Off-shore in miniatura di Pierangelo Sapegno

Off-shore in miniatura Diciannove Paesi ai mondiali di scafi radiocomandati Off-shore in miniatura laghetto di Ostiglia 195 concorrenti - Piccoli capolavori di modellismo navale che vivono solo una gara - Sfruttati i materiali dello Shuttle - La corsa dura mezz'ora: chi fa più giri vince Nel! per DAL NOSTRO INVIATO OSTIGLIA (Mantova) — Attorno al laghetto c'è una strana puzza, un po' quella che senti nei box di Formula 1. E poi tanti rumori come pernacchie, piccoli motori che ringhiano la loro rabbia. Qualche motoscafino schizza nell'acqua radiocomandato, gli altri stanno come reliquie vicino ai padroni. Claude Viazzo, che a dispetto del cognome è francese, e pure campione del mondo in carica, ci mette tre mesi di lavoro e di passione a costruire i suoi modelli superspeclalizzati: poi va ai campionati, magari vince, e butta via tutto, perché il motoscafo non può essere spremuto di più. Adesso Viazzo è qui, a Ostiglia, provincia di Mantova, dove c'è il quinto campionato del mondo di scafi radiocomandati, come a dire la Formula Uno del modellismo navale: batterle e finali fino al 19 agosto. 195 concorrenti da diciannove Paesi, dalla Scandinavia, dalla Cina, dall'Urss dall'Ungheria... Claude Viazzo è un ingegnere chimico di 35 anni, con la passione del modellismo navale da quando sapeva contare solo fino a dieci e portava i calzoni a mezza gamba. Nelle ultime due edizioni ha sempre vinto lui nella sua categoria, che è la classe Fsrv, 6,5. Le sue imbarcazioni se le costruisce tutte da solo, dalle carene, agli scafi, ai motori. I modelli che Viazzo e gli altri concorrenti hanno portato a Ostiglia sono veri e propri capolavori della tecnica, messi insieme in Kevlar e fibre di carbonio, che in pratica è la scorta delle Ferrari, i materiali con 1 quali sono costruite le rosse di Maranello. I motori sono monocilindrici. Girano intorno a 25-28 mila giri al minuto, che significa 70-80 chilometri all'ora. Per farle volare sull'acqua c'è una miscela speciale di alcol metilico, metanolo, olio di ricino e additivi chimici. Non è solo un hobby fine a se stesso. Le strutture, le carene degli off-shore traggono spunto da questi modellini quasi perfetti. «C'è addirittura chi sta studiando un motore turbo-, garantisce Renato Neri, della Navimodel, uno degli organizzatori del radu¬ no. E poi questi appassionati sono sempre alla ricerca di materiali nuovi. Qualcuno ha cominciato a rifarsi persino allo Shuttle: cosi, i rivestimenti Interni delle marmitte di protezione del motore, che devono resistere ad alte temperature, sono gli stessi montati sullo Shuttle. Tra i favoriti di questo mondiale del modellismo navale ci sono i cinesi. Sui-Zhi («il signor Sui ZhU, precisa garbato) è l'accompagnatore. Spiega che da loro è uno sport — non un hobby — quasi sconosciuto. In tutta la Cina, dice, i modellisti sono cinquemila (in Francia invece sono mille, In Italia quattrocento), che magari può sembrare una bella cifra ma che da loro è meno che niente: 'In mezzo a un miliardo di persone significa essere meno di una minoranza*. Eppure, pochi ma buoni. Perché in Cina il modellismo navale è arrivato appena dieci anni fa, grazie a qualche ragazzino che con pochissimi mezzi costruiva quasi clandestinamente navi e scafi deli..iosi. Adesso c'è una federazione che raggruppa questi appassionati. E appena i cinesi hanno cominciato ad andare ai mondiali hanno subito vinto. E' successo nel 1984 in Ungheria, alla prima partecipazione, con Shang Yan. Questa volta, però, Shang Yan non c'è. perché alle eliminatorie che hanno fatto prima di arrivare in Italia è stato battuto. Adesso le pro¬ messe si chiamano You Wang Dong, Zaho Bo, Li Jian. tutti studenti di Ingegnerìa o tecnici. Le loro barchette da Formula Uno sembrano forse meno ricercate di quelle europee, eppure viaggiano che è un piacere. Tutti questi modellini monocilindrici si chiamano da durata. Li mettono in acqua, li guidano dal bordi del lago con un radiocomando. Gli scafi girano attorno alle boe per mezz'ora e vince chi ha fatto più giri. Poi ci sono gli idroplani, che sono scafi a plurìcarena il cui concetto di costruzione è quello del catamarano. Questi stanno in acqua un minuto e mezzo e disputano una corsa di pura velocità. Piccoli razzi. Gli americani che sono gente che va per le spicce li hanno chiamati outriggers, sporgenze esterne, letteralmente, o scalmiere. C'è una specie di fusoliera di legno con quattro scarponi ai lati, che sono i piani di galleggiamento della barchina. E poi un'elica. Gli outriggers sono velocissimi, tavole che schizzano sull'acqua come Impazzite. Quelli più normali — 3,5 di cilindrata — superano comunque i cento chilometri all'ora. Quelli speciali toccano i 180, e sono davvero piccoli aggeggi incredibili che hanno bisogno di acqua sempre piatta per sparare la loro potenza sfiorando appena la superficie del lago. Pierangelo Sapegno

Persone citate: Claude Viazzo, Formula, Jian, Renato Neri, Shang Yan, Viazzo, You Wang Dong