Lloyd, 150 anni di burrasche

Lloyd, 150 anni di burrasche Trieste, in crisi la famosa compagnia di navigazione Lloyd, 150 anni di burrasche Dimenticati i fasti di un tempo - Un passivo annuo di 40 miliardi • Disarmate cinque navi TRIESTE — Il Lloyd di navigazione, uno dei pilastri della flotta di Stato, compie 150 anni. Venne fondato nell'agosto del 1836 su proposta del barone Karl Ludwig von Bruck. l'uomo che apri all'lmperial-regia bandiera austroungarica la via del Levante e poi delle Indie. Oggi, a un secolo e mezzo da quella data, non c'è aria di festa nel corridoi dell'imponente palazzo di piazza Unità, storica sede della compagnia. I fasti di un tempo sono ormai dimenticati. E' un giubileo travagliato, in malinconica sintonia' con la crisi generale della marineria pubblica italiana, da lungo in attesa della legge per il riassesto della Fin mare. -Speriamo che questo sia l'anno del rilancio, non solo delle rimembranze» dice Tommaso Ricci, amministratore delegato della società, alle prese con un passivo annuo di circa 40 miliardi. Alcuni mesi fa. Ricci ha varato un complesso piano di risana mento, basato su una più rigorosa gestione del naviglio e del personale. Ma 11 progetto, tuttora contestato dai sindacati (in particolare dagli autonomi che hanno dalla loro gran parte dello «stato maggiore», ossia dei comandanti e degli ufficiali), potrà aver effetto solo se sostenuto finanziariamente dallo Stato. Del resto l'intervento pubblico non rappresenterebbe certo una novità. Il destino del Lloyd, come anche quello di Trieste, è sempre stato legato alle scelte di strategia fatte prima a Vienna e poi, con il mutare della storia, a Roma. Il primo battello Uoydiano, 1'«Arciduca Lodovico», in quel lontano 1836, salpò da Trieste per Costantinopoli, raggiunta dopo 15 giorni di naviga zione, poiché questo era nell'interesse economico e politico dell'impero asburgico. Nel 1869, tre piroscafi della compagnia («America», «Plutoi •Vulcano») presero parte al convoglio che inaugurò 11 Canale di Suez: un segnale alle potenze coloniali di Gran Bretagna e Francia che quella rivoluzionaria rotta, .abbreviarne di 3500 leghe la distanza tra Trieste e Bombay», non sarebbe stata loro monopolio. La «centralità» del Lloyd venne confermata dal governo italiano dopo la vittoria nella prima guerra mondiale. Lo stesso giorno della presa del suoi poteri, il 4 novembre 1918. il generale Petitti di Roreto stabili per decreto che il Lloyd da «Austriaco» sarebbe diventato «Triestino», e quindi finalmente italiano. Strategica fu anche la decisione presa nel '38 dall'Irt di disciplinare la flotta di Stato, affidando alla società triestina le linee del Levante e dell'Estremo Oriente. mDiamo al Lloyd quello che è del Lloyd» sentenziò allora il presidente dell'Iri, Beneduce. La compagnia onorò le scelte giuste trasportando ogni anno milioni di tonnellate di merci e centinaia di migliala di passeggeri, toccando porti mitici ma familiari a generazioni di marittimi triestini. Cosi come pagò per le decisioni sbagliate. Fu certamente un errore armare, nel 1963, due lussuose navi passeggeri, la .Galilei., e la «Marconi», mentre già si delineava il sopravvento degli aerei. Come fu sbagliato costruire negli Anni 70 turbonavi da trasporto dai costi di capitale elevatissimi e dai consumi smisurati. Comincia quindi da lontano la crisi del Lloyd Triestino che oggi si trova costretto a disarmare cinque delle sette navi di proprietà, 'poiché tenerle ferme costa meno che farle navigare». E' amaro constatarlo — dicono 1 dirigenti del palazzo di piazza Unità — ma conviene di più mandare in Africa orientale o in Cina unità noleggiate, equipaggi compresi. In futuro, sostiene da parte sua Ricci, dobbiamo eliminare gli sprechi e ridurre 11 personale navigante. Il Lloyd ha attualmente 1200 dipendenti, del quali 900 sul ruolino dei marittimi. Troppi, secondo l'amministratore delegato, per far fronte all'emergenza. La società ha invece in programma la costruzione di sette unità tecnologicamente avanzate che dovrebbero sostituire le navi «mangia-nafta», ora precocemente in disarmo. Ma il loro varo è subordinato ad un altro varo ben più importante, quello della «legge Fiumare., passata dall'ex ministro alla Marina mercantile Carta al suo successore Degan. Intanto, tra timori ed atte¬ se, il Lloyd si appresta a celebrare 11 suo secolo e mezzo di vita. Insieme alla Rai ha prodotto un lungo documentario sulle leggendarie rotte dell'Oriente, una mostra storica sarà allestita al museo Revolteila. mentre il 15 settembre la moderna porta-contenitori •Apulia» getterà le ancore proprio dinanzi al palazzo della compagnia, per ospitare a bordo una grande festa all'insegna della speranza. s. c.

Persone citate: Beneduce, Degan, Galilei, Karl Ludwig Von Bruck, Lloyd Triestino, Marconi, Petitti, Ricci, Tommaso Ricci