Prezzi all'ingrosso sempre sottozero

Prezzi all'ingrosso sempre sottozero INFLAZIONE / Ueffetto-Opec è finito, nuove incertezze sul carovita Prezzi all'ingrosso sempre sottozero Ma a giugno la discesa s'è fermala ROMA — Mentre i prezzi al consumo finalmente rallentano, quelli all'ingrosso hanno cessato di scendere. In giugno, dopo quattro mesi consecutivi di diminuzioni provocate dal calo del dollaro e del petrolio, 1 indice dei prezzi all'ingrosso è rimasto stabile: variazione pari a zero. L'indice annuale, calcolato sui dodici mesi da giugno '85 a giugno '86. continua a mostrare una netta diminuzione, che è la stessa di maggio su maggio '85: —1,8%. La tendenza non muta, e un simile ribasso dei prezzi all'ingrosso su scala annuale non si aveva da oltre 25 anni. Ma restano uguali gli interrogativi su perché sia cosi lento, cosi faticoso, il trasferimento dei minori costi sui prezzi al consumo, sul costo della vita insomma. Nel mese di giugno, risulta che la componente più al ribasso, all'interno della media dei prezzi all'ingrosso, è quella dei prodotti agricoli, diminuiti dello 0,5% (dopo lo 0.8% di maggio). A diminuire sono state soprattutto le quotazioni dei cereali e di alcune derrate di importazione: ma i prodotti agricoli costituiscono poco più di un decimo dell'indice generale. Il petrolio e i materiali ferrosi (influenzati dal cambio del dollaro), come era facile immaginare, anche nel mese di giugno hanno continuato a scendere un poco. I prodotti industriali, invece, mostrano alcune spinte al rialzo: sensibili quelle del tessile-abbigliamento e della gomma. I prezzi uei beni di investimento (si tratta quasi soltanto di prodotti industriali) sono cresciuti dello 0,4% nel mese e del 5,8% in un anno. I prezzi, sempre all'ingrosso, dei beni di consumo (fra i quali sono compresi alcuni prodotti petroliferi e diversi beni importati) sono saliti nel mese dello 0.1% e nell'anno deH'1.9%. Da una parte le spinte al rialzo nei prezzi industriali all'ingrosso potrebbero far attribuire all'industria la responsabilità dell'inflazione al consumo che non rallenta abbastanza; dall'altra la divergenza fra indice dei prezzi all'ingrosso dei beni di consumo e indice dei prezzi al consumo (che però hanno composizione diversa) potrebbe gettare la colpa sul commercio. Con il prezzo del petrolio, che pare stabilizzarsi, e il dollaro che forse sarà fermato anch'esso, si eviteranno probabilmente conseguenze negative sugli scambi internazionali e sulla crescita economica: ma diventeranno anche più stretti i tempi per battere l'inflazione in Italia. I dati del costo della vita nel mese di agosto potranno facilmente essere buoni, ma saranno poco indicativi; settembre mostrerà davvero dove stiamo andati- d0' 8.1.

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