L'amnistia slitta a settembre di Guido Rampoldi

L'amnistia slitta a settembre I capigruppo del Senato contrari a vararla entro Ferragosto L'amnistia slitta a settembre Fanfani assicura che si procederà celermente - A Palazzo Madama ritorno anticipato dalle ferie se la commissione Giustizia concluderà rapidamente l'esame del testo - Pei critico - Delusione per settemila detenuti ROMA — Nelle carceri italiane ieri è svanito un miraggio estivo: la proposta di varare subito l'amnistia, sostenuta nei giorni scorsi da esponenti della de e del psi. e stata bocciata dalla riunione dei capigruppo convocata al Senato da Fanfani I settemila detenuti che già pregustavano la libertà dovranno attendere, perchè solo l'8 settembre la commissione Giustizia di Palazzo Madama comincerà ad esaminare il disegno di legge governativo. Si cercherà di procedere celermente: Fanfani ha promesso che il Senato anticiperà il ritorno dalle ferie, previsto per il 30 settembre, se prima di quella data la Commissione avrà concluso l'esame del testo. Virginio Rognoni, neo-ministro della Giustizia, è ottimista: 'Credo — ha detto ieri — che entro la fine di settembre il provvedimento potrà essere approvato-. L'impossibilità di arrivare ad un'amnistia ferragostana, come suggerito di recente da Andreotti. e emersa fin dalle prime battute della riunione, quando è parso eridente che non si profilava quella unanimità che Fanfani poneva come condizione indispensabile per imporre tappe forza! te al Senato. I Aprendo la discussione. ! Fanfani aveva ricordato che |per prassi costituzionale le | Camere interrompono i lavo; ri durante una crisi, fino a quando il nuovo governo non ! abbia ottenuto la fiducia del i Parlamento e sia dunque nel! la pienezza dei suoi poteri. Vi era tuttavia un'eccezione. ! aveva ricordato il presidente del Senato: ne! 1979 si era deciso, ma con l'assenso di tutti i capigruppo, di discutere un disegno di legge su aumenti agli statali. Ma subito il capogruppo missino aveva fatto presente che il suo partito sarebbe ricorso all'ostruzionismo pur di evitare un'amnistia .estiva.. Quindi sia la sinistra indipendente che il pei avevano obiettato che a loro giudizio il testo governativo andava rivisto in più punti, e la discussione delle modifiche proposte avrebbe preso del tempo. Pecchioli. capogruppo comunista, aveva criticato aspramente -la grave irresponsabilità di alti esponenti della maggioranza e del governo che promettono un'amnistia con molti mesi di anticipo, poi sollecitano un disegno di legge assai discutibile, infine sollecitano una rapida approvazione di essa pur sapendo che il Parlamento, con iti governo in crisi, non può [deliberare-. Il primo bersaglio di questa censura era ovviamente Andreotti. Dopo questi interventi la sorte dell'amnistia d'agosto era ormai segnata. Oscar Mammì. ministro per i Rapporti con il Parlamento, aveva citato i tempi di discussione dei precedenti provvedimenti di clemenza, per con¬ cludere che sarebbe stato assai problematico varare un'amnistia cosi in fretta: 8 giorni complessivi di discussione per il provvedimento del 1970: 9 nel 1978: e 18 nel 1981. Precedenti che comunque portano a ritenere, aveva concluso Mamml. che a settembre si potrà marciare speditamente. Di conseguenza la riunione si è conclusa con l'approvazione all'unanimità della proposta del capogruppo democristiano Nicola Mancino, che ha suggerito un rinvio • ad una scadenza meno affrettata-, settembre, anche per abbinare la discussione al varo di due leggi in qualche modo parallele, relative alle carceri e ai -dissociati.. I punti principali sui quali a settembre si dibatterà sono affiorati anche nella riunione di ieri. I comunisti hanno j preannunciato emendamenti I per precisare meglio il reato di omicidio colposo: non bisoj gnerebbe concedere benefici. sostengono, a chi è responsabile di infortuni sul lavoro o disastri provocati da incuria e imprevidenza. Inoltre il pei chiede che siano inseriti nel prowediemmo di clemenza anche quei reati connessi a manifestazioni sindacali, mentre andrebbero estromessi dall'indulto reati di collusione che favorirebbero, ad esempio, i generali della Guardia di Finanza coinvolti nello scandalo dei petroli. Un capitolo che a giudizio di molti merita una messa a punto riguarda i benefici concessi ai tossicodipendenti che abbiano commesso reati per ottenere il denaro necessario ad acquistare stupefacenti. Rientrerebbero nell'indulto qualora fosse certificato il loro recupero. Ma questa certificazione, ha sottolineato Giuliano Vassalli, presidente della commissione Giustizia, porrebbe problemi tecnici non ancora risolti. Guido Rampoldi

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