Stretta su Castro

SIretta§u Castra Reagan vuole far liberare i «politici» SIretta§u Castra Un piano per rafforzare l'embargo economico, «pieno di buchi», come arma di pressione - Presto trattative informali DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — Reagan sta studiando un piano per favorire l'ingresso in America dei prigionieri politici cubani, e come arma di pressione sull'Avana intende rafforzare pesantemente l'embargo economico imposto all'inizio degli Anni Sessanta, con la proibizione di un'«ampia serie di transazioni finanziarie». «Non c'è ancora una decisione operativa — ha spiegato ieri il portavoce della Casa Bianca —, ma il problema è davanti al Presidente, anche se per il momento non sono stati stabiliti tempi e modi dell'operazione». Nel suo progetto, l'Amministrazione Usa intende portare avanti contemporaneamente i due temi dell'embargo e dei prigionieri, proprio per condizionare il governo di Castro nelle trattative che in qualche modo stanno per incominciare, sia pure a livello in¬ formale, se è vero che (la Casa Bianca non conferma e non smentisce) dal 20 agosto un team statunitense lavorerà per due settimane all'Avana per contattare i prigionieri politici e preparare le loro richieste di uscita dal Paese. Ha spiegato ieri il portavoce di Reagan, Speakes: «Avevamo da molto tempo desiderio di avere qui i prigionieri politici. Abbiamo avuto alcune recenti discussioni con i cubani, ma senza esito. La trattativa si è interrotta quando l'Avana ci ha chiesto contropartite su cui non potevamo essere d'accordo. E cosi, il progetto che oggi è allo studio rappresenta un passo successivo». La Casa Bianca conferma quindi che la decisione di rafforzare l'embargo è un tentativo per gli Usa di «avere più forza» nella discussione con Cuba sul rilascio dei prigionieri. Ma il problema, secondo fonti dell'Amministrazione americana, esiste di per sé, in quanto vi sono, secondo il Dipartimento di Stato, «larghe crepe e buchi profondi» nell'attuazione pratica, quotidiana delle vecchie norme che regolano l'embargo americano nei confronti di Cuba, aggirato con un flusso di fondi spediti sotto la forma di doni e rimesse familiari. «Non c'è dubbio che troppo spesso l'embargo viene aggirato — * il commento della Casa Bianca — cosi come vengono aggirate le norme sull'immigrazione. Cerchiamo in un modo o nell'altro di rafforzare le nostre leggi. L'accordo che era stato raggiunto con l'Avana nel 1984 poteva rappresentare una buona base. Vorremmo vederlo applicato di nuovo». Con quell'intesa. Castro accettava di far tornare a Cuba 2700 criminali cubani e malati di mente che erano stati inviati in Usa nel 1980 con la nave Mariel, mentre gli Usa si impegnavano in cambio ad accettare 3 mila prigionieri politici cubani e fino a 20 mila immigranti 'regolari, l'anno. L'accordo è stato sospeso nel maggio dell'85, dopo che Washington incominciò a trasmettere a Cuba i programmi di Radio Marti. Oggi l'Amministrazione Usa vorrebbe rinegoziare su nuove basi. Ieri All'Avana il quotidiano del partito comunista Granma annunciava cine un capitano dell'esercito Usa, Hugo Romeu Almelda, originario dell'isola, ha chiesto asilo politico a Cuba dopo avere abbandonato una base militare americana a Stoccarda. L'ufficiale, secondo Granma, ha preso la decisione dopo essere stato destinato dal superiori in America Centrale, non condividendo la politica del suo Paese in questa regione. Nei registri del ministero della Difesa di Washington non risulta alcun militare di nome Hugo Romeu Almeida. e. m.

Persone citate: Castro, Hugo Romeu Almeida, Hugo Romeu Almelda, Reagan