Un ricco filone d'oro

Un ri€€0 filone d'oro SCHERMA Nel fioretto azzurri sempre al vertice Un ri€€0 filone d'oro f ih La gioia di Andrea Boi ella dopo la finale individuale Tutte le medaglie mondiali Oro Argento Bronzo Fioretto m. ind. Borella (Ita) Diaz (Cuba) Noma (Ita) Fioretto m. sq. Italia Germania Ddr Fioretto f. ind. Fitchel (G.O.) Bau (G. 0.) Vochtchakina (I'rss) Fioretto f. sq. Urss Italia Germania 0. Sciabola ind. Mindirgassov Nuidoso V. Etropolski (Urss) (ling) (Bui) Sciabola sq. Urss Polonia Bulgaria Spada ind. Ribaoud (Fra) Bodoczi (Rom) Lenglet (Fra) Spada sq. Germania Urss Italia Anche a Sofia successo puntuale: alla base la tradizione e l'organizzazione Li scopriamo una volta all'anno, quando puntualmente arricchiscono d'oro o di altri metalli preziosi la bacheca dell'Italia sportiva, prima di ripiombare nel limbo, se non nell'anonimato. Eppure, dati alla mano, gli schermitori sono gli atleti che assicurano il maggior numero di medaglie, olimpiche e mondiali. Da cinque anni, per esempio, non manca un nome italiano nell'albo d'oro dei Giochi o della rassegna iridata, e sarebbe troppo semplicistico ed ingiusto spiegare gli exploit degli azzurri (anche quest'anno ai mondiali appena conclusi a Sofia cinque medaglie, due d'oro, una d'argento e due di bronzo) con la non eccessiva popolarità e il conseguente ridotto numero di praticanti di questa antica disciplina. Del resto anche noi. dopo i fasti dei Nadi e dei Mangiarotti. abbiamo dovuto registrare anni bui. dai quali però siamo riusciti ad uscire brillantemente. Dalla crisi degli Anni 60 ci risollevarono Maffei e Granieri. e le scuole dei grandi centri, Roma, Milano e Torino che affiancarono quella tradizionale livornese. Ora invece il panorama è cambiato, con una brusca inversione di rotta, e la nostra scherma prospera soprattutto in piccoli centri, Mestre e Jesi su tutti, dorè il lavoro in pedana, anche destate, non sembra patire la concorrenza di troppe altre distrazioni. In questa atmosfera provinciale il successo olimpico di un estroso autodidatta come Dal Zotto ha scosso l'ambiente, è diventato esempio e tradizione più di quanto non lo siano stati, in generale, i trionfi in serie dei campionissimi del passato. A favorire questo susseguirsi di vittorie, oltre alla tradizione, appunto, almeno altri tre motivi: uno naturale, due dovuti ad azzeccate intuizioni federali. Innanzitutto la conformazione psico-fisica dell'italiano, normolineo. estroso, pronto di riflessi: qualità fondamentali in uno sport si aleatorio per la brevità degli scontri, impostati su pochi colpi, ma veloce, fulmineo. Poi l'istituzione, una ventina d'anni fa, del Gran Premio Giovanissimi, che ha portato in pedana migliaia di ragazzini di 8 anni, sopperendo cosi alle carenze dell'organizzazione scolastica. Infine, una dozzina d'anni fa, la nomina di un citi a tempo pieno, Fini, che ha preso il posto dei .capitani, per hobby di un tempo, con la conseguente professionalizzazione di tutto l'ambiente. Guido Ercole

Persone citate: Andrea Boi, Borella, Dal Zotto, Diaz, Granieri, Guido Ercole, Maffei, Mangiarotti, Spada