Cade il veto Usa alla Fiat di Ugo Bertone

Cade il veto Usa alla Fiat Il gruppo torinese potrà stipulare accordi con il Dipartimento della Difesa Cade il veto Usa alla Fiat L'accordo a Washington - Superato lo scoglio dei capitali libici - Soddisfazione di Romiti DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — Fiat e Dipartimento di Stato Usa hanno raggiunto ieri un'intesa attraverso la quale la società italiana è riammessa a stipulare contratti con il Pentagono. Tutti i rapporti contrattuali erano di fatto congelati dal 21 maggio 1986, per la decisione politica del ministro americano della Difesa, Caspar Weinberger, di sospendere i rapporti economici a causa della presenza libica tra gli azionisti Fiat. L'accordo firmato ieri permette alla Fiat di riprendere la sua partecipazione ai programmi del Dipartimento della Difesa. -Non avevo mai dubitato, fin dal primo momento, che un accordo comunque si sarebbe raggiunto, ha detto ieri l'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, sottolineando la sua soddisfazione. X rapporti tra Fiat e Penta¬ gono si erano complicati a partire da meta maggio, quando il segretario alla Difesa era intervenuto per bloccare l'operatività di una commessa del Pentagono alla Fiatallis per la fornitura alle forze armate americane di 178 macchine movimento terra del valore complessivo di 7 milioni 900 mila dollari, circa 11 miliardi di lire. Un portavoce del Pentagono. Sims, aveva dato il 14 maggio, all'annuncio del blocco del contratto, questa spiegazione della scelta di Weinberger: .11 ministro si preoccupa che i profitti dell'appalto non finiscano alla Libia, un Paese che ha ripetutamente sostenuto azioni terroristiche. La commessa non è stata aggiudicata per il problema, che resta aperto, della partecipazione azionaria nella Fiat della Libyan Arab Foreign Investment Company, rappresentante del governo di Tripoli». n Pentagono aveva seguito questa linea — definita «molto dura» dagli stessi collaboratori del ministro Weinberger — da maggio ad oggi, congelando di fatto ogni rapporto contrattuale con la Fiat: questo allo scopo di evitare, come dicono ambienti del Dipartimento della Difesa, che la Libia potesse indirettamente ricevere guadagni da operazioni promosse dal Pentagono, a causa delie sue partecipazioni nella Fiat. Successivamente. mentre Weinberger manteneva la sua presa di posizione, il sottosegretario agli Esteri Armacost aveva in qualche modo corretto il tiro, affermando che gli Stati Uniti riconoscevano alla Fiat .straordinarie capacità», in un commento alla partecipazione italiana alla prima fase del programma di iniziativa strategica «Sdì» (lo scudo spaziale). La fase di difficolta nei rapporti tra Fiat e Dipartimento è stata risolta attraverso l'accordo siglato ieri. L'intesa stabilisce che tutti i contratti che verranno conclusi tra la Fiat e il Pentagono verranno stipulati attraverso una «rrodinf; company. di proprietà Fiat e di diritto statunitense. In base all'accordo firmato ieri, la Fiat — come spiega un comunicato della Società, diffuso dopo la firma dell'intesa — si impegna «a trattenere presso la propria trading company» una percentuale dell'ammontare dei contratti stipulati con il Dipartimento americano della Difesa, .fintanto che durerà l'attuale situazione di tensione tra gli Stati Uniti e la Libia». Ezio Mauro (A pagina 10: La Libia non uscirà dalla Fiat. Di Ugo Bertone).

Persone citate: Caspar Weinberger, Cesare Romiti, Ezio Mauro, Penta, Romiti, Sims, Weinberger

Luoghi citati: Libia, Stati Uniti, Usa, Washington