Centro storico e periferie in una tavolozza di colori di Renato Rizzo

Centro storico e periferie in una tavolozza di colori Riprende il piano del Comune per la ritinteggiatura degli editici Centro storico e periferie in una tavolozza di colori Esperti approfondiscono gli studi sulle antiche sfumature e offrono consulenza ai proprietari •Agli uomini il colore dona, in genere, grande diletto, l'occhio ne ha bisogno come ha bisogno della luce. L'attribuzione di particolari virtù terapeutiche alle pietre preziose colorate può venir spiegata dalla profondita di questo inesprimibile piacere-. Sino a qualche decennio fa Torino sembrava tranquillamente ignorare questa considerazione di Goethe e spennellava sulla maggioranza dei suoi edifici quell'uggiosa «cappa monocroma» passata alla storia come -giallo Torino» che, come hanno dimostrato ricerche puntigliose, altro non era se non .una mistificazione, un alibi comodo per evitare, aggirandoli, i rischi che la posizione d'un problema comporta-. H «Piano del colore*, partito alla fine del '78, fu. pur fra cento polemiche, vera rivoluzione culturale che non voleva limitarsi a un semplice maquillage urbano: non la ridipintura d'una maschera, quindi, ma il ritrovamento del vero volto della città cosi come l'aveva disegnato la storia. E si scopri, ad esempio, che il consiglio degli Edili, nell'800, per stabilire la tavolozza della scena urbana torinese diede vita ad una vera e propria mappa cromatica ispirata, fra il resto, alle pietre usate nelle costruzioni: c'era il verdastro della Val Chisone, il verdegrigio della Val Pellice. il bigie-ceruleo della «pietra del Sarizzo» cioè la pietra del Plasco sottratta alla montagna della bassa Val Varaita, il bianco-grigio della Val Susa, il persighino di Superga, il bigio-perla del marmo di Prabosa. Torino in questi ultimi mesi ha reimpostato un programma di lavoro che inten- de ampliare e arricchire questo patrimonio di ricerche ed è articolato in due aspetti: il primo mira a stabilire «una normativa generale sulle opere di ritinteggiatura degli edifici- ; il secondo si sviluppa in un'indagine «sulle principali trasformazioni cromatiche del centro storico tra il 1700 e il 1900- e si prefigge di stilare «una normativa particolareggiata sulla colorazione degli edifici-. In altri termini, il Comune sta vagliando tutte le richieste di ritinteggiatura di palazzi che giungono da proprietari privati o pubblici appoggiandosi a due studiosi, gli architetti Germano Tagliasacchi e Riccardo Zanata (già collaboratori del prof. Giovanni Brino nell'originario «Piano del colore-) per stabilire, caso per caso, tinte ed accostamenti. Contemporaneamente un gruppo di ricerca, di cui fanno parte i due professionisti affiancati dal prof. Umberto Bertagna, dall'arch. Daniela Grognardi con la consulenza del prof. Gian Paolo Scarzella del Politecnico, si sta occupando del cuore di Torino «non solo per quanto riguarda gli edifici di particolare interesse storico-architettonico o grandi complessi unitari come le piazze San Carlo o Castello o Vittorio o Statuto, ma anche di "comuni" case d'abitazione o adibite ad uffici-, valutando, inoltre, quali siano le tempere e le tinteggiature ideali Cosi da evitare alcune •trappole- che certe vernici hanno fatto scattare negli anni scorsi portando, ad esempio, a colorazioni scadenti o errate. Due esempi: l'edificio di piazza Vittorio angolo corso Cairoli, sulla destra guardando la collina, per cui si sono rifiutati prodotti acrilici desiderando una tinteggiatura esclusivamente «a calce- e che, oggi, è «pelle devastata- (nel 7-800 10 smog non aggrediva quanto nei nostri tempi); o 11 palazzo di piazza Statuto angolo corso San Martino ritinteggiato con colori errati non adeguandosi al •modello- che la ricerca storica ha identificato in quello dove ha sede la TJil. L'indagine sul centro storico ha come radice uno studio che Tagliasacchi e Zanella hanno realizzato nella zona attorno al Municipio (e che, recentemente, ha loro fruttato anche un prestigioso premio internazionale) spingendo la ricerca d'archivio a fonti del '700 e scoprendo, fra il resto, che il Palazzo di Città aveva, all'origine, colorì giocati sul grigio e sull'arancio. Con l'inizio dell'anno nuovo Torino potrebbe, quindi, avere ulteriori strumenti e regole cui attingere per migliorare la propria •scenografia-. Renato Rizzo Maquillage in piazza Statuto: a poco a poco portici, colonne e finestre cambiano colore

Persone citate: Castello, Daniela Grognardi, Germano Tagliasacchi, Gian Paolo Scarzella, Giovanni Brino, Goethe, Riccardo Zanata, Tagliasacchi, Umberto Bertagna, Zanella

Luoghi citati: Torino