A quota 7000 le metamorfosi del pcus di Enrico Benedetto
A quota7000le metamorfosi del pcus Picco Lenin, Kommunizma, Gpu: il Pamir cambia nomenklatura A quota7000le metamorfosi del pcus Chi volesse scalare una cima del Pamir sovietico, oltre a neve, seracchi e rocce strapiombanti troverebbe un ostacolo inconsueto per l'alpinista: sapere il ..vero., nome della montagna. In questo lembo della Repubblica tagika. fra Afghanistan. Cina e Pakistan, quasi ogni vetta risulta infatti dedicata a un ..eroe., del marxismo, e la mutevole gerarchia sovietica ha tatto strage di «grandi». Cosi negli ultimi 50 anni — quasi un barometro del potere — la nomenclatura alpinistica ha ripetutamente mutato versione. Che ogni leader dovesse avere una vetta fu deciso, su autorevole suggerimento, dai primi cartografi -socialisti» giunti in Tagikistan. Allora il Kommunizma non celebrava ancora il regime, era chiamato Garmo. o meglio lo riportarono con questo nome — sottratto per errore a una | montagna vicina — sui rilievi topografici. Ma lo sbaglio fu presto corretto. La vetta, imbattuta nei suoi 7495 metri, dominava idealmente l'intera Unione Sovietica: come non dedicarla al dominatore reale. Stalin? Cosi fu. E pochi anni dopo Michael Romm scriveva The Ascent of Mount Stalin (Lawrence and Wisharl. London), un'opera rimasta celebre. Sotto Kruscev la cima fu trasiormata in Urss, designazione sobria ma lorse un po' tropi» scontata. Subentrò cosi il vigoroso Kommunizma. Già il repertorio cartogralico di Mario Fantin (attinto negli Anni 60) citava questo nome, poi confermato nel bell'atlante himalayano edito nel '78 in Giappone da Shunsuke Tamura. consultabile presso il Centro documentazione alpinismo extraeuropeo, a Torino. Le montagne circostanti si sono adeguale alla destalinizzazione. Nella versione Romm troviamo in seconda battuta — 6868 — il fido Molotov e. a seguire, Kaganovich. ma le raccolte di mappe uscite dopo il '56 epurano entrambi dall'alpinismo mondiale. 11 temutissimo numero 2 del pcus diverrà un innocuo PiA: Rossia. Spuntano inoltre le cime Sacco e Vanzetti. sovietizzati ad honorem. Qualcuno, però, salva il posto. Lenin, grazie ai meriti storici. traversa indenne mezzo secolo a 7134 metri, quota senza particolari ambizioni, insieme con Voroshilov. Kalinin e una cima Gpu (Direzione politica statale, i famigerati -servizi staliniani) miracolosamente sopravvissuta. Altro grande reduce — secondo le piante occidentali — la montagna XIX Congresso del pcus. l'ultimo sottomesso al dittatore. Sviste? Prudenza? Mancati effetti del vento Gorbaciov? Forse solo inerzia. Del resto. nell'Oceano Artico le isole Komso- molets, Bol'shevik e Okti/abr'skoy Revotiitsij intrattengono buon vicinato con il reazionario Francesco Giuseppe, titolare d'un arcipelago egualmente sovietico. Certo, una cartografia indigena aiuterebbe — con l'ausilio di rilievi aerofotogrammetrici — a comprendere meglio il quadro, però Mosca la tiene sottochiave: potrebbe imboccare vie extralpinistirhe vista l'enorme importanza del Pamir a fini strategici. Quanto al Monte Stalin, ùi attesa di non improbabili ripensaménti, il leader georgiano vive alpinisticamente in esilio nel capitalismo: l'unica vetta intitolata a Josit Vissarionovic Dugasvili resta paradossalmente quella canadese, in Columbia britannica. Novemilacinquecento piedi (quasi 3000 metri), esattamente la stessa quota della cima vis-à-vis: il picco Roosevelt. Enrico Benedetto
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