La rissa in Campidoglio di Marcello Sorgi
La rissa in Campidoglio Perché tre mesi di verifica per produrre una giunta a 5 con maggioranza a 4 La rissa in Campidoglio L'accordo prevedeva le dimissioni degli assessori per un rimpasto, ma un psdi e la liberale Pampana si sono rifiutati - Le trattative per la spartizione delle poltrone • Ieri sera {'«effimera» soluzione, come la definisce Nicolini ROMA — Silenziosa, sommersa, nascosta da quella di governo, più importante, c'è un'altra crisi che turba i sonni della capitale politica. E' in Campidoglio, al Comune di Roma. Chiamarla ufficialmente crisi non si può; è solo una verifica che dura da tre mesi, ridotta a una lunghissima anticamera di accordi o rotture che non vengono mai. Quando tutto sembrava risolto, l'epilogo — a sorpresa — si è avuto martedì sera: era deciso, per favorire un rimpasto di giunta, che tutti gli assessori tranne il sindaco si sarebbero dimessi per essere poi rieletti o sostituiti. Invece il socialdemocratico Robinio Costi e la liberale Paola Pampana hanno detto di no. Un .no. secco, che ha fatto ripartire le trattative da capo. Per che cosa? Dall'esterno, si può pensare alla complessità del governo di una metropoli, alle difficoltà di scelte impegnative per il futuro, alle grandezze di problemi che si moltiplicano. Ma in realtà dietro le quinte si gioca una partita più semplice: con una de che ha puntato tutto sul ritorno di un sindaco democristiano nella capitale: e gli alleati che. avendo- 10 capito, alzano il prezzo della collaborazione. Chiuso nella sua stanza, il sindaco Nicola Slgnorello non vuol parlare. A Nicolazzi, 11 leader socialdemocratico che tratta in prima persona, ha detto che «se il gioco è a mettere in minoranza la de, noi non ci stiamo*: il psdi può pure andare fuori dalla giunta. Alla Pampana. decisa fino all'ultimo a resistere alle dimissioni, ha fatto sapere che «potrebbe restare senea delega, una sorta di assessore ad personam». Ma non basta a sbloccare una trattativa che il coordinatore della de romana Francesco D'Onofrio, esausto, descrive cosi: ■/( pli ha una sua 'pasionaria', una Dolores Ibarruri nostrana. Il psdi, con due consiglieri, ci chiede tre assessorati. Se glieli concediamo, volete che non si facciano avanti i liberali? E il psi? Beh, a questo punto, se vogliono una giunta laico-socialista con sindaco democristiano a noi non interessa', A una rottura vera non si arriverà. Perchè la vera novità della verifica romana è che stavolta i partiti non entrano e non escono dalla maggioranza. Ieri sera, a conclusione di un'altra giornata di tira e molla, una maggioranza a quattro (senza 11 psdi) ha eletto una giunta a cinque (con un assessore socialdemocratico). Difficile capire in base a quali accordi si reggerà: «Non lo immaginavamo. Esistono partiti di lotta e di governo — ironizza D'Onofrio —: in giunta con un assessore, ma con il capogruppo che vota con il pei, contemporaneamente all'opposizione». Quella della -defezione socialdemocratica», come la chiamano nei corridoi, è certo la vicenda più emblematica della difficile stagione capitolina. Partito dopo le elezioni con tre consiglieri, per¬ dutone per strada uno passato al psi, il psdi ha chiesto all'atto della formazione della giunta due assessorati. Ne ha ottenuto uno -doppio* (all'edilizia pubblica e privata), con l'intesa di un successivo • aggiustamento», per Robinio Costi. Ma in lista d'attesa c'è il capogruppo Oscar Tortosa: la de può cedergli il posto di assessore alla scuola se Costi accetta di ridimensionare il proprio peso. Non se ne parla. Cosi Costi non si dimette e Tortosa va all'opposizione. Le cose non vanno meglio con i liberali. -Io non me ne vado per una questione di principio — spiega Paola Pampana — mi sono impegnata con gli elettori a non sottostare all'arrogama degli apparali di partito'. -Macché impegno, macché principio — replica l'aspirante assessore Oabriele Alclati, dopo aver fatto sapere che il pli non si sente rappresentato dalla Pampana — lei approfitta di questa strana situazione, per cui una volta nominato un assessore non è dimissionabile». Solo con i socialisti l'accordo si è rivelato a portata di mano. Nel psi. stabilito un avvicendamento in giunta con il gruppo che fa capo alla nuova maggioranza interna romana (Dell'Unto-Pormica), il vicesindaco Pierluigi Severi e l'assessore all'annona Natalini hanno dovuto lasciare il posto. Si sono dimessi e poi, per protesta, hanno votato contro la conclusione della verifica. Ora, In arrivo, c'è unn nuovo vicesindaco (Redavld) e un nuovo assessore (Raffaele Rotiroti). Ma proprio la relativa facilità dell'intesa ha insospettito Nicolazzi. -De e Psi, al solito, voglion fare tutto da soli? — ci ha detto il segretario del psdi — Protrino. Dovranno spiegare perché si dimette la giunta e non il sindaco. Noi intanto stiamo a guardare e possiamo anche andarcene da una maggioranza che non sembra destinata a durare». Cosi, tutto torna in discussione. Anche l'ipotesi di -riequilibrare» con una geografia diversa del sottogoverno e delle municipalizzate. In bal¬ 10 c'è la presidenza dell'Istituto case popolari, che il psi chiede e il psdi non vuol cedere. Nemmeno in cambio di tre presidenze (Teatro di Roma, Consorzio Trasporti Lazio, Lazio leasing) -per le quali — conferma D'Onofrio — s'é invece fatto avanti il pri, offrendo la guida della Centrale del latte». Inoltre, vedendo la maggioranza in difficoltà il pei, escluso dal governo della città dopo nove anni di giunta di sinistra, ha ripreso l'opposizione dura. -Chi dice che l'effimero e l'estate romana sono finiti, venga qui — scherzava ieri Renato Nicolini, l'ex assessore alla cultura — altro che spogliarelli: il re è nudo!». E come se non bastasse, sulla testa del sindaco Signorello piovono gli attacchi dell'Osservatore romano, l'organo ufficiale del Vaticano. Chi 11 ha ispirati? - Certo non io — conclude il consigliere Alberto Michelinl, cattolico intransigente — anche se qualcuno magari lo ha pensato. Invece credo che la de farebbe bene a prendere come stimoli i segnali che vengono dalla Chiesa. Preparandosi, dopo un anno, a mantenere gli impegni che ha preso con gli elet- tori"- Marcello Sorgi ii sindaco Nicola Signorello
Luoghi citati: Comune Di Roma, Lazio, Roma, Trasporti Lazio
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