L'America colora I classici del cinema

L'America colora I classici del cinema Tecnica già applicata a «La vita è una cosa meravigliosa»: ora tocca a «Casablanca» L'America colora I classici del cinema Molti registi contrari a quest'operazione - Dice Alien: «E' solo commerciale e antiartistica» - Huston: «Un'impertinenza» NEW YORK — In un futuro non troppo lontano, potremmo vedere a colori classici del cinema in bianco e nero, come II falcone maltese, Casablanca e Citizen Kant «processo di colorazione è reso possibile utilizzando una tecnica che fa tórjfo impiego dei computer. Un film in bianco e nero viene prima trasferito in videocassetta, quindi un art director, facendo scorrere il film su nastro, assegna al primo fotogramma di ogni scena un colore per ciascuno degli elementi che compongono quel fotogramma, uno speciale computer grafico successivamente ap plica questi colori a tutti gli altri fotogrammi che formano una sequenza filmica. Dei circa 200 mila foto grammi che in media compongono un film, almeno mille devono essere colorati individualmente, a tutti gli altri pensa poi il computer. Già sette film così trattati sono disponibili in commercio, tra essi La vita è una cosa meravigliosa, di Frank Capra, e Yankee Doodle Dandy, di Michael Curtiz. Ted Turner, l'aggressivo imprenditore televisivo, proprietario della C.N.N. (Cable News Network), dopo aver recentemente acquistato cento film in bianco nero dalla M.G.M., dalla R.K.O. e dalla Warner Bro- tliers, ha annunciato l'intenzione di sottoporli tutti al processo di colorazione. Il diffondersi inevitabile di questa tecnica, die sembrerebbe promettere ingenti guadagni ai proprietari del diritti del film in bianco e nero, ha sollevato la reazione indignata di un gruppo di registi inglesi, guidato da Fred Zimmerman, presidente dell'associazione dei registi inglesi. A questo gruppo appartengono personalità come sir Richard Attenborough, Stanley Kubrick, sir David Leon. Essi chiedono un intervento legislativo a difesa dell'integrità di capolavori cinematografici «che vanno mostrati senza deformazioni, cosi come furono concepiti da coloro che li realizzarono», ha dichiarato Zimrncrman., ;~ . Vari registi americani, tra essi Woody Alien e John Huston, Elia Kazan e Warren Beatty, stanno progettando un'azione di protesta simile a quella dei loro colleghi inglesi. Il vecchio leone Huston Ila paragonato il processo di colorazione dei film «a un'im¬ pertinenza altrettanto grave come la sovrapposizione di una mano di colore a un disegno di Leonardo». Woody Alien, che aveva deliberatamente girato il film Manhattan in bianco e nero, ha definito la colorazione dei film «una brutta operazione, totalmente commerciale, antiartistica, e lesiva dell'integrità di ciascun autore cinematografico». / sostenitori del procedimento di colorazione-dei film in bianco e nero, nella fattispecie ì responsabili delle due principali compagnie che hanno messo a punto le tecniclie che lo rendono possibile, la «Colorization Inc.. canadese, e la californiana «Color Systems Technology», si difendono affermando che i film in bianco e nero non vendono, e che il pubblico moderno vuole solo il colore. Essi citano ricerche di mercato nelle quali si sostiene elle l'8S per cento degli spettatori televisivi guarda solo film a colori, e che nessuno, nella fascia d'età sotto i ventanni, vuole guardare alcunché in bianco e nero. Inoltre, quest'operazione di colorazione sarebbe intesa solo per il circuito televisivo e delle videocassette. Dal punto di vista economico, il loro ragionamento non fa una piega. Chi la spunterà? I difensori del diritto d'autore, preoccupati che le giovani generazioni non vedranno più il film Rebecca, la prima moglie, nella versione voluta da Hiteheock, ma bensì quella rimanipolata da un programmatore di computer, o i sostenitori di questa nuova meraviglia della tecnologia, che, appellandosi alle leggi dell'economia di mercato, giurano sull'indispensabilità di tale operazione? Nell'America reaganìana la risposta si direbbe del tutto scontata. r. si.

Luoghi citati: America, Manhattan, New York