I tesori di villa Magnani di Pierangelo Sapegno

I tesori di villa Magnani FINALMENTE RESTTrUTTI AL PUBBLICO? I tesori di villa Magnani DAL NOSTRO INVIATO PARMA — Oggi l'immenso tesoro è ancora nascosto. Ma Alberto Galavernl, il neopresidente della Fondazione Magnani, fa assicurazioni di ottimismo. Tutto bene, dice, •per la Fondazione è un momento delicato, ma positivo, i tempi difficili sono rimasti alle spalle*. Chissà, forse sta davvero per finire quella storia di ordinaria burocrazia che per due anni ha bloccato il patrimonio che Luigi Magnani, critico musicale e letterario, scrittore, umanista e collezionista illuminato, aveva lasciato in eredità alla Fondazione: la villa di Mamiano, terre, aziende, immobili e una collezione incredibilmente grande. In quel tesoro d'arte c'è davvero tanto: c'è la Melancolia e la Madonna del Patrocinio di DUrer, il Tiziano giovane, il Cristo del Carpaccio, il San Pietro del Ghirlandaio, c'è la Madonna col bambino di Filippo Lippi — il quadro che forse Magnani amava di più — e poi Goya, Renoir, Rubens, De Chirico, tanti Morandi che lui acquistava quando il pittore bolognese era nient'altro che un illustre sconosciuto. Fra carte, timbri, cavilli giuridici, una Fondazione acefala rimasta a lungo senza un presidente, fra qualche incomprensione e persino qualche piccola bega, tutto questo tesoro ha corso il rischio di andare perduto. Cosi, ha persino dovuto intervenire Italia Nostra — di cui Magnani era socio fondatore — con un appello al ministero dei Beni Culturali, firmato fra gli altri amici del professore da Elena Croce, Gianandrea Gavazzeni. Renato Guttuso e Massimo Mila: «£' tempo che prenda concreto avvio la fondazione da lui voluta, die, ancora oggi, dopo due anni, risulta incapace di aprire al pubblico le sale dì Mamiano Pochi giorni dopo, finalmente, la Fondazione si dà un presidente. Almeno, gli atti possono essere firmati, le pratiche avviate al ministero. E fra un po', se tutto va bene — ancora un anno? — i quadri saranno appesi, la villa di Mamiano sarà aperta. E' il primo passo. Soltanto il primo passo. Perché •aprire le sale e poi non fare più niente sarebbe errore altrettanto imperdonabile*, dice l'avv. Renzo Campanini, segretario regionale di Italia Nostra. E il dottor Galaverni assicura: ..Sarà una raccolta viva, non un museo morto. Che era poi l'idea di Gino Magnani*. Aggiunge: «Si fa prestissimo ad attaccare un quadro al chiodo, lo sappiamo benissimo. Per la fruizione pubblica però non basta aprire un museo, occorre preparare un programma che possa permettere di fare della Fon dazione un centro culturale di respiro internazionale*. Spiega: •Prevedo scambi con altri istituti, pensi a quel lo che stanno facendo il museo di Saint-Paul-de-Vence in Costa Azzurra e alla Villa Favorita della Fondazione Von Thyssen a Lugano. Scambi per mantenere vivo l'interesse del pubblico, accettare confronti e stimoli culturali. E poi valorizzare la biblioteca del professor Magnani, i suoi libri, le sue opere, produrre mostre monografiche. Pensi a Beethoven lettore di Omero. a II mio Morandi, pensi a questi titoli e ad altri, a quello che si può fare*. Per realizzare ambiziosi progetti, i soldi alla Fondazione non mancano certo. Magnani ha lasciato un patrimonio di circa cento miliardi che garantisce alte rendite. Insomma, l'eredità torna a vivere. Dice Galaverni: «Jvon perdiamoci più tra pastoie e incomprensioni*. Da oggi si lavora. E si comincia col restaurare la villa padronale di Mamiano, immersa in un parco rigoglioso di cedri, tigli, sequoie. Poi verrà il resto. Pierangelo Sapegno

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