«Non abbiamo sbagliato» di Claudio Cerasuolo

«Non abbiamo sbagliato» «Non abbiamo sbagliato» Così dicono i responsabili del laboratorio dove il tè è stato scambiato per urina - Com'è possibile che sia stata rilevata la presenza di tessuto epiteliale? «Può esserci stato un inquinamento involontario» - Tre avvisi di reato TORINO — Hanno ricevuto una comunicazione giudiziaria perchè indiziati di truffa e falsa attestazione i due medici e l'Infermiera, coinvolti nell'inchiesta del carabinieri del Nas sul tè scambiato per urina dagli analisti del laboratorio dell'Usi 15, quartiere ValletteLucento, uno dei più popolosi e affollati della città. Munito di regolare richiesta del medico curante, il carabiniere in borghese aveva consegnato 11 campione, un miscuglio di tè e aranciata diluiti, e una settimana dopo aveva avuto il responso: -Color oro paglierino, valori e sedimenti nella norma». I tre Indiziati sono 11 prima¬ rio citopatologo dell'ospedale Maria Vittoria, Onofrio Campobasso, l'aiuto patologo Carlo Bertone, l'infermiera Anna Galliano. Il dottor Bertone si sarebbe limitato a firmare 11 responso, in assenza del coordinatore sanitario. Il professor Campobasso, che aveva eseguito l'esame al microscopio, e l'infermiera, che aveva sottoposto il campione all'analisi chimico-fisica, non ricordavano quel referto in particolare: all'Usi di corso Toscana si fanno in media una trentina di esami delle urine al giorno. Il rapporto dei carabineri del Nucleo antisofisticazioni è finito sulla scrivania del pretore Virginia Borgani sa¬ bato scorso, tre giorni prima della sua programmata partenza per le ferie: -In merito all'inchiesta non posso fare alcuna dichiarazione. Le indagini sono appena cominciate. La materia è complicata, occorre essere dei chimici per valutare la situazione. Saranno i periti a dire una parola conclusiva. Ma il fascicolo non dormirà nel cassetto: passerà al pretore di turno, per gli atti urgenti che si renderanno necessari-. Sul fronte ospedaliero si registrano le prese di posizione dei responsabili politici, amministrativi e sanitari, il vicepresidente dell'Usi Giuseppe Paparella, il caposervizio professor Enrico Concina e il coordinatore sanitario dell'Usi 15 dottor Giulio Stramignoni. Concordi le loro affermazioni: -L'esame chiesto dal finto paziente, un carabiniere del Nucleo antisofisticazioni, è stato fatto. L'analisi chimico-fisica e quella al microscopio non potevano rivelare che il campione era un miscuglio di tè e aranciata diluiti e non urina-. Allora è possibile che gli analisti di laboratorio di una Usi non siano in grado di distinguere il tè dall'urina? Risponde il professor Concina: • Certo che è possibile, anche perchè i nostri non sono laboratori di medicina legale o di merceologia. L'analista dà per scontato che la sostanza da esaminare sia urina». •L'analista — spiega Concina — ricerca nelle urine le variazioni patologiche di determinate sostanze rispetto alla norma. Si fa l'esame chimicofisico: colore, densità, ph, grado di acidità o alcalinità, e così via. Nel caso in questione è stata rilevata la presenza di glucosio. Poi l'urina viene centrifugata e si sedimenta: è questa la fase più delicata, l'esame al microscopio. Il professor Campobasso ha segnalato "rarissime cellule di tessuto epiteliale", indice di uno sfaldamento del tessuto, ma talmente insignificante da rientrare nella norma. Anche in questo caso una diagnosi corretta-. Corretta? Secondo il coordinatore sanitario dell'Usi di corso Toscana, dottor Giulio Stramignoni, •è possibile che le cellule vegetali siano state scambiate per cellule epiteliali: può esserci stato un "inquinamento" del campione, non voluto, da parte o dell'operatore o di chi ha consegnato il reperto-. E prosegue Concina: -Le strutture fatiscenti che abbiamo ereditato dalle vecchie mutue sono state potenziate. Oggi, le Unità sanitarie, completamente riorganizzate, sono in grado di svolgere una mole enorme di esami e questo può aver dato fastidio a qualche laboratorio privato-. L'Usi ha aperto una inchiesta amministrativa sulla vicenda? Concina: -Sono stato informato di quanto era accaduto giovedì 24 luglio. C'è stata una riunione con i vertici della sanità, è stato deciso di chiedere una relazione scritta ai diretti interessati. Non ho ancora avuto quella del professor Campobasso. Una volta acquisiti tutti gli elementi per una valutazione complessiva del caso, valuterò l'opportunità di avere un colloquio con il magistrato-. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Campobasso, Torino