli uomini che ho battuto nella volata del Letzigrund, aggiungerei come avversari pericolosi Ovett, Rousseau e Coghlan». Se Zurigo ha offerto la possibilità di un nuovo importante acuto a Cova, altrettanto significativa è la conferma del valore della squadra azzurra in una serata nella quale Antibo (IO1 in 13'23"79) e Panetta (ritirato) hanno dovuto fare i conti con il mal di gambe. Per loro si tratta di assorbire il molto lavoro svolto: specie per il siciliano che è logico attendersi tra i protagonisti, almeno sui 10 mila, di Stoccarda. Alle spalle di Cova, infatti, ha ottenuto un buon terzo posto Stefano Mei, ritoccando ampiamente il suo limite personale. «E dire — fa lo spezzino — che ho sbagliato gara, aspettando troppo ad attaccare. Un erroue'.grave\"il primo éheimi capita di fare in wiestét^giòhé.' Il TnlB;«léHà6oi' re Leporati è giustamente furibondo: ho buttato via l'occasione per vincere o almeno render più difficile la vita a chi mi ha preceduto sul traguardo. Gli europei? Cova era e resta il grande favorito, ma io a Stoccarda vado per vincere. Non fraintendetemi, però guai se uno si presenta al via già convinto di non potercela fare. Tutti coltiviamo le nostre speranze ed io, pur dovendo fare i conti con la mia sciagurata volata, al Letzigrund mi sono reso conto di valere ben di più di quello che mi è riuscito di esprimere». Giorgio Barberis
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