Rosea, l'eminenza grigia della cultura Anni Trenta di Giampaolo Dossena

Rosea, l'eminenza grigia della cultura Anni Trenta MORTO A 93 ANNI IL CREATORE DE «LA MEDUSA» Rosea, l'eminenza grigia della cultura Anni Trenta MILANO — E' morto a Merate (Como) Luigi Rusca. Aveva 93 anni. Veniva da una famiglia lombardo-svizzera con qualche ramo nobiliare di cui lui non volle mai curarsi: era schivo e riservato, sui fatti personali, fino a sembrare sprezzante. Per lui contava solo il fare, l'operare concretamente secondo certi ideali di borghesia illuministica che arrivavano ad un senso del dovere classista ed e'nico. Volontario nella prima guerra mondiale, ricordava con toni accorati i modi in cui avevano saputo morire «i nostri soldati meridionali, che non potevano capir niente delle ragioni per cui noi ufficiali avevamo voluto combattere». Dopo la seconda guerra mondiale decise di investire gran parte del suo tempo e buona parte della sua fortuna in un'industria di ceramiche nel Sud «per dimostrare che i meridionali sanno lavorare come noi, quando trovano un imprenditore vero». L'opera di Luigi Rusca come imprenditore fu memorabile nel campo dei mezzi di comunicazione. Nel primo dopoguerra, segretario generale del Touring Club, trasformò il modesto notiziario Le vie d'Italia in una rivista di grande successo e di prestigio paragonabile a quello del modello anglosassone del National Geographic. Nel secondo dopoguerra riorganizzò per incarico degli Alleati l'«Ente italiano audizioni radiofoniche» (Eiar) ponendo le basi di quella che lui battezzò Rai. Ma le sue imprese che durano ancora sono nel campo dei libri. Da ragazzo aveva deciso di fare l'archeologo. Aveva il tedesco come seconda lingua: aveva studiato l'arabo. All'inizio degli Anni Trenta un altro grande imprenditore milanese, il senatore Borletti (che era Senatore anche per nome di battesimo) gli affidò la direzione generale della Mondadori. Rusca la risanò y s dalla situazione gravissima in cui si era venuta a trovare e avviò collane di grande successo e prestigio che ancora si ricordano o che ancora sopravvivono: la Medusa, la Biblioteca Romantica, i Gialli. Nel secondo dopoguerra, Luigi Rusca inventò per Angelo Rizzoli senior la Biblioteca Universale Rizzoli, la Bur. A differenza di altre «eminenze grigie» dell'editoria italiana degli Anni 30-40 (eminenze più famose, eminenze meno «grigie-: Cesare Pavese. Elio Vittorini. Bobi Bazlen). Luigi Rusca mirò sempre ad un successo commerciale che altri posero in secondo piano: e il suo concetto di «prestigio culturale» non fu mai disgiunto da propositi divulgativi ed educativi che a qualcuno sembrarono e possono sembrare «paternalistici... Ma Rusca. appunto, aveva un suo senso del dovere ottocentesco: per la Bur scelse i libri «che tutti gli italiani devono leggere». Altri tempi; tempi sfaccettati, forse difficili da capire a fondo, oggi. Rusca fu «anche» (ma diremmo «soprattutto», nel suo probo paternalismo classista ed etnico) un antifascista silenzioso e intransigente. Fra l'altro fu amico ed editore di un poeta inquieto e terribile. Delio Tessa. Giampaolo Dossena

Luoghi citati: Como, Italia, Merate, Milano