« Ecco il malato immaginario »

« Ecco il malato immaginario » « Ecco il malato immaginario » «Niente ferie supplementari e niente operazione: per guarire serve il riposo» - Rassicurante il controllo medico, lunedì Michel a Torino - Ad Agnelli: «Se vuole vedere Rush ed Hughes insieme, gli porto i biglietti di una gara del Galles» DAL NOSTRO INVIATO MACOLIN — Stavolta l'auto era dietro e non davanti, come domenica con l'Avvocato. E' stato un inseguimento al contrario. Al volante della sua «Uno Turbo». Michel Platini ha cercato di sorpassarci sulla strada tutta curve che da Biel sale a Macolin. Erano le 9,45, pioveva, non c'è riuscito, la nostra «Ritmo» gli ha risposto bene. E stavolta, quando il re è arrivato all'Hotel Bellevue. quelli della Juve non dormivano ma stavano già in campo a sudare. A Macolin non c'erano campane che suonavano, come per Maradona. Platini è sceso dall'auto, si è guardato intorno e ha detto: -Un posto splendido, che non conoscevo. E' il momento più bello: mi sarebbe piaciuto venirci prima perché questo è il mio gioco e la mia vita-. Marchesi, che ha vista buona, gli ha sorriso da lontano. Una calda stretta di mano e poi: come stai?, bene, ci parliamo dopo. I compagni stretti intorno, se qualcuno aveva sussurrato sospetti non l'ha dato a vedere. «Mi sembri più. alto», ha scherzato Platini rivolgendosi a Laudrup. -E vuoi imitarmi in tutto, anche nella tendinite». Scirea e Tacconi l'hanno accolto con una battuta: «JSra ora che finissi le ferie, ora cerca di lavorare». Abbraccio caloroso, non si dice cosi? La Juve ha ritrovato Platini e Platini ha ritrovato la Juve. 'Ieri a quest'ora ero a fare il bagno in piscina: faceva parte della cura. Se non sono arrivato prima è per rispetto dell'Avvocato: mai mi sarei permesso di precederlo in qualcosa-. E un'altra battuta per Agnelli: «Se proprio vuole vedere insieme Rush e Hughes, fategli sapere che sono disposto a procurargli i biglietti per le partite del Galles». Allegro, disinvolto, tranquillo, Michel Platini ha portato alla Juve buone notizie. Lunedi prossimo sarà a Torino, martedì andrà in Danimarca con la squadra e, al ritorno, riprenderà ad allenarsi. .Qualcuno ha detto che non avevo problemi fisici ma solo voglia di riposare. Tutte balle. Non sono un malato immaginario. E neppure avevo bisogno di disintossicarmi dopo venticinque giorni di ferie. Comunque tutto è risolvibile, non ci sono operazioni da fare. Sono felice, con un intervento chirurgico avrei rischiato di tornare in forma per le prossime ferie. Negli ultimi tempi ho giocato da cane, non potevo andare avanti così per altri sei mesi. E allora ho deciso di guarire: solo riposo, però, niente medicine: ne ho prese anche troppe durante il Mundial ernie venuta la nausea-. Il ritorno del generale (definizione di Agnelli) ha rincuorato la truppa. Non che se ne fosse bisogno, ha detto Cabrini che tutti erano tranquilli sui tempi di recupero, ma l'assenza, le voci, il malcelato disappunto di qualcuno dei compagni valevano pure una visita. «Tutto bene — ha commentato il dott. Bosio — ho controllato il tendine di Platini e non ho riscontrato infiammazioni. 1 tempi sono rispettati, anche se il giocatore dovrà sostenere una preparazione differenziata. L'ho trovato bene anche moralmente». Il caso, se mai c'è stato, si è dunque chiuso con buona pace di tutti. La Juventus ancora una volta ha fatto le cose per bene. Platini ha scambiato battute coi compagni, ha scherzato, ha distribuito pacche e sorrisi. «Afi hanno detto che posso restare in vacanza fino a Natale, se voglio». E' ripartito nel pomeriggio dicendo buon lavoro e arrivederci. Aveva qualche problema con la lingua. «Non sono più abituato all'italiano» . Però ha parlato a lungo, ha lavorato con noi intanto che gli altri lavoravano in campo. Sentite. Tcndinite e pubalgia — -Scongiurata l'operazione, credo che fosse più grave la pubalgia. Anche perché quattro anni fa nessuno mi conosceva, i tifosi potevano pensare che giocassi sempre così e se la prendevano con Boniperti, anzi con Agnelli: con tutti e due, voglio dire. Ora invece sanno che si tratta di un semplice problema fisico». La Juve e le altre — «Tvoi siamo sempre gli stessi, e anche gli avversari per lo scudetto. I nomi? Andate a rileggervi qualche mìa intervista dello scorso anno. La Roma ha lo svantaggio di non essere una sopresa. Come dice il mio amico Boniek per migliorare può solo arrivare prima. Se ripeterà il girone dello scorso anno, però, saranno guai. Il Milan si è rafforzato, il Napoli ha Maradona, l'Inter ha Trapattoni, la Samp può essere una sorpresa e il Torino è sempre li, con il suo temibile contropiede. Io alla mia stagione non chiedo nulla, è da tempo che gioco più per gli altri che non per me stesso. E non è detto che a fine stagione lasci: ho firmato il contratto per un anno, ma alla mia età non si possono fare program¬ mi a lunga scadenza. La molla? Perché mi diverto e la Juve lo vuole». La Coppa campioni — «Bisogna essere forti, organizzati e anche un po' fortunati. Agnelli e Boniperti temono il Real? Io spero che anche il Real tema la Juventus». Il ruolo — «La Juve ha già giocato con tre punte l'anno scorso, con Bari, Udinese e Milan. Tre vittorie. Io facevo il centromediano metodista. Dipende da me: se difendo lo schema va bene, se r.on difendo possono sorgere problemi. Anche se ovviamente le decisioni spettano a Marchesi, è lui l'allenatore». La Francia — » Prima bisogna vedere se mi vogliono ancora. Certo che è difficile, anche in questo caso, programmare per due o addirittura quattro anni. Quando ci saranno le convocazioni, sarà un problema mio. Un fatto è certo: o si o no, non lascerò la cosa a metà-. E via di questo passo, molti i temi toccati. La Nazionale azzurra (« Giusto che sia stata affidata al tecnico dei giovani»), le qualificazioni agli Europei («Nessun problema per l'Italia»), le nostre squadre nelle coppe contro le francesi («Più difficile per il Torino col Nantes che per il Napoli con il Tolosa»). E altre battute, a Michel gli andava di scherzare. Segno di buona salute, in tutti i sensi. -Agnelli mi ha paragonato ad un generale. Lo ringrazio. Ma io preferirei essere una recluta, per questioni di età. Però, visto che non posso tornare indietro, vada per il generale, anche per via della pensione più ricca». Carlo Coscia