Lazio, due settimane di speranza di Giorgio Viglino
Lazio, due settimane di speranza Lazio, due settimane di speranza L'assemblea di ieri, convocata per mettere in liquidazione la società, ha deciso di attendere il processo d'appello - Calieri: «Se la condanna in C sarà confermata, non resta però altra scelta» ROMA — La Lazio resta in vita, in rianimazione magari, ma per ora viva, n consiglio direttivo convocato ieri mattina per «liquidare» la società ha fatto una marcia Indietro piuttosto marcata, rispetto alla presa di posizione immediatamente successiva alla sentenza. Per ora niente scioglimento (sembra siano giunte pressioni dall'alto, e se si dice alto di alto si tratta) ma piuttosto un congelamento della situazione. L'accoppiata Bocchi-Calieri rimane fedele agli impegni presi, ma li condiziona alla riqualifica In serie B da parte della Caf. Approfittando dell'agosto che rende sonnacchiose anche le procedure di esazione del fisco, non si pagherà l'Irpef, la Lega aspetterà e si arriverà alla sentenza Caf. I guai veri verranno dopo, se la commissione d'appello non dovesse modificare la senten¬ za del processo di Milano. Bocchi, che sicuramente si trova assai bene nel suoi uffici di Trinità dei Monti, non li ha abbandonati nemmeno per la riunione di consiglio di ieri. L'ammezzato di via Col di Lana è meno confortevole, ma in occasioni come queste il buon gusto suggerirebbe di confermare alla Lazio una struttura di vera società calcistica gestita dall'interno di una propria sede. Questione di gusto, ma finora Bocchi è stato magnificato soltanto per il suo reddito, e l'uno viaggia Indipendente dall'altro. Gian Marco Calieri, presidente In carica da pochi giorni, nel calcio da vent'anni, appassionato e competente, segue la rotta. Sincero e piuttosto spregiudicato, ieri ha voluto puntualizzare un solo fatto. 'E' vero — dice tutto d'un fiato — abbiamo calco¬ lato che una stagione in CI ci porterebbe, tra minori entrate e maggior durata degli investimenti, un aggravio di sei miliardi. E' altrettanto vero che non ci mettiamo nemmeno a cercarli perché non è verosimile che qualcuno li voglia dare. Non siamo riusciti per mesi a trovare una lira per una società di serie B con discrete ambizioni. Figuriamoci adesso! Sono tutte baggianate. Se andiamo in CI si chiude, questa è la verità,. Lo dice con un po' meno slancio di qualche giorno fa, ma resta convinto in egual misura. Le reazioni dei tifosi hanno innescato perù una pericolosa catena. De Biase si è risentito una volta di più, ed è arrivato a minacciare le dimissioni, costringendo Carrara ad assumere le difese d'ufficio di questa commissione inquirente che lui stesso giudica pessima. Se la La¬ zio continuasse sulla via della contestazione aperta, si comincerebbe immediatamente a parlare di tentativo di ricatto, e le speranze di vedere accolto il ricorso alla Caf cadrebbero veramente a zero. Di qui l'invito che Calieri ha voluto fare ai tifosi: «Aiutateci manifestando pacificamente, o meglio ancora finanziate voi stessi la squadra sottoscrivendo tanti abbonamenti,. Calieri ha ascoltato ieri un paio di esponenti della tifoseria laziale e si è fatto raccontare cosa è successo realmente in via Allegri sotto la Federcalcio. Uno degli Interrogati ha spiegato cosi: 'Volevamo fare come i tifosi della Roma dopo l'esclusione dall'Uefa, occupare via Allegri e non lasciare più passare le macchine. A loro l'hanno lasciato fare, a noi no. Dalla nostra parte non sono partiti sossi né altro. Certo che dopo le cariche... Comunque mettiamo in conto pure la disparità di trattamento in situazione identica,. Domani a Gubbio la Lazio gioca la prima amichevole di buon livello, guarda caso contro l'altra grande punita di questo secondo round del calcio-scommesse, il Perugia. Difficile pensare a un confronto sereno, ad un'analisi dei valori tecnici, quando si parla di scioglimento, di ridimensionamento, di tagli ai bilanci e ai quadri. Già perché se la nuova Lazio, ricca almeno di buoni propositi, non vuole la CI, il Perugia affronta il gradino ancora più basso, la C2. senza alcuna prospettiva né presente né futura. Della squadra che fu protagonista di una lotta per lo scudetto, rimarrà giusto il ricordo: nessuno nemmeno parla di voler risalire. Giorgio Viglino
Persone citate: Bocchi, Calieri, De Biase, Indipendente
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