Rispuntano i nostalgici nella Tokyo d'agosto di Renata Pisu

Rispuntano i nostalgici nella Tokyo d'agosto OSSERVATORIO Rispuntano i nostalgici nella Tokyo d'agosto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Il ministro dell'Educazione giapponese Masavukv Fujio. nominato da appena un mese in conseguenza del rimpasto di Gabinetto decido da Nakasone dopo le elezioni del 6 luglio, si è già fatto molto notare, perché si occupa di temi che dovrebbero essere di competenza di un altro dicastero, quello della Difesa. Però, siccome il Giappone ha rinuncialo per Costituzione alla sucrra. non ha un ministero della Difesa, soltanto una vt.-V.Tenzia<>. Quindi il ministero dell'Educazione, non appena riesce a trovare un appiglio, fa le veci di quello della Difesa, occupandosi di guerra. Meno di due settimane fa Fujio. intervenendo sulla questione dei libri di testo per le scuole, argomento di sua competenza, ne ha subito approfittato per negare alla Cina e alla Corea. Paesi invasi e devastati dal Giappone prima e durante la Seconda guerra mondiale, il diritto di protestare se ai bambini giapponesi viene raccontata una storia inventata, una favola bella in cui un «fratello maggiore», il Giappone, interviene per aiutare i fratellini sbandati cinesi e coreani a ritrovare la giusta strada: quella della sfera di co-prosperità asiatica. Ma non basta: l'altro giorno, il neoministro Fujio ha addossato la colpa della "allergia di Yasukuni» di cui soffrono ancora, secondo lui. i giapponesi, ai principi educatisi adottati nel dopoguerra, all'epoca dell'occupazione americana. Yasukuni è un tempio che si trova a Tokvo, una specie di Parco della Rimembranza, di museo militare: vi sono simbolicamente sepolti i Ca¬ duti di tutù i conflitti, fisicamente alcuni dei grandi capi militari giapponesi che nel 1948 vennero condannali da un Tribunale intemazionale e impiccati come "criminali di guerra-'. Secondo il ministro Fujio è una sciocchezza pensare che sia sbagliato rendere loro omaggio, è una di quelle idee che sono stale inculcate dai vincitori. Il 1S agosto dell'anno scorso, anniversario della fine della guerra nel Pacificio. Nakasone, in veste ufficiale di primo ministro, si è recato al Tempio di Yasukuni, un gesto da molti criticato, da molti altri giudicato * coraggioso». Quest'anno non si sa ancora se la visita al sacrario veiTà ripetuta. Nakasone non si è ancora espresso, il ministro del- l'Educazione gli sta facendo da batùstrada con queste sortite revansciste. A Yasukuni sì stanno già radunando gli ex combattenti, vecchi curvi e pietosamente nostalgici. Distribuiscono volantini: in uno c'è un disegno in cui Nakasone si staglia imponente in primo piano, alle sue spalle schiere di anime di caduti lo invocano "Vieni, vieni il quindici agosto!». Sono giovani uomini e donne, le infermiere e le studentesse di Okinawa che si uccisero per ubbidire agli ordini dello Stato Maggiore quando l'isola venne attaccata dagli americani: tutto il poco cibo disponibile doveva infatti servire soltanto ai combattenti, loro erano "bocche in più», inutili. Sono i kamikaze, ventenni aviatori che si schiantavano con i loro serei-giocattolo carichi di esplosivo sulle navi nemiche. Nakasone dovrebbe andare a invocare il perdono di queste vittime a nome dell'intera nazione. Purtroppo sembra che la nazione giapponese non conosca il rimorso, non giudichi la guerra un /■tragico errore», ma una cosa che andava fatta e bene, perché questi erano gli ordini. Non ci sono vittime da compiangere, soltanto eroi da onorare in un Paese che in realtà non si è mai considerato evinto», ma sempre evincitore». Oggi cinesi e coreani denunciano l'arroganza giapponese, parlano di «militarismo rinascente». Forse esagerano, ma, come ha detto l'ex ministro degli Esteri Fujiyama, «il militarismo non è soltanto una questione di armamenti. Può essere benissimo una questione di mentalità, di atteggiamene dello spirito, di clima sociale». Renata Pisu

Persone citate: Fujio, Nakasone

Luoghi citati: Cina, Giappone, Tokyo