Sì al decreto sulle fusioni

Sì al decreto sulle fusioni Voto finale alla Camera con 56 «misteriosi» voti contrari Sì al decreto sulle fusioni Il testo soddisfa la de, ma non completamente psi e pri - Cancellato l'emendamento del pei ROMA — Nonostante 56 voti contrari usciti dal nulla, scompare definitivamente un comodo strumento per sottrarre al fisco 1 redditi da capitale: ieri è stato convertito in legge il decreto con le nuove norme sulle fusioni di società. 11 voto finale della Camera, dopo la sorpresa dell'altra sera in commissione, è il frutto di un compromesso raggiunto in fretta alla vigilia delle ferie, ed è risultato faticoso, a causa delle assenze e forse anche dei franchi tiratori. Nessun gruppo tranne democrazia proletaria (7 deputati) aveva annunciato parere contrario, e invece i contrari ci sono stati, nello scrutinio segreto. Le cifre non permettono di identificare bene la loro provenienza: può darsi che vi siano stati franchi tiratori nella maggioranza, compensati da alcuni comunisti che avrebbero votato a favore. Il testo concordato dalla maggioranza piace alla de, non soddisfa del tutto i socialisti e i repubblicani; ma non é da psi e pri che potrebbero venire i franchi tiratori. E' un testo più indulgente di quanto fosse in origine il decreto uscito dal Consiglio dei ministri: i vecchi benefici fiscali restano applicabili alle fusioni di società «sane» che alla data del 20 giugno fossero state già deliberate, ma non ancora depositate in tribunale. Il voto di martedì sera in commissione, quando a causa delle assenze prevalse l'opposizione di sinistra, è stato cancellato, con un emendamento della maggioranza. Ma il psi. nella persona del capogruppo in commissione finanze, Franco Piro. non ha firmato questo emendamento. «Lo voto, lo voto, ma non potete chiedermi di firmarlo — ha detto Piro al de Rossi di Montelera — perché è dal 1983 che noi socialisti chiediamo rigore sulle norme per le fusioni-. Ha firmato invece Giorgio Da Mommio. battagliero repubblicano versilie- se; ma -perché me l'ha chiesto Visentini. Io faccio come Garibaldi, obbedisco-, A voler tornare al testo originario del governo, scritto da Visentini. era l'opposizione di sinistra. Comunisti e sinistra indipendente, grazie alle assenze della maggioranza, avevano trionfato martedi sera in commissione, ma ieri in aula sono stati sconfitti di strettissima misura: 196 a 190 sull'emendamento dcpri-psdi-pli votato anche dal psi. Il ritorno al testo originario avrebbe comportato un nuovo passaggio del decreto in Senato. Pare che non ci fosse il tempo tecnico. Visentini si è informato: l'ultima seduta a Palazzo Madama prima delle ferie è quella di oggi. Oscar Mamml, ministro per i Rapporti con il Parlamento, prevedeva che si sarebbe rischiato di far decadere il decreto. Visentini vi ha alluso nella sua replica: alcuni interessi economici si sono mobilitati, la decadenza li rafforzerebbe. Dopo aver perso di misura sull'emendamento, nel voto finale sul decreto, i comunisti, agl'ultimo momento, han¬ no preferito annunciare la loro astensione, perché non volevano correre davvero il rischio che il decreto cadesse. I missini hanno annunciato il si. Risultato: favorevoli 194. astenuti 137. contrari 56. Con la nuova legge dovrebbe aver termine il commercio di società morte, o di «bare» come si è cominciato a dire in gergo. Una società in perdita, completamente svuotata delle sue attività produttive, poteva ancora avere un prezzo, e buono, se venduta a una società in attivo. Una società con un attivo di 10 miliardi deve pagare circa 4 miliardi di imposte; fondendosi con una società in perdita di 10, era in grado di non pagarne affatto. Cosi, una «bara» con 10 miliardi di perdite poteva avere un valore di mercato fra il miliardo e il miliardo e mezzo. La nuova legge stabilisce che, in caso di fusioni tra una società in perdita e una in attivo, le perdite non possono più essere portate per intero in diminuzione del reddito; lo saranno solo per un ammontare che non ecceda il patrimonio. , ; Ronia. Il ministro delle Finanze. Bruno Visentini (Tel.)

Persone citate: Bruno Visentini, Franco Piro, Giorgio Da Mommio, Piro, Visentini

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