Il futuro danza la sua fine di Sergio Trombetta

Il futuro danza la siici fine Al Festival di Avignone la compagnia dell'Esquisse in «Derrière le mur» Il futuro danza la siici fine Un Medioevo postatomico ossessivo e angosciante che si purifica sotto una pioggia liberatrice - Monnier e Duroure hanno presentato invece «Pudique Acide» ed «Extasis»: ironia ed elettrizzante energia AVIGNONE — C'è il mondo postatomico del ballerini dell'Esquisse; ci sono le evoluzioni acido ironiche di Mathilde Monnier e Jean Francois Duroure, oppure la «danza spazzatura» e modaiola di Decoul: flé; il classico modem della compagnia americana di Paul Taylor (che sarà a Taormina a fine agosto), o ancora il classico giapponese Jiuta Mai, danza antica tradizionalmente femminile. Dalla fine di luglio al Festival dì Avignone è arrivata la danza, molta danza, soprattutto francese, ma con una spruzzata di esotismo. Derrière le mur è lo spettacolo che la compagnia dell'Esquisse, guidata dalla svizzera Joélle Bouvier e dall'algerino Regis Obadia, ha creato per il Festival e presentato al Cloitre des Carmes. Dietro il muro del titolo c'è un mondo duro e angosciante; è un prossimo Medioevo in grigio: mura scrostate, sabbia ovunque. Vestiti di grigio, con costumi dal gusto vagamente medievale, i ballerini ripetono ossessivamente sequenze danzate su una banda sonora che accumula, ripetendoli all'infinito, rumori, ansiti, fonemi, vagiti di bambini. La danza dell'Esquisse è sempre violenta, di una energia potente e molto fisica, senza rarefazioni intellettuali, rimanda alla lontana a certe forme di teatralità espressionista, costruita perù su un vocabo- EHI Mounier v Duroure in «Extasis»: lario gestuale forse un po' limitato e insistito. Come nei loro spettacoli precedenti, Bouvier e Obadia costruiscono suggestioni ossessionanti: in Vertée era una tribù metropolitana accampata ai bordi di una grande città; ne Le royaume millénaire era un mondo antico e barbarico colto nel momento dell'estrema decadenza. Qui è ancora la fine di un mondo, una decadenza tutù, giacca, impermeabile e creste proiettata verso il futuro. I danzatori si muovono sul sottile strato di sabbia di questo deserto postatomico compiendo strani rituali collettivi: giochi con un grande drappo prima giallo e poi rosso, successive esclusioni dal gruppo di singoli individui. Una tensione angosciante che si allenta tutta di un colpo alla fine quando, su una melodia dolce cantata da una voce femminile, sabbia, mura, danzatori, tutto viene punk per atmosfere da kabarett inondato da un'improvvisa pioggia liberatrice. Monnier e Duroure, lei bionda e lui bruno, entrambi allievi di Viola Farber ad Angers, molto lavoro con Francois Verret lei e Pina Bausch lui, si incontrano a New York dove studiano da Cunningham, si innamorano di Kurt Weill e creano la loro prima coreografia Pudique Acide; poi proseguono con Extasis. Le presentano per pochi giorni, ma con molto successo, a Parigi; le ricreano per il Balletto dell'Opera di Lione; le hanno portate ad Avignone: un gran successo anche qui. Sulla scena della Nouvelle Danse arriva la seconda generazione. Calzamaglia, felpa, creste punk e kilt scozzese per tutti e due, in Pudique acide si incontrano nel silenzio e si scatenano sulla musica del Kurt Weill dell'Opera do tre soldi: si parte e si finisce con il Cononensong, lo stesso che già Pina Bausch usava per aprire e chiudere / sette peccati capitali. E l'influenza della Bausch emerge subito nella capacità di dare nuova linfa a materiali musicali scontati, nella grande ironia con cui rivisitano ogni tipo di danza, classico e moderno, nella sincerità del mettersi a nudo con bravura ed energia. Extasis è una specie di spogliarello sempre rinviato, ancora sulla musica di Weill e di Bernard Hermann, ambientato in una sorta di studio fotografico. Ancora gonne per entrambi: un lungo tutù a balze su cui indossano una giacca e un impermeabile per mettersi spesso in posa come di fronte ad un immaginario fotografo. Musica tedesca, aria di kabarett, danza dura fatta di spinte e movimenti bruschi, e poi un finale di gusto espressionista dove il comico si vela di drammatico e i due mimano una pietà grottesca, Sergio Trombetta

Luoghi citati: Avignone, New York, Parigi, Taormina