A luci spente contro gli abusivi di Pierangelo Sapegno
A luiispente iontro gli abusivi Serrata dei commercianti romagnoli per i venditori sulle spiagge A luiispente iontro gli abusivi Gli affari dei clandestini raggiungerebbero i mille miliardi - Misteriose le centrali del traffico DAL NOSTRO INVIATO RIMINI — Ahmed conosce due parole d'italiano e non legge i giornali. I commercianti spengono le luci? Pazienza, lui non capisce, ma non importa, vende anche al buio: «Vu cumprà?». L'altra sera la Romagna ha fatto la serrata del neon, da Cervia a Cattolica, black-out totale per il mercato nero, proprio sotto Ferragosto: per un quarto d'ora negozi e esercizi pubblici hanno spento le luci e abbassato le serrande contro il popolo di pataccari e marocchini che riempiono le spiagge e le strade della Riviera a vendere magliette Lacoste, orologi e chincaglieria varia, a prezzi troppo bassi, e gli ambulanti doc, quelli con tanto di regolare licenza, hanno sfilato contro i loro fratellastri abusivi. Black-out alla romagnola, uno spegne, l'altro accende, e un altro ancora sta sulla soglia, le mani sprofondale in tasca e l'aria del bullo a ringhiare al collega distratto: «Allora?». Alla fine tutti d'ac¬ cordo e luci spente, solo i fari delle macchine e i lampioni a rischiarare la notte per un quarto d'ora. Ed è contento pure Ahmed che non parla italiano ma ride beato: affari d'oro, anche al buio. I marocchini vendevano, i tedeschi non capivano («Già finite vacanze?»), gli italiani guardavano. Da queste parti si va avanti cosi, una manifestazione dietro l'altra, saccopelisti che ballano il liscio e negozi che fanno finta di chiudere. La protesta — avvisano alla Confesercenti — non finisce comunque qui. I commercianti della Romagna, che, come si sa. a giudicare dai redditi denunciati al fisco è tutta gente che riesce a malapena a fare quadrare il bilancio, hanno intenzione di rivolgersi a sindaci, prefetti e parlamentari. Poi vogliono creare un Centro di coordinamento «per continuare la lotta» contro quell'industria dèi nero che sulla còsta romagnola fattura da capogiro: non meno di mille miliardi al¬ l'anno, sfruttando una manovalanza composita, ricca non di soldi, ma di storie sciagurate. E che le truppe dei «vu cumprà» rappresentino un vero e proprio esercito illegale di emarginazione varia è un dato di fatto inconfutabile. Dagli scugnizzi con la cesta del cocco bello, al popolo di africani bardati come in inverno e con i tappeti sulle spalle, dai pataccari ai piccoli truffatori: quanti sono nessuno lo sa, ma i mille miliardi che riescono a tirare su nella stagione equivalgono al 30 per cento del cosiddetto commercio regolare. Una bella fetta, che finisce soltanto in minima parte nelle tasche di questi disperati delle spiagge. I commendatori del traffico, quelli che si beccano le prebende e qualcos'altro, sono avvolti nel mistero. «E non riusciamo proprietà capire perché nessuno riesce a scoprire le centrati di quésta piovra», commentano alla Confesercenti. Tanti abusivi senza arte né parte, senza soldi e senza futuro. E pochi padroni: nascosti e sconosciuti. Qualche sospetto è caduto su San Marino che, secondo la Confcommercio, alimenterebbe l'industria del nero in Riviera. In pratica, introdurrebbe in Italia merce senza Iva. Tutto da dimostrare, comunque, e dal Titano, ovviamente, arrivano solo smentite: «L'abusivismo colpisce anche noi, bisogna smetterla di tirarci sempre in ballo», ribattono dalle botteghe della più antica repubblica d'Europa. In ogni caso i santuari del mercato nero sono ancora lontani, imprendibili. Non resta che prendersela allora con l'esercito dei pataccari e dei vu cumprà. Una crociata compatta, cominciata alcune settimane fa: ordinanze dei sindaci hanno vietato mercanteggiamenti di sorta sulle spiagge e gli altoparlanti- ,dei bagni hanno martellato.1,turisti invitandoli a evitare"accuratamente i marocchini. Pierangelo Sapegno
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