Dietro ai 575 detenuti scarcerati la paralisi di Palazzo di giustizia

Dietro ai 57S detenuti scarcerati la paralisi di Palazzo di giustizia La corte d'appello ha i ruoli impegnati fino al marzo dell'87 Dietro ai 57S detenuti scarcerati la paralisi di Palazzo di giustizia i magistrati: «Siamo sotto organico di 10 consiglieri» - Comunque, non tornano in libertà né terroristi né assassini distretto giudiziario tori- | n distretto giudiziario torinese guida la classifica non lusinghiera delle scarcerazioni per decorrenza dei termini di custodia cautelare: 575 contro le 235 del distretto di Milano e le 225 di quello di Genova, che vengono subito dopo. La crisi della giustizia nel capoluogo piemontese, tante volte annunciata senza che il ministero di Grazia e Giustizia prendesse le iniziative sollecitate, si è puntualmente verificata. A mitigare la situazione c'è un dato per cosi dire rassicurante: quelle 575 scarcerazioni non riguardano terroristi, né imputati di omicidio. Dietro le sbarre delle Nuove resteranno alcuni dei capi di Prima linea e delle Brigate rosse, da Susanna Ronconi a Sergio Segio. da Roberto Ognibene a Nadia Mantovani, come altri 40 imputati di appartenenza alle organizzazioni eversive. Spiegano alla direzione del carcere: «Hanno diversi processi a carico: anche se per qualcuno scattasse la decorrenza dei termini, resterebbero aperti altri procedimenti, mentre alcune sentenze sono già passate in giudicato». Diverso il discorso per imputati di reati di estorsione o associazione per delinquere. Sono stati scarcerati i 7 presunti mafiosi che imponevano il racket ai Mercati generali, ai quali, in luglio, la orte d'ppello ha annullato le misure speciali di prevenzione, le cauzioni fino a 50 milioni e il divieto di soggiorno in Pie' monte. Una decisione obbligata: 11 processo d'appello non si era potuto celebrare in tempo utile per evitare la scadenza dei termini di custodia cautelare. Sempre a luglio, altra scarcerazione allarmante, quella di un imputato di violenza carnale perché il giudizio non carnale perché il giudizio non era stato fissato per tempo. Si può fin d'ora prevedere che casi del genere possano ripetersi. Afferma il presidente della seconda sezione della corte d'appello, Giancarlo Pregno, che sostituisce il primo presidente Luigi Conti: -Abbiamo tre sezioni e una quarta, che funziona due volte la settimana, per gli appelli della pretura, passati dal i tribunale alla nostra compe-\ tribunale alla nostra competenza in seguito alla riforma. Siamo sotto organico di dieci consiglieri. Nello scorso inverno, proprio a causa dei ritmi forsennati di lavoro, due magistrati si sono messi in aspettativa perché sulla soglia dell'esaurimento nervoso. Che cosa sì pretende da noi? il presidente ha mandato una allarmata relazione sullo stato della giustizia a Torino: ma i magistrati promessi non ma i magistrati promessi non sono arrivati» •' n magistrato è sfiduciato: mi ruoli delle sezioni sono già impegnati fino al marzo prossimo. Abbiamo trovato un "posto' al giudizio d'appello contro 36 imputati di spaccio di droga, che celebreremo nell'aula di via Bologna in novembre. Ma per un altro procedimento con 120 imputati sempre per droga, occorrerà i attendere il novembre de attendere il novembre dell'87, perché fino a quella data le due maxi aule delle Vallette sono impegnale per giudizi di primo grado. Questa è la situazione e a Roma se ne devono rendere conto». Si può calcolare che il 90% degli imputati detenuti per sentenze del pretore arrivino a piede Ubero davanti ai giudici della corte d'appello: anche il 50% degli imputati per sentenze del tribunale riottengono la libertà prima del giudizio di secondo grado. I conti sono presto fatti. La riforma ha ridotto a 3 mesi il tempo minimo per la celebrazione del processo d'appello alla sentenza del pretore, da 6 mesi a un anno per quelle del tribunale. Spiega il sostituto procuratore generale Pietro Miletto: «Per il deposito della sentenza ci vogliono 15 giorni, altri 10 per la notifica. 20 per i motivi d'appello, 10 per la trasmissione alla corte d'appello, 15 per la citazione e il giudizio: 2 mesi solo per 'tempi tecnici'. Se poi si aggiunge che i ruoli sono già occupati fino a marzo dell'87, le conclusioni sono inevitabili. I processi vengono fissati dopo quella data, con gli imputati in libertà». Claudio Cerasuolo Slitterà ancora di qualche mese il trasferimento di una gran parte dei 1400 detenuti dalle «Nuove», che da anni registrano in permanenza il «tutto esaurito», alle carceri delle Vallette, a poca distanza dal luogo in cui verrà costruito lo stadio per i Mondiali del '90. I lavori si sono già conclusi da tempo, ma intralci burocratici e carenze d'organico continuano a far rinviare il trasloco

Persone citate: Claudio Cerasuolo, Giancarlo Pregno, Luigi Conti, Nadia Mantovani, Pietro Miletto, Roberto Ognibene, Sergio Segio, Susanna Ronconi

Luoghi citati: Genova, Milano, Roma, Torino