Tokyo, lancio ok

Tokyo, lamio ok Il primo razzo interamente «made in Japan» Tokyo, lamio ok H vettore portava una stazione geodetica per l'osservazione della Terra - Un ricchissimo mercato ex monopolio di Usa ed Europa TOKYO — L'Ente spaziale giapponese Nasda ha lanciato ieri, e con successo, il suo primo razzo vettore H-l, di produzione quasi esclusivamente nazionale, destinato allo sfruttamento commerciale per satelliti artificiali. Il lancio è avvenuto alle 20,45 ora di Greenwich, 14 minuti in ritardo sull'orario previsto, dal poligono spaziale di Tanegashima, un'isoletta nel Pacifico a Sud dell'isola di Kyushu. Il razzo, alto 40 metri, ha immesso in orbita un satellite geodetico per l'osservazione scientifica della Terra e un minisatellite per radioamatori. In una conferenzastampa la Nasda ha definito .perfette» le modalità di lancio e ha annunciato di aver dato al satellite geodetico il soprannome di Agisai (orten¬ sia) e di Fuji (glicine) a quello per radioamatori, n successo dell'impresa pone adesso il Giappone in prima linea nella corsa allo spazio, dopo i fallimenti a catena di quest' anno registrati dal traghetto spaziale statunitense Challenger e dal razzo europeo Ariane. La novità tecnica del lancio riguardava il funzionamento del secondo stadio, di progettazione e realizzazione interamente giapponese, che usa una miscela di idrogeno e ossigeno liquidi simile a quella del Challenger, e il sistema di guida inerziale interamente computerizzato. I congegni hanno funzionato alla perfezione e i due satelliti stanno orbitando per ora attorno alla Terra ad una altezza di 1500 chilometri. Quello di ieri è stato un lancio sperimentale a due stadi in attesa dello sfruttamento commerciale dell'H-i, razzo di concezione diversa dai precedenti vettori giapponesi del tipo N-l e N-2, costruiti su licenza statunitense. In versione commerciale a tre stadi, l'H-1 potrà immettere in orbita geostazionaria a 36 mila kilometri di altezza satelliti fino a circa 700 chilogrammi di peso. Secondo i giapponesi la Nasda, fra breve, sarà in grado di competere con lo Space Shuttle e 171riane nella corsa mondiale al lancio di satelliti commerciali, anche se i suoi costi sono attualmente ancora 11 doppio dei concorrenti americano ed europeo. li successo della serie di razzi H-l, inoltre, è considerato decisivo per la tappa finale del programma spaziale giapponese che prevede entro il 1991 il completamento del razzo vettore H-2. A differenza dell'H-i, che nel primo stadio mutua ancora la tecnologia americana dei razzi N-l e N-2, sarà interamente di produzione nazionale. Alto 48 metri, potrà immettere in orbita satelliti fino a 2 tonnellate di peso. Appare chiaro quindi che l'ingresso dei giapponesi nel .pool, spaziale è dettato da conoscenze tecniche all'altezza della situazione ma, certo, scienziati e imprese missili stiche del Sol Levante godono della grave crisi dei due poli americano ed europeo. I giapponesi, infine, sono stati invogliati a gettarsi a capofitto nell'impresa data la consistenza della posta. Il business è enorme. Ci sono decine e decine di satei liti in tutto il mondo in attesa di un «biglietto, per le stelle. Ci sono i satelliti per teleco municazioni, per le osservazioni meteorologiche, quelli per le trasmissioni tv in diretta e gli altri per l'ausilio alla navigazione. Senza contare i satelliti militari. Un mercato valutato (entro fine secolo) in 10 mila miliardi di lire. Tokyo. Il lancio del razzo vettore «H-l» dal poligono spaziale di Tanegashima, un'isoletta nel Pacifico a Sud dell'isola di Kyushu

Persone citate: Fuji, Space

Luoghi citati: Europa, Giappone, Greenwich, Kyushu, Tokyo, Usa