«E un'onta far causa al Re»

E' un'onta far causa al He Il club milanese Corona Ferrea adirato con l'Unione monarchica E' un'onta far causa al He «Inaudito trascinarlo di fronte a un magistrato, per di più della Repubblica» MILANO — -Un affronto, un vero affronto, un'onta die in altri tempi sarebbe stata lavala col sangue, contro la regalità di Vittorio Emanuele IV. contro le regole della cavalleria, contro il senso comune. Siamo sconvolti, non diciamo altro». Si calmi, ingegner Fasola e ci spieghi invece che cosa è successo. -Un altro scempio — risponde con la voce tremante per lo sdegno Giuseppe Fasola. 64 anni, chimico di vaglia, nonché animatore dell'associazione legittimistica "Amici della Corona Ferrea" —. Mai e poi mai un monarchico avrebbe osato trascinare il Re di fronte ad un magistrato, per di più della Repubblica italiana, per un pugno di danaro. Ebbene, ora qualcuno ha osato l'inosabile-. Chi? -Il presidente dell'Unione Monarchica Italiana, Marino Bon Valsassina, ha citato il Re dinanzi alla pretura di Roma per inadempienze. Uno scandalo, un affronto, un'onta. Cosi noi della Corona Ferrea, un gruppo culturale milanese, venti persone in tutto, ma di quelle che contano, abbiamo chiesto ai l'ertici dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, la gemma più. preziosa del patrimonio araldico della Casa di Savoia, di radiare dall'Ordine Bon Valsassina. -Ma lei, allevato in epoca repubblicana, è in grado di comprendere l'oltraggio? Vittorio Emanuele IV è il Gran Maestro dell'Ordine, e un suo subordinato osa ribellarsi. trascinarlo in giudìzio, offrire il fianco alle critiche della Repubblica. Poteva rivolgersi all'Ordine dei senatori del regno, al Tribunale federale di Ginevra. Perclié un tribunale italiano? E' inaudito». La storia di questa ennesima diatriba tra i monarchici italiani ha inizio tre anni fa. con la scomparsa di Umberto II nel marzo del 1983. Nel testamento dell'ex sovrano vi sono alcune clausole riguardanti le donazioni periodiche che dovrebbero venire fatte all'Unione Monarchica Italiana. Quanto? -Non sono al corrente delle cifre esatte. So che negli Anni Cinquanta si parlava di due milioni all'anno; oggi potrebbe trattarsi di qualche decina di milioni all'anno, al massimo un centinaio, non di più». Con Vittorio Emanuele, racconta ancora Fasola. molto più «business oriented» del padre, i rapporti economici tra Casa Savoia e i monarchici cambiano. Il nuovo Re vuole veder chiaro nei conti, chiede delucidazioni su come sono stati spesi i soldi in passato, pretende le note spese, i giustificativi e vuole esaminare i programmi per le spese future. Le risposte che i monarchici dell'Umi gli mandano a Ginevra non devono essere molto soddisfacenti, al punto che Vittorio Emanuale blocca le donazioni. Di qui l'iniziativa di Bon Valsassina, che vuole il rispetto delle volontà di Umberto II. cosi come erano state espresse nel suo testamento. »Nel frattempo la situazione è cambiata — aggiunge Fasola —. L'Umi non monopolizza più il movimento monarchico. Dopo la spaccatura di Borgaro l'Umi raccoglie il 10 per cento dei monarchici , gli altri aderiscono al Movimento Monarchico Italiano (MMI). Ci risulta che i locali che a Milano ospitano la sede dell'Umi siano di sua proprietà. Che farà ora. li sfratterà per indegnità? -Per carità. Restino dove sono. Gli ho dato lo sfratto morale tre anni fa, quando il compianto Adamo Degli Occhi mi disse che Vittorio Emanuele era salito al trono nella pienezza delle prerogative reali. g_ m0t

Luoghi citati: Borgaro, Ginevra, Milano, Roma