La Cee si spacca in due

La Cee si spacca in due GUERRA DELLA PASTA Paesi del Sud contro quelli del Nord La Cee si spacca in due L'accordo con gli Usa favorisce i prodotti dell'Europa settentrionale a danno di quelli mediterranei - L'Italia si opporrà alla fase due e tre dell'intesa - Scontente anche Spagna e Grecia ROMA — Meglio si esaminano i contenuti dell'intesa fra Comunità europea e Stati Uniti sui commerci agricoli, più l'Italia è contraria. Quella che è stata chiamata la «guerra della pasta» deve finire ed è bene che finisca, ma una pace come questa si rischia di pagarla cara: gli svantaggi si trasferirebbero da un settore produttivo a un altro. Al ministero del Commercio estero il giudizio è netto: il governo italiano ha accettato la «prima fase» dell'intesa raggiunta domenica scorsa, ma respinge la seconda e la terza cosi come sono concepite. Nella prima fase, gli Stati Uniti aboliranno i dazi dell'anno scorso sulla pasta (4CKV, e 25% per la pasta all'uovo) e la Cee abolirà i dazi di ritorsione contro i limoni e le noci statunitensi. HL'EXPORT PERDE COLPI — Con questi dazi, le esportazioni di pasta italiana negli Stati Uniti si sono ridotte del lcrv in quantità e del 24<7c in valore. Ma la scomparsa dello svantaggio per la pasta — per giunta aleatoria, perché sottoposta a revisione tra un anno — verrebbe pagata, nella seconda e terza fase, con danni per altre produzioni agricole ARANCE E FORMAGGI — Secondo gli esperti del ministero, il contingente di 20.000 tonnellate di arance cali¬ forniane che nei primi mesi dell'anno prossimo verrebbe lasciato entrare in Europa potrebbe far scomparire o quasi le esportazioni italiane di arance, già deboli, negli altri Paesi della Comunità. In cambio, le agevolazioni all'ingresso negli Stati Uniti di formaggi, tra cui il pecorino, non garantirebbe10 benefici sufficienti. CONTENZIOSO COMPLICATO — E' un contenzioso complicato, che si spezzetta in decine di piccole beghe di settore, sui prodotti più diversi, acciughe e capperi, pompelmi rosa e arachidi. La questione politica di fondo sta nel contrasto fra interessi delle agricolture mediterranee e interessi delle agricolture europee continentali. La commissione esecutiva della Comunità europea, a Bruxelles, è di nuovo accusata di favorire i secondi. DE CLERCQ SOTTO ACCUSA — Il governo italiano giudica in modo piuttosto severo il comportamento te¬ nuto dal commissario europeo Willy De Clercq (belga) nel negoziato con il rappresentante statunitense Clayton Yeutter. Su alcuni prodotti mediterranei si sarebbero fatte agli americani concessioni addirittura superiori alle richieste: mentre su prodotti continentali la Commissione Cee avrebbe fatto muro. SPAGNA E GRECIA CONTRARIE — L'Italia aveva suggerito, ad esempio, concessioni sull'export di tacchini, a cui gli Stati Uniti tengono molto: non se ne è fatto nulla. Alle nostre proteste, si risponde che ormai gli agrumi italiani non sono più competitivi all'estero, e che prima o poi occorre rassegnarvisi. Anche Spagna e Grecia vedono molti svantaggi nell'intesa che si è conclusa, e si opporranno alla seconda e terza fase. Il no italiano deve tener conto di due elementi importanti: 1) è nostro interesse che i dazi sulla pasta siano tolti quanto prima: 2) il commercio con gli Stati Uniti è ancora, nonostante il calo del dollaro, uno dei punti forti del nostro interscambio (3000 miliardi di attivo nel primo remestre '86. secondo un dato appena uscito dagli uffici del ministero). L'ITALIA DARÀ' BATTAGLIA — Tuttavia, il nuovo ministro del Commercio estero, Rino Forrr.'ia. è convin¬ to che a settembre, nel Consiglio dei min.stri europei, l'Italia dovrà dare battaglia. L'argomento principale sarà cosi congegnato: se si trattasse solo della pasta, è chiaro che sarebbe l'Italia a dover compensare con sacrifici in altri settori. .

Persone citate: Clayton Yeutter, De Clercq, Rino Forrr, Willy De Clercq