Non spiovano: assolti di Tito Sansa

Non spiovano: assolti I due italiani arrestati sabato scorso in Grecia Non spiovano: assolti La sentenza ad Alessandropoli, dopo nemmeno un'ora di dibattimento: «Non hanno commesso il fatto» - Hanno trascorso una settimana in una cella di 3 metri per 2 DAL NOSTRO INVIATO ALESSANDROPOLI — 'Assolti per non avere commesso il fatto: E' stata la lapidaria sentenza pronunciata alle 14,30 di ieri, dopo nemmeno un'ora di dibattimento, dal tribunale distrettuale dell'Evros che ad Alessandropoli ha processato per direttissima gli italiani Edoardo Pacchetti, 37 anni, e Claudio Marini, 30 anni, ambedue di Monza, accusati di spionaggio militare. Gli imputati, che erano sempre rimasti calmi durante i cinque giorni e le cinque notti trascorsi in una cella di sicurezza della questura, hanno ringraziato la corte e gli avvocati della difesa. Rimarranno qui fino a lunedì, oggi vanno in gita all'isola di Samotracia, quasi all'imboccatura dello Stretto dei Dardanelli che segna il confine con la Turchia asiatica. E' finita bene un'avventura cominciata sabato 9 agosto sull'altipiano di Plaka. una zona strategica a una cinquantina di chilometri dalla Turchia e una sessantina di chilometri dalla Bulgaria, dove i due si erano fermati insieme con un fratello del Pacchetti per fare una fotografia ed erano stati sorpresi e denunciati da un solerte cittadino, un giovane specialista di elettronica a nome Kozamanis Paraskevas. Nella sua denuncia costui aveva precisato che i due italiani avevano fotografato un •comando supremo strategico in caso di guerra in una zona superdelicata e top-secret: L'accusa era grave anche perché proprio in questi giorni in diverse zone della Grecia vi è stata un'ondata di arresti di presunte spie straniere (tedeschi, inglesi, polacchi, un francese). Tredici persone in tutto, alcune delle quali sono state assolte, altre condannate a lievi pene detentive trasformate in pene pecuniarie. Molto seria è la posizione di due tedeschi occidentali assai sospetti perché hanno scattato più di 800 fotografie di aeroplani militari in dieci diversi campi d'aviazione: verranno processati a Salonicco. Pacchetti e Marini, insomma, si sono trovati nel mezzo di una psicosi forse xenofoba di privati cittadini che in ogni turista che fa fotografie sospettano un agente segreto della Turchìa o della Bulgaria. E, quando arrivano le denunce, la polizia e la magistratura greche non possono rifiutarsi di tenerne conto. Il risultato è stato che i due monzesi sono finiti in cella. •Era una starna dì 3 metri per 2 dall'aria irrespirabile ha raccontato Claudio Marini — perché l'unica finestra di messo metro quadrato non sì poteva aprire. Il caldo era insopportabile, non potevamo muoverci sema grondare sudore. Non c'erano letti, solo due materassini da campeggio. Per fortuna gli agenti di polizia erano gentili. Non parlavano nessuna lingua fuorché il greco; ma, fin dal primo momento, hanno capito che non eravamo spie e ci hanno trattato molto umanamente». •Non abbiamo alcun dubbio di venire assolti — aveva detto Edoardo Pacchetti prima dell'udienza —. Vogliamo che la corte esamini i rollini delle fotografie che abbiamo scattato e che si renda conto dell'assurdità dell'accusa: piante, monumenti, una tartaruga... Era accaduto infatti che ì rollini per diapositive anziché venire sviluppati in questa città ai confini del mondo, frequentata solo da turisti tedeschi di basso livello, sono stati mandati nella capitale al gabinetti scientifici della polizia di sicurezza, la famosa Kyp. Ad Atene se la sono presa comoda, un po' per indole un po' perché fa un caldo allucinante e siamo a Ferragosto: i rollini non sono ancora stati sviluppati nonostante gli interventi del nostro consolato. I due italiani rischiavano così di finire in carcere per chissà quanto tempo. Per loro fortuna hanno trovato un tribunale ben disposto. Non solo il presidente della corte, Jannis Vassiliakleris, paterno, vagamente somigliante all'attore Ernest Borgnìne, ma anche il pubblico ministero, Jorgis Dimopoulos, che ha cominciato come un cerbero e ha finito chiedendo l'assoluzione perché — come aveva dimostrato la difesa — con un obiettivo fotografico da 50 mm è impossibile fotografare gli Impianti militari distanti 10 chilometri. Il pm ha comunque raccomandato di non fare troppe fotografie •anche se viviamo in un'epoca in cui c'è la mania di guardare con l'obiettivo e non con i propri occhU. Anziché spremere gli imputati, tanto il presidente quanto il pm e gli avvocati della difesa avevano in precedenza torchiato con le loro domande il denunziarne che ha terminato balbettando. Alla fine proprio lui è stato definito un •pericolo per la sicurezza dello Stato greco perché ha rive lato all'opinione pubblica l'ubicazione di strutture militari segrete delle quali perfino noi che abitiamo qui ignoravamo l'esistenza». Lo specialista di elettroni ca, un gigante biondo dall'aspetto di contadino tedesco, è uscito umiliato. Gli italiani assolti non hanno osannato. Sono usciti sotto il sole abbacinante sereni come in tutti questi giorni. Tito Sansa

Persone citate: Claudio Marini, Edoardo Pacchetti, Ernest Borgnìne, Plaka