Scirea non dimentica Bearzot «Contro di lui un linciaggio»

Scirea non dimentica Bearzot «Contro di lui un linciaggio» Mentre la Juventus lascia Macolin per Villar Perosa Scirea non dimentica Bearzot «Contro di lui un linciaggio» Sul suo domani: «Non avrò rimpianti se dovrò lasciare la Nazionale» DAL NOSTRO INVIATO MACOLIN — E fu cosi che Scirea, uomo schivo ma di profondi pensieri, parlò di Bearzot rendendogli omaggio ed onore. Si discuteva di Juve, di gruppo, di meccanismi sottili, di tutto quel che sta dietro una squadra e dentro gli uomini, di come e perché si diventa grandi nel calcio. «Io sono come Bearzot. di carattere chiuso. E come lui non sopporto le ingiustizie. Per questo ho sofferto, in questi giorni, per certi giudizi nei suoi confronti. Bearzot ha dato molto al calcio, ha vissuto per il calcio: l'uomo non meritava il linciaggio». Una lunga difesa sincera, le parole stavolta non trovavano ostacoli a salire dal cuore alla labbra. Il vecchio capitano è sceso in campo a spada tratta, come ha sempre fatto Bearzot con i suoi azzurri. Gaetano Scirea, 33 anni, 7 scudetti vinti, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Coppe. 1 Supercoppa. 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppa Italia, 1 Mundial, 79 partite in azzurro: chi meglio di lui poteva raccontare la vita segreta del maestro caduto? «Sono tornato dal Messico, ho acceso la tivù e c'era un tizio che diceva che Bearzot, in tutta la sua carriera, aveva avuto solo la fortuna di vincere quattro partite in Spagna. Ho spento subito: queste cose non si fanno. Perché non ha ricordato, quel tizio, che dopo l'Argentina abbiamo giocato 13 partite vincendone 9 e pareggiandone 4? Abbiamo perso con la Francia, però la colpa è stata di noi giocatori e non del tecnico». E cosi, poco alla volta, inarrestabili come un'onda di mare, sono affiorati emozioni e ricordi. E' stato mol¬ to bello, per noi, raccogliere lo sfogo di Scirea: abbiamo capito da quale profondo legame fossere uniti Bearzot e i suoi uomini. «L'ho conosciuto nel 1972 in Portogallo, con la Under 23. Io stavo in panchina e Negrisolo in campo. E lui, Bearzot, se lo ricorda ancora, si ricorda di tutto. Ci ha sempre trattato come uomini, bastava che ci guardasse negli occhi. Il black-out in Spagna, ad esempio. Lui ci ha detto: ragazzi fate quel che volete, decidete voi. sappiate co- munque che io continuo a fare la mia solita conferenza stampa. Ha lasciato la scelta a noi. Talvolta si arrabbiava, negli spogliatoi, però appena si aprivano le porte ci difendeva. Il minimo che possa fare, adesso, è difendere lui». «In tanti anni Bearzot non ha mai cambiato carattere — ancora Scirea, ancora ricordi —. E' una persona onesta, seria e coerente. Lo facevano Imbestialire solo certe insinuazioni. Sceglieva prima l'uomo e poi 11 calciatore, ecco il segreto del gruppo. Come nella Juve, in un certo senso. E poi tutto questo si rifletteva in campo. A me diceva sempre: Gaetano, ma tu non fai mai pubblicità di qualcosa? Era un elogio indiretto al mio equilibrio». Aggiunge Gaetano, sul et. che ha lasciato la panchina: •I consigli che ci dava prima della partita erano sempre giusti. Mi hanno fatto piacere gli elogi di Bllardo che l'ha chiamato maestro: con Bearzot il calcio italiano ha cambiato volto e immagine». Dal passato al futuro, dunque: c'è ancora posto per Scirea in azzurro? «Non mi pongo 11 problema, non ho mai fatto programmi prima e non vedo perché dovrei farne ora. E' giusto che Vicini guardi avanti e non avrò rimpianti se dovrò dare l'addio alla maglia azzurra. Aspetto le convocazioni con la coscienza di aver sempre dato il massimo. Come in tutti questi anni, anche se a ruoli invertiti. Io sono ottimista: non credo che dopo la Francia sia calato il buio totale su! nostro calcio, come qualcuno ha detto e scritto per mettere in croce Bearzot».

Luoghi citati: Argentina, Francia, Italia, Messico, Portogallo, Spagna, Villar Perosa