Spagna d'Africa alle armi

Spagna d'Affrica alle armi Milizie «nere» contro i musulmani (e Gonzàlez) Spagna d'Affrica alle armi Ceuta e Melilla come Algeri nel '61: i coloni oltranzisti si organizzano RABAT — Nelle due enclave;; spagnole in Marocco, Ceuta e Melilla, si sta creando una situazione esplosiva che ricorda quella di Algeri nel 1961. Come in Algeria, gli europei di estrema destra scendono in piazza contro i musulmani e si organizzano in gruppi di attivisti armati per impedire qualsiasi soluzione negoziata tra Rabat e Madrid che conduca alla decolonizzazione dei due piccoli territori, gli ultimi residui dell'impero spagnolo d'oltremare. Le manifestazioni cui hanno partecipato nel giorni scorsi centinaia di spagnoli erano dirette contro il delegato del governo centrale, Moreno Aguilar, considerato troppo favorevole alla popolazione marocchina. I dimostranti chiedevano all'esercito di attuare un golpe come quello fallito del 17 luglio ed inneggiavano al colonnello Tejero che, pistola in pugno, si era impadronito delle Cortes. Nonostante la Spagna sia diventata una democrazia, ì «pieds noirs- di Ceuta e Melilla sono infatti rimasti franchisti e sognano una nuova dittatura militare. Nel luglio 1936, questi spagnoli d'oltremare si erano pronunciati unanimi in favore del generale Franco quando si ribellò al governo legale della Repubblica e scatenò la guerra civile. Oggi tutti sperano che l'esercito si decida a •dare una lezione- al Marocco e che. la nuova legge che dovrebbe dare la nazionalità spagnola a circa 30 mila musulmani non entri in vigore. I manifestanti gridavano anzi: «Concedere diritti ai musulmani equivale a suicidarsi», un ragionamento identico a quello dei bianchi sudafricani. I marocchini residenti nelle due enclaves sono soprattutto preoccupati per l'attivismo armato che ricalca le orme sanguinose dell'Oas francese. Anche se gli ufficiali delle Forze Armate che hanno trasformato le due città in una zona fortificata inespugnabile non sembrano tentati da avventure, la polizia è in grande maggioranza favorevole agli estremisti di destra. Una giornalista marocchina, Fatima Belarbi, riuscita ad entrare a Melilla e a recarsi nei quartieri miserabili dei musulmani, ha chiesto come mai questi ultimi non reagiscono contro le gravi provocazioni dei «colonialisti- spagnoli. La risposta è stata: perché abbiamo ancora fiducia nella parola del governo socialista di Madrid. Sennonché non si sa, di fronte al precipitare della situazione, quale sarà la reazione del governo di Rabat che per decenni ha creduto nella possibilità di ottenere dalla Spagna la restituzione dei due territori con mezzi pacifici, come avvenne per Tarfaya nel 1958, per Ifni nel 1969 e per il Sahara occidentale nel 1975.

Persone citate: Cortes, Fatima Belarbi, Moreno Aguilar