I farmaci dell'inganno di Bruno Ghibaudi

I farmaci dell'inganno Inviati nel Terzo Mondo medicinali inefficaci o dannosi I farmaci dell'inganno La Novalgina raccomandata contro il cancro - La dissenteria «curata» con la streptomicina cora raccomandabili per questa patologia. La responsabilità di questo indegno sfruttamento, si dice, deve essere ricercata in primo luogo fra piccole industrie, spesso dislocate negli stessi Paesi che ne diventano poi vittime, che giocando sulla credulità e sulla disinformazione della gente, ma anche sulla mancanza di controlli farmacologici dei vari enti nazionali, ottengono guadagni da capogiro con gli pseudofarmaci. ROMA — I Paesi del Terzo Mondo stanno conoscendo una nuova tragedia: i farmaci dell'inganno. Sono confezioni di varia natura, con scarse indicazioni terapeutiche sulla scatola e che risultano molto spesso inefficaci come medicamenti e pericolosi per gli effetti collaterali provocati. Assunti quasi sempre senza le dovute precauzioni, in dosi spesso eccessive o in associazioni improprie, determinano malattie di varia natura e spesso la morte. La richiesta di rendere più rigorose le norme che regolano l'esportazione dei farmaci nei Paesi del Terzo Mondo, e specialmente di quelli la cui distribtìtione sul mercato comunitario non è ancora autorizzata, è stata fatta poche settimane fa a Bruxelles dalla parlamentare irlandese Mary Banotti. Il Parlamento Europeo l'ha subito approvata, praticamente all'unanimità. Sull'argomento l'Associazione francese -Frères des Hommes- aveva già condotto un'indagine molto attenta in numerosi Paesi. I risultati sono preoccupanti. In una farmacia di Lima, per esempio, sono in vendita -pillole contro la diarrea- che in realtà sono compresse di cloramfenicolo. un antibiotico molto attivo ma ricco di effetti collaterali pericolosi (tra l'altro tossicità renale ed epatica), che in Europa e nell'America del Nord viene riservato soltanto ad alcune malattie molto gravi. In altre città del Sud America confezioni di Novalgina. un analgesico, venivano raccomandate sia contro il raffreddore che contro il cancro. Nei Paesi più sviluppati questo prodotto è invece severamente controllato r ddirittura proibito, in qu i> può provocare la scomparsa dei globuli bianchi nel sangue. Si è inoltre scoperto che nell'America Latina si combatteva j la dissenteria (ancora oggi fa molte vittime) con farmaci d'importazione come la tetraciclina, il cloramfenicolo. la streptomicina o i sulfamidici, che però non hanno alcuna efficacia contro questa malattia. E ancora: in un gran numero di Paesi poveri sono stati trovati farmaci, venduti a caro prezzo perché indicati come toccasana contro le ma¬ lattie più pericolose, che a controlli di laboratorio si sono rivelati composti di sostanze inerti, quasi fossero semplici placebo. Mary Banotti non ha esitato a parlare di Terzo Mondo usato come pattumiera dell'industria farmaceutica, di sfruttamento della povertà, di truffa. Da altre parti sono arrivate accuse molto circostanziate. Secondo il British National Formular}', per esempio. l'85% degli antidiarroici esportati non sono an¬ Ma non si esclude che anche numerose industrie farmaceutiche europee riescano ad esportare nel Terzo Mondo notevoli contingenti di farmaci altrimenti inutilizzabili, perché non hanno ottenuto l'autorizzazione di vendita oppure sono stati ritirati dal commercio perché superati o perché un impiego su larga scala ha fatto emergere effetti collaterali prima inattesi. L'Europa Occidentale è la più grande produttrice mondiale di farmaci (quota del 32,5% di un mercato di circa 100 miliardi di dollari) e ne esporta circa il 45%. E' un sospetto che non sfiora l'industria italiana — . precisano con decisione alla Farmindustria —. Da noi tutto avviene alla luce del sole: gli unici farmaci che è possibile esportare sono quelli già registrati in Italia, e quindi con indicazioni terapeutiche precise e con la massima garanzia di sicurezza-. La legge italiana per le registrazioni è sempre stata una delle più severe, proprio per dare la massima garanzia sull'efficacia terapeutica e sulla controllabilità degli effetti collaterali, aggiungono al ministero della Sanità, ma dal febbraio scorso la registrazione deve rispettare anche le norme della Cee. che prevede ulteriori controlli. La norma è facoltativa ma l'ex ministro Degan l'ha resa obbligatoria. •Alle confezioni per l'esportazione — dicono ancora alla Farmindustria — sono allegati gli stessi foglietti esplicativi che si trovano in quelle per il mercato interno, ma naturalmente nella lingua del Paese importatore. In quanto ai controlli, tutte le partite destinate all'estero vengono verificate dai tecnici dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero dell'Industria-. Basta, tutto questo, ad escludere che fra i profittatori della povertà altrui ci sia anche qualche furbastro di casa nostra? -Non abbiamo mai avuto segnalazioni del genere — dicono alla Farmindustria —. Valutazioni morali e deontologiche a parte, nessuna industria farmaceutica italiana sarebbe tanto irresponsabile da compromettere la sua immagine e il suo prestigio in tutto il mondo per un pugno di dollari-. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Degan, Mary Banotti

Luoghi citati: America Del Nord, America Latina, Bruxelles, Europa, Europa Occidentale, Italia, Lima, Roma, Sud America