Otte ore a muso duro di Emanuele Novazio

Otte ore ci muso duro Colloqui serrati a Mosca fra Usa e Urss: è in gioco il supervertice Otte ore ci muso duro L'incontro in una dacia fuori città - Il capodelegazione sovietico Karpov: faremo di tutto perché Reagan e Gorbaciov si incontrino, ma dipende dai nostri interlocutori - Guarito dal raffreddore il leader sovietico DAL NOSTDO CORRISPONDENTE MOSCA — Di che cosa parlerete con Paul Nitze e la delegazione americana? Prima di avviarsi alla bianca dacia fuori Mosca, una delle tante riservate dal governo sovietico agli ospiti illustri e agli incontri di rango, Viktor Karpov, il più autorevole esperto sovietico di disarmo, scuote il capo: -Sono consultazioni confidenziali. Non diremo nulla', risponde. Quanto dureranno, le consultazioni? «Quanto sarà necessario*. Voi siete d'accordo per un nuovo vertice tra Gorbaciov e Reagan? • Faremo di tutto. Ma dipenderà dai nostri interlocutori.. E dei test nucleari, della moratoria, che ne pensa? - Che è un problema di grande importanza. Abbiamo invitato gli Usa a sospenderli: prima li si ferma, gli esperimenti atomici, meglio è.. Ma crede anche lei, come altri qui a Mosca, che Washington non voglia il vertice? 'Se si mette tutto insieme, sembrerebbe COSÌ'. L'incontro sul disarmo tra le superdelegazloni americana e sovietica destinato ad avviare il processo negoziale sui grandi temi strategici comincia cosi, con questa nota sovietica di stridente pessimismo. Sono le dieci, e 1 colloqui dureranno fino a sera (otto ore in tutto di «discussioni seriamente esplorative.. comunicherà, in serata l'ambasciata Usa) per riprendere stamane: ma dalla bianca dacia del governo non filtrerà piti nulla; nè durante l'intervallo per il pranzo, nè alia ripresa del primo pomeriggio. E' la conferma di quella che sembra essere, in questa fase almeno, la tattica della Casa Bianca e, con qualche distinguo, del Cremlino: pubblicità all'incontro delle due superdelegazioni, voluto da Mosca come riunione di esperti e trasformato da Washington in una conferenza di grande rilievo politico; ma silenzio sui dettagli della trattativa. Arpqfnnri Anche le attese di una conferenza stampa conclusiva di parte americana stasera, quando i colloqui dovrebbero finire, secondo le anticipazioni arrivate dagli Usa sembrano cadute: .Paul Nitze riferirà al presidente Reagan.. si limitavano a commentare ieri funzionari dell'ambasciata di Washington. «Non ci risulta che incontrerà i giornalisti.. Quanto al sovietici, non hanno nemmeno annunciato l'arrivo della delegazione americana (oltre a Nitze, consigliere speciale di Reagan sul controllo degli armamenti, ne fanno parte sei grossi calibri, tutte figurechiave della trattativa sul disarmo: Edward Rowny, consigliere del Presidente, Max Kampelman, Ronald Lehman e Maynard Glitman. capi delle tre delegazioni Usa ai negoziati di Ginevra; il viceministro della Difesa Ri¬ chard Perle e Robert Linhard. membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale): domenica pomeriggio, all'aeroporto di Sheremietevo, ad accoglierla non c'era nessun funzionario del governo. La Tass non ha mai annunciato neppure la composizione della delegazione sovietica (ma il ministero degli Esteri l'ha comunicata ai giornalisti stranieri: la guida Viktor Karpov. capo negoziatore a Ginevra e da poche settimane responsabile del nuovo Dipartimento sul Disarmo: con lui ci sono Alexei Obukov, negoziatore a Ginevra, il generale Nlkolai Chervov. capodipartimento dello Stato Maggiore, e l'esperto Nikolai Ditinov). L'agenzia si è limitata, la scorsa settimana, a un dispaccio di sei righe nel quale informava che un -gruppo di esperti, americani guidati da Paul Nitze sareb- be arrivato nei giorni successivi per consultazioni. In vista dell'incontro tra il segretario di Stato Shultz e il ministro degli Esteri Eduard Shevardnadze, in programma il 19 e 20 settembre a New York. Da allora, più nulla. Per due giorni, al contrarlo, la stampa sovietica ha insistito in una schermaglia — di facciata forse — sulla posizione americana a proposito di armamenti, terrestri e «stellari»: prima la Pravda poi un noto commentatore delle Izvezstija hanno spento l'ottimismo delle ultime settimane dopo lo scambio di lettere tra Gorbaciov e Reagan. La replica del Presidente americano — hanno detto in sostanza — non contiene passi avanti significativi, secondo le anticipazioni apparse sui giornali d'oltreoceano: soprattutto per quanto riguarda lo scudo spaziale. Ma, hanno chiarito entrambi, si tratta di «opinioni personali.. non è questa, ancora, la risposta ufficiale sovietica a Reagan; non è questa, neces sariamente, l'opinione di Mi chail Gorbaciov (che, per in ciso, ieri ha incontrato una delegazione di comunisti giapponesi ed è apparso in ottima forma, dopo il «raffreddore» dei giorni scorsi). Dal colloqui della dacia fuori Mosca verrà, probabilmente, una replica più autorevole e significativa in grado forse di accelerare i negoziati di Ginevra, che riprenderai no il 18 settembre e che restano il punto chiave di un eventuale secondo summit Reagan-Gorbaciov. Le possibilità che l'incontro di Mosca abbia qualche risultato positivo esistono, secondo osservatori diplomatici occidentali nella capitale sovietica, nonostante il pessimismo ostentato da Karpov. L'autorevolezza stessa della delegazione americana lo fa sperare Paul Nitze non si sarebbe mosso se non ci fosse stata, già in partenza, una qualche base d'intesa, si nota. E il suo nome alla testa del gruppo è garanzia di disponibilità al negoziato. La stessa composizione eterogenea della delegazione Usa, la presenza del superfalco Perle escluso invece dal summit di Ginevra accanto a Nitze, potrebbero essere state decise anche per facilitare una posizione unitaria, come commentava ieri un diplomatico: -Mettere tutte le fazioni americane nella stessa stanza con i negoziatori sovietici è l'unico modo per ottenere qualcosa.. Almeno su un aspetto della grande trattativa, il meno controverso: se la base di un accordo, e dunque la garanzia per il secondo summit, sarà trovata, non sarà probabilmente sul progetto Sdi; ma sugli euromissili, dove le posizioni sembrano meno distanti. Il primo compromesso potrebbe trovarsi proprio qui. Emanuele Novazio