La Camera Usa: moratoria

La Camera Usa: moratoria Alla vigilia dei colloqui di Mosca risoluzione contro i test nucleari La Camera Usa: moratoria Ma al Senato è quasi certo che la proposta sarà bocciata - Dura replica del governo DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — I sette diplomatici scelti dall'amministrazione Usa per discutere con i sovietici il quadro dei colloqui tra Shultz e Shevardnadze fissali per settembre, partono oggi per Mosca, aprendo con una missione di altissimo livello la grande stagione del confronto tra Est ed Ovest. Rientrato d'urgenza dalle sue vacanze nel Maine. Paul Nitze. consigliere speciale del presidente Reagan per ì problemi del disarmo, porta con se in Urss gli ultimi segnali contraddittori raccolti a Washington tra l'amministrazione e il Congresso sull'impegno americano nella riduzione degli armamenti. Venerdì, sotto la spinta dei democratici che hanno la maggioranza, la 'amerà Usa ha votalo una risoluzione che chiede il bando per un anno dei test nucleari, se l'Urss accetterà la moratoria e permetterà verifiche sul campo. Contemporaneamente, il Senato ha sbloccato con un suo voto gli esperimenti dell'arma antisatellite (Asuf). bloccati un anno fa fino al 30 settembre. Le due Camere si scamberanno ora gli argomenti in discussione, nell'esame del budget del Pentagono. La moratoria per unì anno dei test nucleari (approvata con 234 voti contro 155. e sostenuta da 200 democratici e 34 repubblicani) ha scarsissime possibilità di passare al Senato, dove i repubblicani sono la maggioranza. Già ieri, l'amministrazione ha denunciato il voto della Camera, sostenendo che -può tagliare le gambe al negoziato con Mosca-: secondo Frank Goffrey. assistente al segretario alla Difesa per le forze nucleari e la politica di controllo delle armi, la risoluzione è -incompatibile con il mantenimento da parte degli Usa di un credibile deterrente nucleare-. I sostenitori del bando giudicano invece il voto della Camera un significativo passo avanti nelle pressioni per spingere l'amministrazione Reagan a negoziare un trattato complessivo di moratoria con Mosca. Proprio mercoledì, è scaduta la moratoria unilaterale annunciata un anno fa. per dodici mesi, dall'Urss. e secondo alcuni funzionari dell'amministrazione Usa il Cremlino prima di prendere una nuova decisione sta cercando di capire quali sono gli orientamenti che prendono forma nel Congresso americano. E il segnale della risoluzione votata venerdì è chiaro: secondo il Neiv York Times riflette \'-impazienza- della Camera nei confronti della linea di condotta dell'amministrazione sulla questione del controllo degli armamenti. Un segnale, dunque, più che una misura concreta: anche perchè in ogni caso le misure predisposte dalla Camera non avrebbero effetto fino a gennaio, dando così modo al Pentagono di portare a compimento ancora due test, compreso quello per il nuovo missile Trìdent III. Accoppiata all'approvazione avvenuta giovedì notte al Senato (per 64 voti a 25) di una risoluzione -non vincolante- per un trattato generale di moratoria, la decisione della Camera -incomincia a creare una dinamica del tutto nuova all'interno del Congresso su questi argomenti-, come ha sottolineato ieri il repubblicano Edward Markey. -Io credo — ha spiegato il deputato del Massachusetts — che il Presidente con questa presa di posizione sia stato costretto sulla difensiva. Adesso dovrà spiegare all'opinione pubblica perchè un trattato non è imminente-. Per il leader della minoranza repubblicana alla Camera. Robert Michel, invece, il bando deciso venerdì non è altro che -la prima tappa di una strategia precisa degli oppositori di Reagan-. Alla Camera e alle richieste del -Gruppo dei sei-, i leader europei e del Terzo Mondo che si sono riuniti a Ixtapa in Messico chiedendo agli Usa un piano dettagliato per mettere al bando i test nucleari, ha risposto ieri il Dipartimento di Stato, ribadendo l'indirizzo dell'amministrazione, secondo cui il programma americano deve andare avanti, per le necessità della sperimentazione e perchè gli arsenali sovietici non possono essere verificati • Le proposte dei Sei — ha detto il portavoce del Dipartimento. Charles Redman.non — rafforzano l'equilibrio internazionale e non riducono il rischio di guerra: accettandole, si perpetuerebbe soltanto la grave disparità che il massiccio potenziale nucleare sovietico Ita creato-, e. m.

Persone citate: Charles Redman, Edward Markey, Frank Goffrey, Paul Nitze, Reagan, Robert Michel, Shevardnadze, Shultz