Si ferma il grande cuore di Schroeder

Si ferma il grande cuore di Schroeder Gliene avevano impiantato uno di plastica: il suo coraggio commosse gli Usa e il mondo Si ferma il grande cuore di Schroeder DALLA REDAZIONE DI WASHINGTON WASHINGTON — E' morto ieri allo Humana Hospital Audubon di Louisville, nel Kentucky, William Schroeder, 54 anni, sei figli, l'uomo sopravvissuto più a lungo di chiunque altro con un cuore artificiale. Per oltre un anno e 8 mesi. Schroeder, il secondo paziente al mondo a ricevere questo trapianto, era rimasto attaccato alla vita con quell'organo di plastica e metallo. Lo ha stroncato un ennesimo infarto, mentre l'intera famiglia si trovava al suo capezzale. L'annuncio è stato dato dalla portavoce Donna Hazle senza nessun commento alle 13,35, ore locali. Schroeder, un dipendente civile delle Forze Armate, era stato operato dal celebre chirurgo William De Vries, un pioniere nel campo del cuore artificiale, il 25 novembre 1984, quando ormai gli restavano pochi giorni di vita. Prima di lui, solo un sessanten- ne dentista di Seattle, 11 dottor Barney Clay, si era sottoposto all'Intervento, sempre compiuto da De Vries, alla cllnica della facoltà di Medicina dell'Università dell'Utah a Salt Lake City. Barney Clark era sopravvissuto per 112 giorni. Per sei ore e mezzo, quella mattina del 25 novembre 1984, Schroeder rimase sotto i ferri. La riuscita dell'operazione fu clinicamente perfet¬ ta. Nei 18 giorni successivi, il paziente compi una ripresa spettacolare. Si mise a sedere sul letto, chiese e ottenne di bere birra, trascorse le ore a guardare alla tv le partite di football americano. Quando il presidente Reagan gli telefonò le sue congratulazioni. Schroeder gli fece presente che non riusciva a farsi dare la pensione. Il giorno dopo arrivò il primo assegno. La diciottesima notte. Schroeder ebbe il prime di ima serie di infarti che lo avrebbero lasciato confuso e indebolito. Ma non si rassegnò mai. Sorretto da farmaci e da cure assidui, nella primavera dell'85 riuscì a trasferirsi dall'ospedale In una casetta appositamente attrezzata. L'estate successiva, su una autoambulanza, potè visitare il suo paese natale nell'Indiana, e andare a pescare nel fiume su una sedia a rotelle, un sogno che pensava di non poter più realizzare. Da quel momento, la fa¬ miglia chiese il silenzio su di lui. e i mass media americani lo rispettarono. Nelle ultime settimane, le condizioni di Schroeder erano molto deteriorate. Si era reso necessario il suo ricovero in ospedale. De Vries appariva preoccupato. L'altro ieri sera, la portavoce Hazle aveva rilasciato un comunicato pessimista, in cui si parlava di gravi disturbi cardiaci. La famiglia non ha ancora voluto rilasciare dichiarazioni. In passato, ha paragonato la propria vicenda alle «montagne russe», con la gioia che si alterna alla disperazione. Del cuore artificiale, chiamato Jarvik 7 dal suo inventore, è ora allo studio un modello modificato. Dopo la morte del quattro uomini che ne hanno ricevuto il trapianto, il suo impiego sembra destinato a diventare quello di «ponte», di soluzione temporanea, cioè. In attesa di un cuore vero. « Bill ii .Schroeder, poco dopo l'operazione, abbracciato dalla moglie ne dentista di Seattle 11 dotClark era sopravvissuto per sfcatrsu

Luoghi citati: Indiana, Kentucky, Salt Lake City, Seattle, Usa, Utah