Tombe nella città perduta di Vincenzo Tessandori

Tombe nella città perduta Etruria sepolta: si cerca un insediamento nei pressi di Siena Tombe nella città perduta A Monteriggioni la scoperta dì una estesa necropoli etnisca ha fatto ritenere probabile la presenza di un centro abitato di cui si è persa ogni traccia - Fra qualche giorno tre archeologi cercheranno di individuarlo DAL NOSTRO INVIATO MONTERIGGIONI (Siena) — Si cerca una città fantasma, fra Siena e Volterra, e quando la troveranno, forse, un altro mistero del mondo degli etruschi sarà svelato. Per caso una falciatrice sfondò la volta di una tomba a camera, ricoperta da pochi centimetri di fertile terra color ruggine, nella piana di Monteriggioni. Era l'estate di quattro anni fa, l'affittuario del fondo, Rolando Querranti, ricorda: «Tutti volevano pigliare un ciottolino, da quella tomba. Li bloccai e chiamai i carabinieri.. L'ingresso fu sbarrato. Con 1 vasi e le urne, trovarono i resti di due donne e un uomo, fra 1 venti e i trent'anni, e il corredo funebre di personaggi «moderatamente agiati» fini nelle mani degli archeologi. Fu deciso uno scavo sistematico, in quel tratto di campagna senese, e spesso gli studiosi frugavano anche campi coltivati. Ouerrantl aspetta ancora l'indennizzo: 3 milioni e 150 mila lire. A cinque passi da quella prima tomba ne emerse un'altra e, poco più oltre, un'altra ancora, a camera, di struttura arcaica, assai grande e bella, ricordano: ora è nuovamente nascosta dalla terra perché il gelo dell'inverno 1984 ne aveva irrimediabilmente compromesso la stabilita. In tutto sono venti le tombe a fossa e dieci quelle a camera trovate negli ultimi tempi, alcune intatte o appena segnate dal tempo. Anche Ouerrantl, una sera, fece la sua personale scoperta: un masso squadrato, con un'iscrizione etnisca, si era impigliato nel rastrello del trattore. Lo lasciò nel campo, ma al mattino era scomparso. Ancora oggi, quando gli aratri smuovono le zolle, è facile vedere spuntare frammenti di vasellame. Una crosta di travertino corre sotto uno strato di terra a volte spesso non più di 40 centimetri. In quella falda gli etruschi scavarono le loro tombe. I confini della necropoli non sono del tutto definiti, anche se «aia verso la fine del 1600 fu rinvenuta una tomba a camera con iscrizioni dipinte, denominata "Tomba dell'alfabeto"; ricorda Carlotta Cianferoni, della Soprintendenza archeologica della Toscana, che dirige le ricerche. Tra il 1893 e il 1901, Giulio Terrasi, nobiluomo senese appassionato di archeologia, riportò in luce 229 tombe comprese tra l'età del ferro e l'età romana. Oggi la zona esplorata è vasta cento ettari. «Ciò che lascia sorpresi è ia mancanza di una città o di un centro vicini; dice la dottoressa Cianferoni. Ma quella città, osserva, deve esistere, nascosta da qualche parte, qui nella campagna ai piedi della rocca di Monteriggioni costruita nel 1203 dal senesi come posto di blocco e cardine di un sistema di difesa soprattutto contro Firenze, forse nasconde gelosamente nelle fondamenta delle sue case la prova di un remoto passato. All'orizzonte, su un colle di 578 metri, sorgeva Castellina Vecchia, assai prossima all'odierna Castellina in Chianti: dominava le vie lun¬ go i fiumi Pesa, Greve e Arno ed era culturalmente legata a Volterra ed economicamente anche a Chiusi. Ma la necropoli, osserva l'archeologa, non appartiene neppure a Castellina: 11 viaggio dal colle alla pianura sarebbe stato troppo lungo. Dunque, la città fantasma esisteva e, probabilmente, era importante. Del resto, l'alto numero di tombe individuate sembra esserne valida prova, inoltre dai campi sono emerse anche due stele in marmo a palla e a forma di clava, del tutto slmili a quelle scoperte a Pisa, non troppo tempo fa, e che hanno dato prova delle origini etnische e della vocazione commerciale Osserva l'archeologa: -Gli etruschi non facevano mai le loro necropoli troppo lontano dai centri abitati. È cosi, sulla base dei dati a nostra disposizione, il centro etrusco cui è pertinente la necropoli di Monteriggioni si preannuncia come il più vasto e importante della Val d'Elsa. La varietà tipologica delle tombe venute alla luce, alcune delle quali monumentali, e la ricchezza dei materiali rinvenuti, indicano che si tratta di un insediamento di un livello economico e culturale piuttosto alto, di cui si hanno testimonianze ininterrotte dall'VI II al I secolo a.C». La città non era Siena che non fu etrusca. •E, probabilmente, non era neppure una città cinta da mura perché, in questa zona di antica dominazione, la gente non ne avvertiva l'esigenza: Nella vallata passava la grande via di comunicazione che dalle foci dell'Ombrane risaliva verso il Nord, la Pianura Padana, 1 centri villanoviani e oltre. Dopo le foto aeree e quelle ai raggi infrarossi, ora toccherà al piccone la parola decisiva. Fra qualche giorno tre archeologi, un disegnatore e una decina di operai cominceranno a scavare la base della collina di «Podere Campassinl». Fidando su pochi indizi e sull'intuito, tenteranno di individuare quella città di cui si è persa la memoria. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Carlotta Cianferoni, Castellina, Castellina Vecchia, Cianferoni, Giulio Terrasi, Greve, Rolando Querranti