Maratona di parole «Son tutti innocenti»

Maratona di parole «Son tutti innocenti» Maratona di parole «Son tutti innocenti» MILANO — Cosa non si sente in difesa dei signori del pallone... E' stata, quella di ieri, la giornata più noiosa, al pari di quella che s'annuncia per oggi. Parlano gli avvocati. E parlano e parlano e parlano. Si ascoltano frasi accorate: l'»insussistenza dell'accusa», /'«infondatezza della prova», {'«attendibilità della fonte». Tutti innocenti, s'intende. Tutti vittime delle calunniose invenzioni dei signori Carbone Armando, Salciccia Gianfranco e qualche altro ancora. Tutti da assolvere martedì pomeriggio, quando il Tribunale del pallone emetterà la sentenza. Teresa Certa, avvocato difensore di Giovanni Bidese portiere della Pro Vercelli, per la verità è stata l'unica a non metterla giù tanto dura. Il suo argomentare è sembrato ispirato al buonsenso femminile: a chi gioca nelle serie minori, ai margini del calcio ricco davvero, qualche debolezza può capitare e in questo caso è capitata. Insomma anche i calciatori sono uomini, e possono resistere a tutto tranne che alle tentazioni. E sarà saggia la conclusione dell'unico avvocato in gonnella presente al 'Quark Hotel»: «Mi rimetto alla clemenza della corte». Nonostante l'impegno e le parcelle, dalle arringhe dei difensori il calcio ne esce male. Lo scandalo scommesse dell'80 avrebbe dunque insegnato poco. In mattinata Giuseppe Gianzi aveva preso le difese della Lazio. L'accusa è stata spietata: serie C. Gianzi ricorre al garantismo applicato alla giustizia sportiva: «Qui si sostituisce il sospetto alla prova. Né il presidente Chinaglla né altri dirigenti sono coinvolti. I loro nomi compaiono nei fascicoli, ma l'accusa non ha raggiunto il minimo convincimento per formulare sospetti. Segno di pulizia della società Lazio. No — finale disperato —, non si può pretendere la fine morale ed econo¬ mica della Lazio per un'idea, per un sospetto. No, non si può accettare! ». Pomeriggio aperto da Salvatore Gallina Montana, per conto del Palermo che rischia la C e sei mesi di sospensione per tutta la squadra. Gallina Montana, per salvare il salvabile, butta a mare il calciatore Ronco protagonista, in aula, di un'incredibile ritrattazione. Se il Palermo si trova in questo scomodo processo, la colpa è tutta di Ronco. Qui, piuttosto — è la tesi dell'avvocato — bisognerebbe cominciare ad occuparsi della lealtà dei calciatori nei confronti della società di appartenenza: «Il calciatore Maurizio Ronco, se ha agito, ha agito contro il Palermo». Poi gli interventi più attesi, quelli degli avvocati Terenzio Ducei e Vincenzo Siniscalchi impegnati nell'elaborata difesa di Italo Allodi e del Napoli Calcio. Comincia Siniscalchi, rapido ed efficace. Per il Napoli è stata chiesta l'assoluzione col beneficio di consistenti dubbi, una specie di insufficienza di prove. «Proscioglimento totale» propone invece Siniscalchi. Proscioglimento dai sospetti, che non possono continuare a sporcare l'immagine di una società pulita e autorevolmente guidata dall'ingegner Corrado Ferlaino e da Diego Armando Maradona. In crescendo l'avvocato Ducei, nel tentativo di salvare Allodi. «Cosa si contesta ad Allodi? Io non l'ho capito e non lo so. Frequentazioni e consuetudine con il signor Salciccia: ma quando, dove, perché?». Allodi, seduto accanto all'avvocato, ascolta teso e commosso. «E' vero — è il finale — che questo mondo da anni vive nel sospetto. Però rispettiamo le regole del gioco, e non condanniamo solo per sospetti». Giustissimo. Starà ai giudici federali stabilire se son solo sospetti. Altrimenti, per Allodi, parte la condanna: un anno sema pallone. Giovanni Cerniti TOTONERO Gli avvocati difensori cercano di demolire le tesi di De Biase e dell'Ufficio inchieste

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