Treviso annuncia il radicchio doc

Treviso annuncia il radicchio doc .Chiesto al ministero dell'Agricoltura l'apposito decreto e depositato il marchio Treviso annuncia il radicchio doc Nell'85 il «fiore che si mangia» ha raggiunto un fatturato di sei miliardi - Esportato in Usa, Canada e Australia TREVISO — Il radicchio rosso di Treviso sta per diventare una coltura a denominazione di origine controllata. L'ha deciso la Camera di commercio di Treviso che. preoccupata dalla concorrenza sleale degli anni scorsi (quando ad una qualsiasi cicoria invernale bastava una sfumatura rosso pallido per acquisire l'ambito nome e conseguentemente raddoppiare il prezzo), ha già mosso i primi passi per ottenere dal ministero dell'Agricoltura l'emissione dell'apposito decreto. Per tutelare i produttori in questa stagione, sono già stati depositati i marchi d'impresa che riguardano i tre tipi di radicchio rosso trevigiano: radicchio rosso di Treviso, radicchio rosso precoce (in vendita da ottobre), radicchio rosso di Treviso tardivo (sulle bancarelle fino ad aprile-marzo). A partire dal prossimo raccolto (le condizioni climatiche favorevoli fanno già pensare ad una produzione boom) chi dichiara di col¬ seconda coltura del Trevigiano (dopo il vino). Lo scorso anno la produzione per la prima volta ha toccato il tetto dei ventimila quintali e il radicchio «made in Treviso, è stato venduto in mercati prima mai raggiunti: Stati Uniti, Canada. Australia. Se bene imballato il caratteristico 'fiore che si mangia», come lo definiscono da queste parti, si mantiene anche per una settimana. Il fatturato complessivo ha sfiorato i sei miliardi di lire: una grossa cifra se solo si considera che questa, per gli agricoltori trevigiani, è soltanto una produzione integrativa del reddito annuo. Il numero dei produttori non supera le cento unità e. da un paio d'anni a questa parte, gran parte di questi può contare sull'aiuto di alcuni «super tecnici» preparati dalla Camera di commercio. Il ra dicchio rosso di Treviso infatti è una coltura molto deli cata. che necessita di cure del tutto particolari. Flavio Corazza tivare radicchio rosso dovrà dimostrare di aver rispettato un complesso regolamento. Quanto alla domanda per il riconoscimento della coltura doc questa è già partita per Roma, e in questi giorni la Camera di commercio sta predisponendo la relativa istruttoria per conto dei produttori. Anche il disciplinare è già realizzato e alla fine, se la proposta sarà accolta dal ministero (che prima organizzerà una pubblica audizione a Treviso), potrà fregiarsi del marchio a denominazione di origine controllata solo il prodotto coltivato in un certo modo e in un ambito territoriale definito, che unisce tredici Comuni dell'hinterland trevigiano (Casale. Casier. Mogliano. Preganziol. Quinto. Treviso, Silea. Morgano. Spresiano. Cimadolmo. Zero Branco. Carbonera e Villorva) e di una sottile fascia limitrofa comprendente alcuni Comuni delle province di Padova e Venezia. Quella del radicchio rosso è. per prestigio e fatturato, la

Persone citate: Flavio Corazza